Skip to content

Editori Musicali Twitter

Gli editori musicali faranno smettere di cantare Twitter?

Gli editori musicali di Taylor Swift, Beyoncé, Lady Gaga e molti altri hanno fatto causa a Twitter per la violazione del copyright di 1.700 canzoni. Il risarcimento chiesto è di oltre 250 milioni di dollari ma Musk è noto per la sua avversione alla legge che tutela i diritti degli artisti. Tutti i dettagli

 

Un “pozzo nero” di violazioni del copyright. Così alcuni editori musicali hanno definito Twitter di Elon Musk facendo causa al social e chiedendo un risarcimento di oltre 250 milioni di dollari.

GLI EDITORI MUSICALI FANNO CAUSA A TWITTER

In una causa depositata lo scorso 14 giugno in Tennessee, la National Music Publishers’ Association (Nmpa) ha citato in giudizio Twitter per conto di diversi editori che rappresentano alcuni dei maggiori artisti del settore per violazione delle leggi sul copyright.

Oltre a un risarcimento di 255 milioni di dollari (150mila dollari a canzone), l’associazione di categoria chiede alla piattaforma social di andare in giudizio per dimostrare i danni subiti e il modo in cui Twitter ha tratto profitto dalla violazione del copyright di 1.700 canzoni.

CHI SONO E CHI RAPPRESENTANO QUESTI EDITORI MUSICALI

A quanto riferito da Quartz, sono 17 gli editori musicali che hanno deciso di sfidare Twitter. Tra questi, ci sono Anthem Entertainment, Sony Music Publishing e Universal Music Publishing Group, che rappresentano artisti come Taylor Swift, Beyoncé, The Weeknd, Ed Sheeran, Lady Gaga, Jay-Z, Rihanna, Travis Scott e molti altri.

L’ACCUSA

Gli editori musicali accusano Twitter di monetizzare i tweet con musica che non è stata pagata o concessa in licenza in modo appropriato. Stando a Quartz, “a quanto pare, anche dopo aver ricevuto le notifiche di copyright, Twitter impiega settimane o mesi per eliminarle, aumentando le sue prospettive di monetizzazione”.

La denuncia afferma, infatti, che “il sito non prende provvedimenti severi contro i trasgressori, al massimo sospende temporaneamente gli account, ma non c’è alcun rischio reale di chiusura”. Anche per il presidente della Nmpa, David Israelite, Twitter “è la più grande piattaforma di social media che ha completamente rifiutato di concedere in licenza milioni di canzoni sul suo servizio” e “ignora regolarmente le ripetute violazioni”.

COSA FANNO LE ALTRE AZIENDE SOCIAL

L’associazione precisa poi che, a differenza di Twitter, “altre aziende di social media e soggetti pagano per i diritti musicali”.

A parte qualche defaillance tra Meta e Siae in Italia, da TikTok a YouTube, passando per Facebook, Instagram e Snapchat, nella denuncia si legge che le società dietro a queste piattaforme “hanno stipulato accordi con editori e altri detentori di diritti che compensano i creatori di composizioni musicali per l’uso delle loro opere”.

Tale sistema scorretto avrebbe fatto risparmiare a Musk 100 milioni di dollari all’anno, che è la cifra che le società arrivano a pagare per i diritti musicali. Una scelta volontaria per abbattere i costi, secondo quanto riferito da alcuni dipendenti al New York Times.

“La condotta di Twitter denunciata in questa sede – prosegue l’associazione – danneggia questi mercati legittimi, privando così gli editori e i loro autori di canzoni dei redditi faticosamente guadagnati e meritati derivanti dai loro sforzi creativi”.

UNA VECCHIA STORIA (DI CUI MUSK NON SI È VOLUTO OCCUPARE)

Twitter, tuttavia, osserva Quartz, non era in regola nemmeno prima dell’arrivo del patron di Tesla. Infatti, la denuncia riguarda la violazione del copyright a partire dal 2021 e Musk ha acquistato la società per 44 miliardi di dollari solo a fine ottobre 2022.

La colpa del miliardario però sarebbe nell’aver interrotto le trattative intraprese dall’azienda fin dal 2021 con le tre principali etichette musicali: Universal, Sony e Warner.

Inoltre, l’avversione di Musk per le leggi sul copyright è cosa nota visto che non ha mai nascosto le sue critiche al Digital Millennium Copyright Act (Dmca) del 1998, che in un tweet ha definito: “troppo zelante” e “una piaga per l’umanità”.

Chissà se la nuova Ceo, Linda Yaccarino, affronterà la questione. Intanto, da Twitter per ora tutto tace, tranne la musica.

Torna su