Il governo Meloni va in soccorso delle università telematiche già floride? L’esecutivo di centrodestra tende una mano agli atenei digitali controllati dal gruppo Multiversity (del fondo americano Cvc) presieduto da Luciano Violate e capitanato dall’ex top manager di Google, Fabio Vaccarono?
E’ la sensazione che si coglie tra gli addetti ai lavori: evidentemente la pressione del gruppo che riunisce le università Pegaso, Mercatorum e San Raffaele sta facendo breccia nell’esecutivo nonostante gli stessi atenei non abbiano rispettato gli standard qualitativi previsti dall’attuale normativa.
Ma quali sono le ultime novità? Ecco tutti i dettagli.
DECRETO IN GESTAZIONE AL MUR SULLE UNIVERSITA’ TELEMATICHE
Secondo le indiscrezioni raccolte da Start Magazine, il ministero dell’Università e della Ricerca retto da Anna Maria Bernini si sta lavorando ad un decreto ministeriale che rimanda di un anno l’entrata in vigore dell’adeguamento degli standard qualitativi delle università telematiche a quelle tradizionali.
L’IDEA DEL DICASTERO RETTO DA BERNINI
L’idea del ministero è quella di rinviare di un anno l’obbligo di adeguamento (doveva entrare in vigore a settembre), prevedendo però dei criteri più favorevoli rispetto a quelli che sarebbero dovuti entrare in vigore sulla base del decreto attuale.
IL NODO DELLA QUESTIONE
Il punto nevralgico della questione resta quello dell’obbligo di assunzione di personale docente qualificato da parte delle telematiche le quali, in base alle leggi vigenti, possono svolgere l’attività universitaria senza garantire un rapporto congruo tra numero di professori e numero di studenti iscritti.
I NUMERI DELLA VICENDA
Un favoritismo, rispetto agli obblighi richiesti alle università tradizionali, che ha consentito alle università telematiche di realizzare profitti importanti a discapito della qualità della didattica e al quale il MUR vuole da tempo porre rimedio, portando il rapporto attuale pari a “un docente strutturato ogni 3 classi di studenti” al rapporto “uno a uno”, parificando le università telematiche a quelle tradizionali. Secondo i dati del 2022, le università tradizionali contano in media un professore ogni 28 studenti; quelle telematiche uno ogni 385.
IL PRESSING
La Crui (la conferenza dei rettori) e l’Anvur (l’agenzia di valutazione della ricerca) chiedono alle telematiche (ce ne sono 11 in Italia) di aumentare la quota dei docenti a tempo indeterminato in rapporto agli iscritti.
MELONI TENDE UNA MANO A VIOLANTE
Violante gongola. Chi l’avrebbe detto che sarebbe successo con un governo di centrodestra?