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Giuseppe Guzzetti

Cdp e Acri, che cosa sta succedendo fra Guzzetti e Palenzona?

Che cosa sta succedendo nelle fondazioni bancarie aderenti all’Acri su Cdp e non solo? E’ la domanda che in queste ora si pongono politici e banchieri in primis. La domanda, peraltro, non riguarda solo e soltanto i vertici dell’Acri, l’associazione che riunisce gli enti di estrazione creditizia. Certo c’è sempre sullo sfondo la questione della…

Che cosa sta succedendo nelle fondazioni bancarie aderenti all’Acri su Cdp e non solo? E’ la domanda che in queste ora si pongono politici e banchieri in primis. La domanda, peraltro, non riguarda solo e soltanto i vertici dell’Acri, l’associazione che riunisce gli enti di estrazione creditizia.

Certo c’è sempre sullo sfondo la questione della presidenza, per ora salda nelle mani di Giuseppe Guzzetti, dominus della Fondazione Cariplo che cerca di barcamenarsi anche con il nuovo, confuso, quadro politico e governativo.

Seppure da poco nominato vicepresidente dell’Acri, non sarà Umberto Tombari il successore di Guzzetti ai vertici dell’Acri, si dice negli ambienti finanziari e bancari milanesi. Guzzetti, al vertice dell’Acri dal 2000, è stato rieletto nel giugno 2016 per un altro triennio. Sono in particolare Matteo Melley e Francesco Profumo i favoriti per la successione alla presidenza dell’Acri in quanto graditi a Guzzetti. Si vedrà.

Anche perché non è su questo che verte la domanda fondamentale su che cosa sta succedendo in Acri. La decisione di Cdp, dove le fondazioni hanno circa il 20 per cento ed esprimono il presidente, di entrare in maniera decisiva in Tim per scalzare Vivendi dal comando favorendo la vittoria del fondo Elliott, non ha destato troppi mugugni.

Piuttosto è sul nome del futuro presidente della Cassa (l’assemblea di Cdp è prevista il 23 maggio in prima convocazione e il 20 giugno in seconda convocazione) che le fondazioni stanno discutendo, e non poco.

Ha destato in particolare sorpresa e in alcuni stupore un lancio Ansa del 4 maggio così titolato: “Cdp: Guzzetti, squadra che vince non si cambia Favorevole a riconferma Costamagna a presidenza”. Ecco il testo:

“Squadra che vince non si cambia”. Cosi’ il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, circa la governance di Cassa Depositi e prestiti. “Noi – ha aggiunto – siamo dell’idea di confermare la squadra perché ha operato bene ed i risultati si sono visti”. Rispondendo poi ad una domanda sulla possibile riconferma di Claudio Costamagna alla presidenza di Cdp, Guzzetti ha detto: “Figuriamoci se io non sono favorevole alla riconferma di Costamagna. Con lui abbiamo un antichissimo rapporto. E’ chiaro che la situazione di Cdp è legata a quello che succederà sull’amministratore delegato”. “Quindi – ha concluso – aspettiamo il nuovo Governo, che ci auguriamo arrivi presto, con un ministro del Mef a cui tocca l’indicazione dell’ad e poi si completerà il vertice di Cdp e saremo tutti soddisfatti”.

Dal testo si evince questo: Guzzetti è a favore della conferma di Costamagna a presidente di Cdp ma si attendono le decisioni dell’azionista di comando Tesoro e dunque di un nuovo governo per la scelta dell’ad e dunque del nuovo assetto.

Però il titolo sulla riconferma a presidente di Costamagna in Cdp ha mandato in fibrillazione alcune fondazioni bancarie non troppo allineate con il numero uno Guzzetti. Anche perché da tempo si dice e si scrive di un’intesa stretta fra Guzzetti e il Movimento 5 Stelle di Di Maio per il ticket Costamagna presidente-Fabrizio Palermo come amministratore delegato.

Tutto questo sta facendo pensare, se non borbottare, un altro uomo forte delle fondazioni bancarie, ossia Fabrizio Palenzona, già vicepresidente di Unicredit, già presidente degli Aeroporti di Roma e ora neo presidente di Conftrasporto oltre che presidente di Aiscat, l’associazione che riunisce le concessionarie autostradali.

Palenzona – si bisbiglia nella fondazione CariAsti – non sarebbe troppo convinto della riconferma di Costamagna. Una posizione che ha due interpretazioni: Palenzona punta alla presidenza di Cdp proprio al posto di Costamagna; Palenzona inizia a coagulare un dissenso per puntare alla successione di Guzzetti in Acri.

In attesa di chiarire i veri obiettivi di Palenzona, uomo forte della fondazione Crt e di altri enti piemontesi, significativo il flash di Dagospia di domenica scorsa in cui si sostiene che Guzzetti non ha detto che conferma Costamagna. Effetto di una sfuriata di Palenzona contro Guzzetti?

Si vedrà e si chiarirà tutto a breve (forse).

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