Gli investitori di Yahoo vogliono la testa Merissa Mayer. I grandi finanziatori della società sembrano non aver digerito l’accantonamento da parte del board del piano di spin-off con il gigante cinese dell’eCommerce Alibaba e richiedono cambiamenti radicali. A scaldare gli animi è stata l’idea di Yahoo di creare una società separata alla quale destinare parte dei servizi Internet come Yahoo Mail e News. Non tanto l’idea di esternalizzare servizi in perdita, quanto la nuova strategia chiamata “reverse spin”; il nuovo piano a causa della complessità richiederebbe un anno di tempo prima di vedere la luce, tempo che gli investitori non sono più disposti ad aspettare.
La pazienza degli investitori sta per finire. A chiedere un cambio di rotta c’è hedge fund SpingOwl Asset Management che dopo aver presentato venerdì un piano di risanamento di 99 pagine al consiglio di Yahoo, ha dichiarato in un’intervista rilasciata dal presidente Eric Jackson di aver diverse persone in mente come successori di Merissa Mayer. Tra le lamentele anche quella del fondo Capital Advisors che detiene circa l’1,1 per cento pari a 10 milioni di azioni in Yahoo. In una lettera rivolta ai vertici della società ha sollecitato la cessione a breve termine delle attività internet ad un nuovo spin-off. Il WSJ ne riporta alcune parti: «Chiedere agli azionisti di continuare ad aspettare un’azione definitiva per un altro anno o più, ed estendere il mandato del senior management, mentre l’azienda valuta questo reverse-spin è semplicemente inaccettabile».

Intanto spuntano i nomi per possibili papabili alla successione della donna più potente della tech economy. Un anonimo azionista della società statunitense citato da Reuters ha indicato tra i potenziali successori all’attuale CEO i dirigenti di Yahoo Ross Levinsohn e Jacqueline Reses. Nonostante tutto Merissa Mayer godrebbe, per il momento, a un anno dall’arrivo al vertice, della fiducia del board per la realizzazione del un nuovo piano di risanamento. Gli investitori non sono della stessa opinione e sono ormai stanchi di aspettare la fine di una ristrutturazione che va ormai avanti dal 2012.