La Tunisia potrebbe riscontrare un problema di crescita economica a breve dopo i fatti accaduti al Museo Bardo di mercoledi 18 marzo. La Comunità internazionale ad iniziare dall’Italia e dalla Francia non sta facendo mancare il suo appoggio a quello che è un paese storicamente e geograficamente vicino al Sud Europa. Il Museo Bardo, luogo dell’attentato terroristico che ha visto morire anche 4 italiani, riaprirà al pubblico domenica 29 Marzo. La vita del paese che ha conosciuto la primavere araba solo qualche anno fa non si può fermare. Così come non si può fermare la crescita della Tunisia.
Il Fondo Monetario Internazionale in una nota del Febbraio scorso prevedeva una crescita economica per quest’anno del 3%, rispetto al 2,4% del 2014. La maggiore opportunità per la Tunisia relativamente alla crescita economica è dovuta alla’abbassamento del prezzo del petrolio, che se dovesse attestarsi sui 50 dollari al barile favorirebbe un miglioramento del deficit pubblico. La Tunisia acquista il greggio per questo i benefici si potrebbero vedere a sei mesi, secondo le previsioni del governatore della Banca Centrale di Tunisi, Chedly Ayari.
Sul versante dei rapporti esteri, l’Italia è il secondo partner commerciale della Tunisia, con oltre 700 aziende presenti sul territorio nazionale di Tunisi, 60 mila persone impiegate. Il settore dove siamo più presenti è quello del tessile e abbigliamento, nel settore del siderurgico, dell’automobile, dei trasporti e delle grandi opere. La presenza di aziende internazionali è favorita grazie a regimi fiscali molto favorevoli che attirano capitali stranieri. Per continuare ad essere un paese attraente la Tunisia ora deve puntare sulla sicurezza, altrimenti vedrebbe compromessi i piani e le previsioni di crescita.