Bettino Craxi, 24 anni dopo la sua morte il 19 gennaio 2000 a Hammamet, ancora una bussola per l’Europa e i complessi scenari mondiali.
La Fondazione Craxi da oggi, anniversario della scomparsa, al 21 gennaio, ricorderà l’ex premier e leader socialista in Tunisia, mettendo al centro il suo pensiero sull’Europa “in un anno che si annuncia fondamentale per il Vecchio Continente”. La Fondazione in una nota sottolinea “l’approccio lungimirante che hanno nutrito la visione politica di Bettino Craxi, sia nel corso del suo impegno istituzionale sia negli anni dell’esilio tunisino”.
Domani alle 12 cerimonia commemorativa al cimitero cristiano di Hammamet, poi alla Galleria “In Art” della Medina, verrà inaugurata la mostra fotografica “Craxi e l’Europa” che ripercorre, attraverso immagini custodite nell’archivio dell’istituto, i momenti salienti, i vertici, gli incontri tenuti dal leader socialista nelle varie stagioni che hanno accompagnato la sua azione per la costruzione comunitaria. Verrà proiettato il cortometraggio “Europa, Europa”.
Anche quest’anno si prevedono numerose presenze per l’omaggio alla tomba di Craxi, ai piedi della Medina, affacciata sul mare e rivolta all’Italia con sopra la scritta, voluta dall’ex premier, “La mia libertà equivale alla mia vita”.
Stefania Craxi, figlia dello statista socialista, senatrice di Forza Italia, presidente della commissione Esteri e Difesa, spiega con l’agenzia “9Colonne” le iniziative in chiave europea di questo ventiquattresimo anniversario della morte in esilio di Craxi: “Non solo fu il primo presidente del Consiglio italiano a dare avvio a quel processo d’integrazione europea con l’ Atto unico europeo che si concluse a Milano nel 1985”. “Ma – ricorda Stefania – Craxi fu anche il primo a intuire le sfide epocali che si sarebbe trovata davanti l’Europa. Un’Europa che voleva coesa, solidale, aperta al.mondo. Capace di parlare con una voce sola in politica estera e di difesa e capace così di essere attore politico indispensabile e autorevole sullo scenario internazionale”.
La Craxi sottolinea che lo statista socialista “intuì anche per primo quanto fossero importanti le politiche euromediterranee”. Ricorda: “Craxi molto si spese perché nel quadrante Mediterraneo ci fosse pace, sviluppo e condivisione: capì quanto fosse importante tutto ciò per il futuro dell’Europa, per gli equilibri mondiali. Capì quale poteva essere il ruolo dell’Italia nel quadrante mediterraneo”.
“Craxi è stato spesso una Cassandra inascoltata – osserva Stefania – ma il suo pensiero rimane di una straordinaria attualità, tant’è che più passano gli anni più non si affievolisce il ricordo ma al contrario sempre di più attrae le giovani generazioni”.
In partenza per la Tunisia, “come ogni anno”, anche il deputato di Forza Italia, Alessandro Battilocchio, nome di punta della squadra di Antonio Tajani, che andrà a Hammamet con un gruppo di giovani collaboratori. Osserva Battilocchio: “Il pensiero di Craxi è più attuale che mai. Non è solo una testimonianza ma ogni volta un momento di approfondimento sull’eredità della visione politica di Craxi. In uno scenario internazionale sempre più complesso il suo pensiero continua ad essere fonte di ispirazione”.
Craxi, morto a 65 anni, quasi 66, quest’anno tra un mese, il 24 febbraio, avrebbe compiuto 90 anni.
“Rimane oggi il dolore per una grande ingiustizia”, sottolinea Stefania Craxi – il pensiero che ad ogni anniversario i miei figli debbano attraversare il mare per deporre un fiore sulla tomba del nonno”. E lancia un monito: “Una tragedia umana prima che politica, con la quale una parte del sistema politico non sa, non vuole e non può fare ancora i conti”.
Bobo Craxi ricorda il padre su X, in una foto seduto alla scrivania a Hammamet, con un “Manchi“.
Videomessaggio alla Fondazione Craxi dal presidente della Camera, il leghista, Lorenzo Fontana che definisce Craxi “un uomo politico di indubbio rilievo: la sua azione e le sue scelte hanno lasciato un’impronta indelebile nella scena pubblica del nostro Paese”. Fontana ricorda che ” Presidente del Consiglio di due governi, Craxi si fece interprete dei ceti più dinamici e produttivi, non dimenticando i più deboli. La sua vittoriosa battaglia sul costo del lavoro, con il taglio di tre punti di scala mobile, contribuì ad abbattere l’inflazione. L’Italia divenne la quinta potenza industriale del mondo. Fu firmato un nuovo concordato fra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica”.