La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è atterrata stamattina all’aeroporto di Tunisi-Cartagine per la visita nella Repubblica Tunisina. La premier è stata accolta dal capo del governo, Ahmed El Hachani, dal ministro degli Affari esteri, dell’immigrazione e dei tunisini all’estero, Nabil Ammar, dall’ambasciatore d’Italia, Alessandro Prunas, e da alcune autorità locali. È la quarta visita in Tunisia in dieci mesi, ma la prima nell’ambito del Piano Mattei. Meloni è accompagnata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, da quella dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini, e dal viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli.
I temi del vertice, come suggerito dalla presenza del numero uno del Viminale e della ministra Bernini, saranno due: il contenimento dei flussi migratori, dopo l’impennata degli arrivi sulle coste italiane nell’ultimo mese (+337% rispetto a marzo), e il ruolo della Tunisia all’interno del Piano Mattei.
IL SENSO DEL VIAGGIO DI MELONI IN TUNISIA: PUNTELLARE IL PIANO MATTEI
La missione odierna non sarà l’ennesima visita a Tunisi per discutere di migranti sebbene, come sostenuto da alcune Ong presenti in Tunisia, le autorità tunisine avrebbero allentato i controlli a terra e in mare per mettere pressione sull’Italia e l’Europa.
La centralità della Tunisia all’interno dell’impianto del Piano Mattei è chiara, come è chiaro che il Piano Mattei si innesta – secondo ambienti italiani di governo – su una nuova politica di gestione dei flussi migratori, che supera il semplice contenimento e va a intervenire sulle cause strutturali, tra le quali la povertà educativa è una delle più rilevanti. In tal senso la presenza della ministra Bernini è significativa. Non a caso saranno firmati, nel corso del vertice, tre strumenti nell’ambito del Piano Mattei:
- un Accordo sul sostegno diretto al bilancio dello Stato tunisino a sostegno dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili;
- una linea di credito a favore delle piccole e medie imprese tunisine;
- un Protocollo d’Intesa tra Ministro dell’Università e della Ricerca italiano e il Ministero tunisino che fornirà il quadro per la cooperazione in questo ambito tra le due Nazioni.
LE DIFFICOLTÀ ECONOMICHE DI TUNISI: IL MEMORANDUM UE-TUNISIA CHE NON DECOLLA
Il Governo Meloni ha eletto la Tunisia a partner privilegiato nel nord Africa, e non solo per questioni energetiche. Lo scorso luglio la Premier ha agevolato la firma del memorandum Ue-Tunisia, attraverso il quale la Ue chiedeva una collaborazione alla Tunisia nel controllo delle frontiere esterne in cambio di un sostanzioso contributo economico volto a fare fiato all’economia tunisina in affanno (negli ultimi due trimestri dell’anno scorso l’economia tunisina è entrata in recessione). Tuttavia, come riporta Repubblica, sebbene all’inizio di marzo siano stati autorizzati 150 milioni di “assistenza macroeconomica urgente” previsti dal patto, il grosso dei fondi, circa 900 milioni, sono vincolati allo sblocco del prestito del Fondo monetario internazionale da 1,9 miliardi. Il problema è che il negoziato Fmi-Tunisia è fermo perché il presidente Saied si rifiuta di presentare il piano di riforme democratiche richiesto.
SAIED: “TUNISI NON SARÀ BASE DELL’EMIGRAZIONE CLANDESTINA”
Il presidente tunisino Kais Saied ha preparato il tavolo dell’incontro con i rappresentanti del governo italiano anticipando i temi del vertice. Nel corso della riunione del Consiglio di Sicurezza Nazionale ha discusso del peggioramento del fenomeno dell’immigrazione irregolare nel suo Paese, chiedendo alle agenzie di sicurezza statali ad estendere il loro controllo su tutte le città e regioni del Paese. Il presidente Saied ha chiarito che la Tunisi non sarà un punto di passaggio o di insediamento per i migranti irregolari e “non sarà vittima di coloro che hanno complottato affinché diventasse la loro base”. Secondo le Ong che vivono e lavorano in Tunisia le condizioni di vita dei migranti irregolari sono peggiorate. “Le autorità tunisine portano avanti una politica xenofoba e non esistano a deportare i migranti verso le zone di frontiera con l’Algeria e la Libia”, dice a Repubblica Romdhane Ben Amor, del Ftdes, Ong tunisina.
LA SOCIETÀ CIVILE DELLA TUNISIA REAGISCE ALLA VISITA DELLA PREMIER MELONI
La visita del contingente governativo italiano sarà accolta da una manifestazione davanti all’Ambasciata italiana a Tunisi. La mobilitazione, in concomitanza con la visita della Premier, vuole denunciare la detenzione, è indetta per sensibilizzare circa le condizioni di vita dei migranti tunisini nei centri di detenzione italiani, chiedere la fine delle espulsioni collettive e far sentire un sonoro diniego alle presunte pressioni sulla Tunisia affinché diventi un agente di sorveglianza delle coste e del territorio italiano.