Ieri sera l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha pubblicato le linee guida che d’ora in poi regoleranno il lavoro degli influencer, considerati dall’Authority “soggetti che svolgono un’attività analoga o comunque assimilabile a quella dei fornitori di servizi di media audiovisivi” e che, dunque, sono tenuti ad attenersi al rispetto di vari obblighi, tra cui quelli su pubblicità, trasparenza e tutela dei minori, come già accade per la tv.
LA RESPONSABILITÀ EDITORIALE DELL’INFLUENCER
L’influencer, ovvero un soggetto che fornisce contenuti (creati o selezionati) suscettibili di generare reddito tramite accordi commerciali o applicazione degli accordi di monetizzazione previsti dalla piattaforma utilizzata, ha la responsabilità editoriale sui contenuti.
Per questo, secondo l’Agcom, ha il dovere di rispettare i principi di trasparenza e della correttezza dell’informazione, l’applicazione della disciplina in materia di tutela dei minori e dei diritti fondamentali della persona, le disposizioni in materia di comunicazioni commerciali e di product placement per rendere trasparenti al pubblico le finalità promozionali eventualmente perseguite, per non incappare in altri pandori-gate.
A CHI SI APPLICANO LE LINEE GUIDA
Considerando che in Italia si stima che gli influencer siano circa 350mila e che sarà difficile tenerli tutti sott’occhio, l’Agcom ha deciso che si concentrerà solo su quelli con determinate caratteristiche.
I soggetti infatti sui quali saranno puntati i fari sono i cosiddetti “pesci grossi”, come Chiara Ferragni, ma anche più piccoli. L’influencer finita nella bufera infatti conta attualmente più di 29 milioni di follower, tuttavia le linee guida interessano tutti coloro che ne hanno almeno un milione “risultanti dalla somma degli iscritti sulle piattaforme e dei social media su cui operano”; “hanno pubblicato nell’anno precedente alla rilevazione almeno 24 contenuti aventi le caratteristiche definite dalle presenti Linee guida” e “abbiano superato almeno su una piattaforma o social media un valore di engagement rate medio negli ultimi 6 mesi pari o superiore al 2%”, ossia, che hanno suscitato reazioni da parte degli utenti, tramite commenti o like, in almeno il 2% dei contenuti pubblicati.
NORME ETICHE…
Secondo quanto previsto dal Testo unico dei servizi media audiovisivi (Tusma), gli influencer sono inoltre tenuti a rispettare il “principio di non discriminazione e di contrasto ai discorsi d’odio [art. 30, ndr], l’obiettività, la completezza, la lealtà e l’imparzialità dell’informazione, il contrasto alle strategie di disinformazione [art. 6, comma 2, lett. a, ndr], la tutela dei diritti d’autore e di proprietà intellettuale [art. 32, ndr], l’apertura alle diverse opinioni e tendenze politiche, sociali, culturali e religiose e la salvaguardia delle diversità etniche e del patrimonio culturale, artistico e ambientale, in ambito nazionale e locale, nel rispetto delle libertà e dei diritti, in particolare della dignità della persona e della protezione dei dati personali, della promozione e tutela del benessere, della salute e dell’armonico sviluppo fisico, psichico e morale del minore [artt. 30, 37, ndr], garantiti dalla Costituzione, dal diritto dell’Unione europea, dalle norme internazionali vigenti nell’ordinamento italiano e dalle leggi statali e regionali”.
…E RELATIVE ALLA PUBBLICITÀ
Ci si rifa poi agli articoli 43, 46, 47 e 48 del Tusma per le disposizioni in materia di comunicazioni commerciali, televendite, sponsorizzazioni e inserimento di prodotti, secondo cui è previsto il divieto di pubblicità occulta. Gli influencer, scrive l’Agcom, devono inoltre rispettare le norme esplicitate nel Regolamento Digital Chart sulla riconoscibilità della comunicazione commerciale diffusa attraverso Internet promosso dall’Istituto di Autodisciplina pubblicitaria.
In caso di contenuti con inserimento di prodotti, gli influencer dovranno riportare “nel testo che accompagna il contenuto, o in sovrimpressione all’interno del contenuto medesimo, una scritta che evidenzi la natura pubblicitaria del contenuto in modo immediatamente riconoscibile”.
LE SANZIONI
Chi dovesse violare queste regole andrà incontro alle sanzioni previste dall’art. 67 del Tusma, che punisce con multe da 10 a 250mila euro coloro che non rispettano le norme in materia di trasparenza sulla pubblicità e con multe da 30mila a 600mila euro in caso di infrazione degli obblighi di tutela dei minori.
A COSA SERVIRÀ IL TAVOLO TECNICO
In un secondo allegato, l’Agcom spiega da chi sarà composto e cosa farà il Tavolo tecnico istituito per stabilire ulteriori misure e vigilare sul rispetto delle norme da parte degli influencer. Vi parteciperanno le associazioni di influencer, le piattaforme di condivisione di video, i social media, le agenzie di influencer marketing e in generale di chi funge da intermediario tra influencer e aziende, incluse agenzie di PR, centri media, agenzie creative, talent manager, reti multicanale.
A coordinare i lavori del Tavolo tecnico saranno il vicedirettore della Direzione servizi media, Paolo Lupi, e il funzionario dell’Ufficio servizio pubblico televisivo radiofonico e multimediale, Francesca Pellicanò.
Il codice di condotta, conclude l’Autorità, dovrà anche prevedere sistemi di trasparenza e riconoscibilità degli influencer. In particolare, dovrà essere chiaramente individuabile il mittente o creatore del video e dovrà essere disponibile un dato di contatto. Chi è interessato può chiedere l’adesione al Tavolo tecnico entro 30 giorni ed entro 60 giorni partiranno i lavori. Le attività del Tavolo si concluderanno entro 120 giorni dall’insediamento.