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Decreto Bernini Università Telematiche

Le università telematiche protestano o plaudono al decreto Bernini?

Il decreto Bernini sulle università telematiche metterà tutti d'accordo? Ecco i tanti punti sui quali gli atenei digitali privati continuano a lagnarsi mentre tramite l'associazione United voluta dal gruppo Multiversity sponsorizzano report di centri studi ed eventi di testate giornalistiche

In dirittura d’arrivo il decreto Bernini, il corpus normativo che ha l’obiettivo di dare nuove regole alle università telematiche ribadendo così una equiparazione totale e fattuale con quelle per così dire “fisiche” (finora, a giudicare dalle parole di Giovanna Iannantuoni, rettrice della Bicocca di Milano, nonché presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane, era stata solo ‘legale’, dato che gli esponenti degli atenei tradizionali sembravano guardare al fenomeno con snobismo). 

SI GIOCHICCHIA SUI NUMERI

Uno degli ultimi nodi da sciogliere tra i partecipanti al tavolo voluto dal ministero retto da Anna Maria Bernini (Forza Italia) è il rapporto tra docenti e studenti. Che era anche, non a caso, una delle criticità maggiormente sottolineate dal rapporto dell’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, ente che si occupa della valutazione dell’attività delle università in Italia.

L’Anvur nei suoi rapporti assai critici sulle università telematiche aveva sottolineato come il boom delle stesse (anche grazie al Covid sono passate dai 45mila studenti del 2012/13 ai 251mila del 2022/23 e da 5.900 a 50mila laureati nella medesima forbice temporale) avesse fatto schizzare il numero degli studenti mentre quello dei docenti fosse rimasto troppo basso e questo non poteva essere indice di una buona qualità della docenza.

IL RAPPORTO DOCENTI – STUDENTI

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