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Bcc, tutti i tormenti di Iccrea su bomba contabile, aumento di capitale e vertici

L'approfondimento di Fernando Soto

Trambusti e tormenti in casa Iccrea.

Dal tribolato rinnovo del vertice (con uno scontro latente fra Roma e Milano) alla questione delle quote detenute da Cassa centrale banca (Ccb), passando per la bomba contabile relativa di titoli di Stato, fino all’ipotesi di aumento di capitale: non mancano preoccupazioni e tensioni nella holding delle Bcc.

Ecco tutti i dettagli sui singoli dossier.

LA BOMBA CONTABILE PER ICCREA E CASSA CENTRALE BANCA

Iccrea, come d’altronde anche Ccb, sono in attesa che vada in porto l’emendamento della maggioranza che evita minusvalenze per le capogruppo a causa dei titoli di Stato svalutati per effetto dello spread. E i colossi cooperativi hanno accolto anche con soddisfazione la bordata che l’economista della Lega, Alberto Bagnai, presidente della commissione Finanze del Senato, ha rivolto alla Vigilanza nazionale e sovranazionale (ovvero alla Banca d’Italia e alla Bce) per questa bomba contabile da circa 2,5 miliardi di euro sotto i bilanci delle tre holding del credito cooperativo.

ECCO LE TENSIONI PER IL RINNOVO DEL VERTICE ICCREA

Ma questa per Iccrea non è la sola faccenda che fa turbare i sonni. E’ in atto, infatti, una latente contrapposizione interna in vista del rinnovo dei vertici, come raccontato in questo articolo di Start Magazine di giorni fa. Il gruppo bancario cooperativo che farà capo a Iccrea ancora non è stato costituito, ma tra le 142 banche ferve il dibattito sulla futura governance. L’appuntamento clou è l’assemblea prevista ad aprile che nominerà il nuovo board.

CHE COSA HA SCRITTO IL SOLE 24 ORE SU ICCREA

Si profila una contesa tra Nord, e in particolare le Bcc lombarde, e Sud, incentrato secondo alcuni osservatori in particolare sulla Bcc Roma: “Un’intesa di massima tra banche e federazioni che rappresentano tra il 30 e 40% del capitale di Iccrea è stata raggiunto per un avvicendamento della presidenza”, ha scritto giorni fa Laura Serafini del Sole 24 Ore svelando l’operazione che punta a non rinnovare l’attuale presidente di Iccrea, Giulio Magagni.

GLI SCHIERAMENTI ALL’INTERNO DI ICCREA

Il fronte anti Magagni punta sul nome di Giuseppe Maino, uno dei tre vicepresidente di Iccrea e presidente della Bcc di Milano. Un nome su cui convergerebbe la gran parte delle Bcc del Nord. La Bcc Roma, invece, punta alla conferma di Magnagni? Si vedrà.

LE INCOGNITE NON SOLO PER BCC ROMA

Non è l’unica incognita che riguarda la Bcc di Roma. Ci sono anche le azioni di Iccrea detenute da Cassa centrale banca. Un dossier piuttosto scottante nel mondo creditizio che sta provocando da tempo tensioni. E non è il solo. C’è anche il dossier aumento di capitale.

ECCO I NODI DELL’AUMENTO DI CAPITALE PER ICCREA

250 milioni. A tanto ammonta l’aumento di capitale messo in cantiere da Iccrea e che dovrà essere approvato il prossimo 10 gennaio, nella prossima assemblea. Un ricapitalizzazione che servirà a portare il patrimonio versato da 1,15 miliardi fino a 1,4 miliardi. La proposta di aumento di capitale prevede l’emissione di 4.840.272 azioni del valore unitario di 51,65 euro, da offrire in opzione ai soci, per un importo complessivo di 250.000.048,80 euro.

IL COMMENTO DEL SOLE 24 ORE

Non è chiaro a cosa servirà il rafforzamento di Iccrea, scrive oggi Luca Davi del Sole 24 Ore: “Secondo alcuni rumors, non confermati, l’aumento servirebbe a coprire il costo del (possibile) riacquisto della partecipazione incrociata (pari al 20%) che Iccrea detiene in Cassa Centrale Banca. Anche perché i valori in discussione sarebbero analoghi. Resta tuttavia da capire se non debbano essere i soci stessi, ovvero le banche aderenti, a dover procedere direttamente con l’acquisto, e non la capogruppo. D’altra parte, dello scioglimento della partecipazione incrociata tra le due realtà bancarie si parla da tempo. E, da quanto filtra, il rapporto a tal proposito tra le due realtà sembra essere instaurato alla serenità”.

 

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