skip to Main Content

Avio Vega C

Tutti i grattacapi ucraini di Avio

Avio, società attiva nella realizzazione e nello sviluppo di lanciatori spaziali e sistemi di propulsione, fa affidamento su tre società ucraine come fornitori cosiddetti strategici, la cui sostituzione "potrebbe richiedere un periodo di tempo prolungato e costi significativi"

 

La dipendenza dall’Ucraina rischia di impattare il business di Avio, la società italiana leader nella propulsione spaziale che realizza il vettore Vega.

L’indagine della Commissione d’inchiesta indipendente guidata dall’Agenzia spaziale europea (Esa) e Arianespace (società che commercializza i lanci dei lanciatori europei Ariane e Vega)  sul lancio fallito del primo volo commerciale del Vega C dello scorso 20 dicembre ha identificato “come causa dell’anomalia l’erosione inattesa della gola dell’ugello del motore Zefiro 40 dovuto a un difetto di disomogeneità della materia prima”, spiegano nella lettera agli azionisti allegata al bilancio il presidente e l’amministratore delegato di Avio, Roberto Italia e Giulio Ranzo.

L’inserto della gola, realizzato in materiale carbonio-carbonio destinato a resistere alle alte temperature, è stato prodotto dall’azienda ucraina Yuzhnoye, precisa Spacenews. L’indagine ha concluso che il componente Yuzhnoye non poteva più essere utilizzato sullo Zefiro-40.

Nonostante questa battuta d’arresto, l’azienda rimane ottimsta: “La fiducia del mercato nel lanciatore Vega C è comunque confermata dai contratti in corso di finalizzazione da parte di Arianespace con Esa, per conto del Governo Italiano, per 2 missioni, oltre l’opzione per una terza missione, per la costellazione italiana di osservazione della terra IRIDE” si legge ancora nella lettera agli azionisti.

D’altronde la performance finanziaria 2022 e le previsioni per il 2023 del produttore italiano mostrano un impatto limitato del fallimento di dicembre del razzo Vega C dei ritardi accumulati dal lanciatore pesante Ariane 6.

Tuttavia, la sostituzione delle componenti fornite dall’Ucraina “potrebbe richiedere un periodo di tempo prolungato e costi significativi” ammette la società guidata da Ranzo nella relazione di bilancio.

Tutti i dettagli.

I CONTI DI AVIO

Lo scorso 13 marzo Avio ha diffuso i risultati di esercizio 2022. La società con sede a Colleferro ha registrato un aumento del 15% dei ricavi, pari a 357 milioni, rispetto al 2021, con un portafoglio ordini in aumento del 16%, raggiungendo il record di 1,014 miliardi di euro e oltre le indicazioni di guidance (870-920 milioni), grazie ad acquisizioni di ordini record nell’esercizio vicine a 500 milioni di euro. L’Ebitda adjusted, pari a 27,8 milioni, escludendo i costi non ricorrenti, è in calo del 26% e sostanzialmente in linea con la guidance per il 2022, a causa del significativo aumento dei costi energetici. L’utile netto, pari a 1,3 milione di euro, è in linea a quanto previsto dalla guidance per il 2021 (-2/+3 milioni di euro) e in calo di 7,8 milioni di euro rispetto al 2021.

I nuovi ordini includono contratti di produzione per Vega C, di sviluppo per Vega E, di produzione per il P120C e sia di produzione che di sviluppo per la propulsione tattica. Il portafoglio ordini non riflette ancora gli effetti della Conferenza Ministeriale dell’ESA del novembre 2022 e i nuovi progetti del NextGen EU del Pnrr che entreranno negli ordini a partire dal 2023, precisa la società.

PROSEGUONO LE ATTIVITÀ DI SVILUPPO DI VEGA E

Tra i fatti positivi del 2022, Avio segnala che nel corso dell’anno sono proseguite le attività di sviluppo di Vega E con i primi 24 test del nuovo motore M10 a ossigeno e metano liquido del terzo stadio criogenico del lanciatore nella test facility SPTF in Sardegna. “Si tratta del primo motore con questa tecnologia a essere testato in Europa, con oltre 1.300 secondi cumulati di accensione in diverse configurazioni” puntualizza la società.

E DEL SISTEMA SPACE RIDER

È proseguito anche lo sviluppo del sistema Space Rider, composto da un modulo di servizio “Avum Orbital Module” e da un veicolo di rientro denominato “Re-entry Module”, progettato per essere lanciato con il lanciatore Vega C assicurando al payload una vita orbitale di circa 6 mesi per poi rientrare atterrando sulla terra.

I FONDI DEL PNRR ASSEGNATI AD AVIO

Inoltre, Avio è uno dei player protagonisti nel Pnrr spaziale le cui risorse, compresi i fondi complementari per il 2022-2026, ammontano ad un totale di circa 2,3 miliardi di euro, di cui circa 1 miliardo destinati a progetti per l’osservazione della Terra, che ricomprende la costellazione satellitare italiana le cui missioni saranno effettuate con il lanciatore Vega C, e oltre 300 milioni per la “Space Factory”.

In tale ambito, a fine giugno 2022 Avio ha annunciato di essersi aggiudicata i primi due contratti nell’ambito delle iniziative per l’industria spaziale per l’implementazione del “Next Gen EU” del valore di 340 milioni di euro, e nel marzo 2023 ha firmato due contratti per 285 milioni per avviare due programmi di sviluppo chiave.

IL COMMENTO DI GIULIO RANZO

“Il 2022 ha segnato il volo inaugurale di successo di Vega C e la prima serie di test a terra del nostro nuovo motore a ossigeno liquido e metano M10. Il 2022 è stato anche un anno record per gli ordini arrivati e la crescita della cassa netta – aveva commentato il mese scorso l’ad Giulio Ranzo – Dal punto di vista operativo abbiamo sofferto dell’imponente aumento dei costi energetici e purtroppo anche dell’anomalia nella seconda missione di Vega C”.

LA DIPENDENZA DA FORNITORI STAREGICI UCRAINI

E proprio riguardo all’anomalia che ha causato il fallimento del lancio di dicembre di Vega C, la società ha fornito un quadro della situazione rispetto alla dipendenza dalle componenti ucraine.

Come spiegano i vertici di Avio nella lettera agli azionisti “Nell’ambito della propria attività il Gruppo si avvale di fornitori strategici ucraini per il motore principale del quarto stadio per i lanciatori Vega e Vega C e per gli inserti in carbon-carbon utilizzati per la fabbricazione degli ugelli dei motori Z40 e Z9 del vettore Vega C”.

LE RASSICURAZIONI

Da una parte, la società rassicura che “per quanto riguarda il motore principale del quarto stadio per i lanciatori Vega e Vega C, lo stato delle forniture già presenti a Colleferro, per virtù degli ordini anticipati posti in essere già dal 2017, consente il proseguimento senza discontinuità dell’attività industriale relativamente ai programmi Vega e Vega C nel breve e medio termine grazie ad un cospicuo stock strategico”.

Inoltre, “dal 2019, Avio ha in corso un’attività di investimento per il rafforzamento del know-how in materia di produzione di inserti in carbon-carbon. Anche in questo caso, Avio ha procurato uno stock strategico di inserti in carbon-carbon per garantire continuità alle attività in relazione ai rischi di fornitura dall’Ucraina” si legge ancora.

“La situazione è in corso di monitoraggio al fine di intraprendere azioni tese alla protezione della continuità aziendale anche nel lungo termine” ribadisce la società segnalando che “in tale ambito, l’Esa ha recentemente deciso di dedicare risorse finanziarie per avviare azioni tecniche e industriali volte a mitigare il rischio di approvvigionamento nel lungo termine attraverso lo sviluppo di soluzioni tecnologiche complementari”.

E I RISCHI

Tuttavia, Avio spiega anche “taluni fornitori e sub-contractors del Gruppo, sono difficilmente sostituibili o, in ogni caso, la loro sostituzione potrebbe richiedere un periodo di tempo prolungato e costi significativi”.

Tra i fornitori strategici del Gruppo difficilmente sostituibili o, in ogni caso, la cui sostituzione potrebbe richiedere un periodo di tempo prolungato e costi significativi “rientravano, e rientrano tuttora, tre fornitori ucraini che attualmente forniscono: il motore principale del 4° stadio per i lanciatori Vega e Vega-C e gli inserti in carbon-carbon utilizzati per la fabbricazione degli ugelli dei motori Z40 e Z9 del vettore Vega-C” spiega Avio.

LE EVENTUALI CONSEGUENZE SUL BUSINESS

Infine, la società evidenzia anche che “nel prospetto informativo Avio ha spiegato che già nel 2014 le tensioni tra Russia e Ucraina avrebbero potuto “influire sulle capacità dei fornitori operanti in Russia e in Ucraina”.

“Tali eventuali inadempimenti — si legge ancora nella relazione di bilancio — avrebbero potuto aver ad oggetto una diversa gamma di componentistiche (quali i serbatoi del propellente ed i motori del IV stadio del lanciatore Vega, i regolatori di pressione e valvole) ovvero materie prime (quali, il perclorato di ammonio e le fibre di carbonio) e, laddove si verificassero episodi significativi relativi a inadempienze dei fornitori o dei subcontractors del Gruppo o, per qualsiasi ragione, tali fornitori non fossero più in grado di adempiere alle proprie obbligazioni o dovessero essere sostituiti da parte del Gruppo, quest’ultimo, anche in ragione degli eventuali ritardi che ne potrebbero derivare, potrebbe essere ritenuto responsabile nei confronti dei propri committenti, e, quindi, essere soggetto ad eventuali richieste di risarcimento”.

Pertanto, il “verificarsi di una o più di tali circostanze potrebbe avere effetti negativi sull’attività, sulle prospettive e sulla situazione economica, finanziaria e patrimoniale del Gruppo”.

Back To Top