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Dentro Confindustria, la sfida silenziosa tra Orsini e Marinese

Che cosa succede e che cosa si dice in Confindustria. Fatti, nomi e indiscrezioni

Dietro la facciata di unità che Confindustria è solita mostrare al Paese, i corridoi di viale dell’Astronomia raccontano una storia diversa. Una storia fatta di equilibri instabili, ambizioni personali e manovre sotterranee che rischiano di incrinare la relazione tra il presidente Emanuele Orsini, in carica dal 2024, e il suo vicepresidente con delega a Organizzazione e Territori, Vincenzo Marinese.

Fonti vicine all’associazione raccontano di un clima tutt’altro che idilliaco tra i due. Marinese, imprenditore con solida esperienza associativa e fama di uomo pragmatico, non avrebbe mai nascosto la sua intenzione di guardare al futuro, puntando fin d’ora al dopo-Orsini, cioè alla presidenza del 2028. Un orizzonte lontano, ma che in Confindustria significa già oggi lavorare alle basi di un consenso interno, costruendo relazioni e consolidando poteri. Ed è proprio su questo terreno che, secondo le ricostruzioni, si starebbe muovendo con decisione. Marinese avrebbe infatti messo mano alla macchina organizzativa, prendendo in pugno il budget dell’associazione. Tagli secchi, senza troppi giri di parole: consulenze considerate ridondanti, compensi generosi a professionisti esterni, spese di rappresentanza poco giustificabili. Una sforbiciata che ha fatto storcere il naso a più di qualcuno, ma che allo stesso tempo gli ha guadagnato credibilità tra chi da tempo chiedeva maggiore rigore.

La partita più delicata, però, si gioca sul fronte della comunicazione. Qui il vicepresidente avrebbe deciso di imprimere un cambio di rotta, costruendo un rapporto quotidiano e stretto con il direttore Livio Vanghetti. Una coppia operativa, un tandem che – sempre secondo indiscrezioni – sta progressivamente spostando l’asse delle decisioni strategiche in materia di immagine pubblica dell’associazione. Un’azione che ha avuto conseguenze dirette: il ridimensionamento del ruolo di Image Building, la società di consulenza guidata da Giuliana Paoletti, storicamente vicina ad Orsini e per anni partner di riferimento nelle scelte comunicative dello stesso capo degli industriali.

Il risultato è che oggi la plancia di comando dell’organizzazione degli industriali appare divisa in due. Da un lato il presidente Orsini, che cerca di mantenere compatto il fronte interno e di portare avanti la sua agenda; dall’altro il suo vicepresidente Marinese, che lavora per costruire un profilo autonomo, capace di proiettarlo già verso la successione. Ufficialmente, i due continuano a mostrarsi in sintonia durante gli eventi pubblici e nelle riunioni di vertice. Ma chi frequenta abitualmente gli ambienti di viale dell’Astronomia giura che tra i due “non corra buon sangue”. Le differenze di stile e di approccio sarebbero ormai palpabili: più prudente e dialogante Orsini, più diretto e decisionista Marinese. Se il futuro della presidenza 2028 è ancora lontano, una cosa è certa: la partita è già iniziata. E il confronto tra i due, per ora giocato sottotraccia, rischia di diventare il vero retroscena che accompagnerà Confindustria nei prossimi anni.

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