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Banche Dividendi

Banking Social Index, cos’è e a cosa serve l’indice della Fabi

Al via il Banking Social Index (Bsi) della Fabi che determinerà la quantità e la qualità degli interventi del settore bancario italiano in campo sociale, in particolare quelli volti a contrastare la povertà. Tutti i dettagli

 

Al via il Banking Social Index (Bsi) della federazione dei bancari Fabi, indice che determinerà la quantità e la qualità degli interventi del settore bancario italiano in campo sociale, in particolare quelli volti a contrastare la povertà, fenomeno che interessa quasi 11 milioni di persone.

A COSA SERVE BSI

E’ la prima volta, almeno nel panorama italiano, che viene realizzato uno strumento che si propone di misurare e valutare l’effettivo grado di solidarietà di un intero settore economico, in questo caso delle banche. Inoltre, è prevista la pubblicazione di una classifica degli istituti di credito italiani che mettono in campo, a esempio, le più rilevanti iniziative economiche, progetti, finanziamenti agevolati e donazioni a enti, istituti di ricerca, onlus, ospedali, associazioni di beneficenza, strutture per il volontariato e per l’assistenza alle persone più deboli.

L’INIZIATIVA DELLA FABI

A meno di un mese dall’annuncio, prende ufficialmente il via l’iniziativa lanciata dal segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, al 126° Consiglio nazionale a Milano, lo scorso 13 dicembre.

LE PROSSIME MOSSE

Nei prossimi giorni il segretario generale della Fabi invierà agli amministratori delegati e agli chief executive officer dei gruppi bancari coinvolti una lettera, con la quale, assieme all’adesione al progetto, verranno formalmente chieste le informazioni e i dati relativi alle iniziative sociali dei loro gruppi.

LA RACCOLTA DEI DATI

Alla successiva fase di raccolta delle informazioni, seguirà un periodo di dettagliata analisi e valutazione: una scrupolosa, concreta indagine a tappeto, propedeutica alla formazione dell’indice e quindi della classifica, che andrà oltre il bilancio sociale pubblicato annualmente dai gruppi.

I FINI DELL’INDICE

Al fine di rendere trasparente i risultati dell’indagine, verrà costituito, nei prossimi mesi, un Comitato consultivo al quale verrà affidato il compito di certificare l’analisi dei dati alla base del Banking Social Index e la classifica delle banche ‘solidali’. Di questo organismo, faranno parte qualificati e apprezzati esponenti del mondo accademico, del volontariato e del terzo settore, della società civile, delle fondazioni. La composizione del Comitato consultivo verrà comunicata nelle prossime settimane.

LE BASI DELL’INIZIATIVA FABI

Da cosa nasce l’iniziativa della Fabi? Si fonda – spiega la federazione dei bancari – “dalla convinzione che il fenomeno della povertà sia una vera e propria emergenza, peraltro non solo in Italia: secondo i dati più recenti, gli italiani che corrono il rischio di diventare poveri sono quasi 11 milioni. Un dato che si individua sommando i 4 milioni di disoccupati (1 milione e 127mila ex occupati; 571mila ex inattivi, cioè chi un lavoro nemmeno lo cerca; 2 milioni e 373mila persone in cerca di prima occupazione) e i 6,7 milioni di occupati in situazioni precarie o deboli, i cosiddetti working poor: 925mila soggetti con contratti di lavoro a termine part time, 2 milioni e 142mila persone con contratti a tempo determinato full time, 2 milioni e 731mila addetti con contratti a tempo indeterminato part time involontario, 225mila soggetti con semplici contratti di collaborazione e 711mila autonomi part time”.

IL COMMENTO DI SILEONI

Commenta Sileoni: “Le banche devono riaffermare il loro ruolo sociale, svolgendo una funzione essenziale sui territori. Al trinomio composto da ricavi, utili e dividendi ritengo essenziale aggiungere un quarto, pilastro: la solidarietà. Questo perché sconfiggere la povertà, la vera pandemia del futuro, deve diventare la priorità assoluta non solo per le istituzioni pubbliche e per i governi, ma anche per i principali operatori economici privati”.

“Ci assumiamo una grande responsabilità – aggiunge il segretario generale della Fabi- consapevoli che anche il sindacato debba essere coraggioso e andare oltre lo steccato delle relazioni sindacali, svolgendo un ruolo utile nell’interesse della collettività”. “Al Consiglio nazionale, il 13 dicembre, rivolgendomi ai vertici del settore, avevo anticipato questa iniziativa, spiegando – ricorda il segretario generale del sindacato – che non è più tempo per nessuno di far finta che nulla sia accaduto, di chiudere gli occhi o di considerare soltanto i propri circoscritti orizzonti. È tempo di generosità e di solidarietà vera, concreta, visibile, solida. Ed è giusto che i cittadini sappiano i nomi delle banche che già fanno molto per contrastare la povertà e di quelle che si sottrarranno alle nostre sollecitazioni”.

fabi

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