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Influencer

Anche i giovani picchiano sui Pandoro-gate e sulle Chiara Ferragni. Report Swg

I giovani, cuore del pubblico degli influencer, si dividono sulle sponsorizzate dei loro personaggi preferiti, ma sono compatti nel condannare - anche severamente - Chiara Ferragni per il pandoro-gate. Tutti i dati sul sentiment degli italiani raccolti da Swg

 

Gli influencer spopolano soprattutto tra i giovani, che sulle collaborazioni degli influencer con i brand non hanno tutti la stessa opinione, a differenza delle fasce più alte di età che, invece, accusano i committenti di scarsa autenticità e trasparenza. Caratteristiche che sono decisamente mancate nel caso Chiara Ferragni, con la quale i più severi sono proprio i più giovani, tra cui un 10% del pubblico che pensa addirittura che abbia “commesso un crimine”.

GLI INFLUENCER PARLANO SOPRATTUTTO AI GIOVANI

Sebbene ci siano influencer per tutti gli interessi e per tutte le età – sono circa 350mila solo in Italia -, la parte di pubblico che li segue di più è composta da giovani.

In particolare, secondo i dati raccolti da Swg, a seguirli sui vari social è il 72% dei giovani compresi nella fascia di età 18-24 anni. Le percentuali poi diminuiscono via via, attestandosi comunque al 66% fra chi ha tra i 25 e i 34 anni e scende al 59% per la classe di età 35-44 anni. Ma comunque quasi 1 over 64 su 4 è interessato.

In cima agli interessi degli italiani sui contenuti proposti dagli influencer ci sono i consigli di cucina, seguiti dal 42%, e subito dopo i tutorial e fai da te (41%). Terzo e quarto posto rispettivamente per consigli di viaggio/vacanze (34%) e recensioni di libri e film (29%).

LE SPONSORIZZATE NON CONVINCONO DEL TUTTO

Nella classifica dei contenuti più seguiti dagli italiani, i consigli per gli acquisti in generale – le cosiddette sponsorizzate, ovvero collaborazioni tra brand e influencer per promuovere prodotti – si posizionano solo al quinto posto.

E, infatti, secondo quanto dichiarato dagli intervistati a Swg, il 63% degli italiani – soprattutto tra gli over 35 – ritiene tali collaborazioni “forzature” che testimoniano scarsa autenticità e trasparenza dei brand.

Più morbidi nel giudizio i giovani, che in alcuni casi ritengono si tratti di un approccio moderno alla pubblicità e un modo utile per creare connessioni.

I MUST-HAVE NELLA COLLABORAZIONE TRA INFLUENCER E BRAND

Per il pubblico, trasparenza e onestà dovrebbero essere il vademecum dell’influencer che si offre come volto di un brand. Il rapporto con i follower deve essere sincero altrimenti, come nel recente caso di Chiara Ferragni e del pandoro-gate, la fiducia viene meno e il pubblico si sente tradito.

Questo accade soprattutto tra i più giovani che, forse meno disillusi degli adulti, hanno riservato alla nota influencer il giudizio più severo. Se, infatti, il 58% degli intervistati non si stupisce per l’accaduto – perché “Chiara Ferragni è come tanti altri personaggi dello show business che predicano bene e razzolano male” -, un 10% degli intervistati (la cui età media è 24 anni) ha dichiarato che l’influencer “ha commesso un crimine”.

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