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Tutti i rischi del “crypto lending”, i prestiti in criptovalute

Negli Stati Uniti si sta diffondendo il "crypto lending", cioè il prestito di criptovalute a soggetti al di fuori della finanza tradizionale e spesso insolventi. Ma gli alti tassi di interesse compensano le perdite, assicurano le aziende del settore.

A quasi tre anni di distanza dalla bancarotta di Ftx, una delle più importanti piattaforme di scambio di criptovalute, il cosiddetto “inverno delle cripto” è terminato: merito anche del sostegno fornito al settore dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nelle parole e con i fatti (il Clarity Act, l’Anti-Cbdc Act e il Genius Act). Il bitcoin, la criptovaluta più popolare, è oggi su livelli record e perfino BlackRock, la più grande società di gestione degli investimenti al mondo, suggerisce ai suoi clienti di inserirlo nei loro portafogli. Invece JpMorgan, ovvero la banca più grande al mondo per capitalizzazione di mercato, sta pensando di entrare nel settore del crypto lending, cioè dei prestiti in criptovaluta.

“MICROFINANZA SOTTO STEROIDI”

“Una nuova generazione di iniziative imprenditoriali ad alto rendimento nel settore delle criptovalute sta ampliando la propensione al rischio con nuove forme di prestiti in asset digitali”, ha scritto il Financial Times riferendosi al crypto lending. Il quotidiano racconta di come Divine Research, società che si occupa di prestiti con sede a San Francisco, abbia concesso circa 30.000 prestiti a breve termine senza garanzie dal mese di dicembre: lo ha fatto in collaborazione con World, il futuristico progetto di criptovalute (e di autenticazione online basata sulla scansione dell’iride) avviato da Sam Altman, noto principalmente per essere l’amministratore delegato di OpenAi.

“È microfinanza sotto steroidi”, ha detto al Financial Times il fondatore di Divine, Diego Estevez.

I PRESTITI IN CRIPTOVALUTE DI DIVINE

Divine offre prestiti inferiori a 1000 dollari nella stablecoin Usdc a consumatori con scarse disponibilità finanziarie, per lo più residenti all’estero e solitamente non serviti dalle istituzioni finanziarie tradizionali. I prestiti, di solito, hanno tassi di interesse fissi tra il 20 e il 30 per cento. Per assicurarsi che i debitori inadempienti non creino un nuovo account per richiedere un altro prestito, Divine utilizza il sistema di scansione dell’iride sviluppato da World, che – come detto – dovrebbe garantire l’autentificazione delle persone sul web.

Con stablecoin  si intendono quelle valute digitali che si differenziano dalle criptovalute “tradizionali” perché hanno un valore fisso, che di solito è agganciato a quello del dollaro con un rapporto 1:1.

COSA FA 3JANE

Uno dei concorrenti principali di Divine è il gruppo 3Jane, sostenuto (tra gli altri) dal fondo di venture capital Paradigm con oltre 5 milioni di dollari: Paradigm figurava tra gli investitori di Ftx, peraltro.

3Jane fornisce prestiti non garantiti in stablecoin Usdc sulla piattaforma Ethereum: attraverso la blockchain, le transazioni sono validate, verificabili e permanenti. I prestiti insoliti vengono poi venduti alle agenzie di recupero crediti statunitensi.

I TASSI DI INTERESSE COMPENSANO LE PERDITE

Divine afferma che i tassi di insolvenza per il primo prestito contratto sono mediamente del 40 per cento, ma gli alti tassi di interesse “compensano queste perdite”.

La società ha spiegato anche che la maggior parte degli utenti che richiedono un prestito non erano utilizzatori abituali di criptovalute prima di registrarsi sulla sua piattaforma. Il programma di crypto lending è stato testato in Argentina, che per anni ha dovuto fare i conti con un elevatissimo tasso di inflazione. I prestiti di Divine sono finanziati dai depositi di privati, che Estevez definisce persone alla ricerca di “buoni rendimenti”.

La maggior parte dei mutuatari di Divine non era un utente abituale di criptovalute prima di registrarsi. Il programma è stato sperimentato in Argentina, che ha sofferto per anni di una forte inflazione. I prestiti sono finanziati dai depositi di privati, che secondo Estevez sono in genere persone alla ricerca di “buoni rendimenti”.

I prestiti in criptovalute finanziati da singoli privati erano stati al centro del tracollo avvenuto nel 2022, quando piattaforme come Celsius non riuscirono a rimborsare i loro depositanti i e presentarono istanza di bancarotta.

IL COMMENTO DI MARCO LIERA

“La chiamano ‘microfinanza agli steroidi’. Prestare stablecoins senza garanzie a tagli da $ 1000 a soggetti non bancarizzati, insolventi nel 40% dei casi, con interessi compresi tra il 20 e il 30%. In Italia businesses come questi di solito vengono finanziati dalla ndrangheta o dalla camorra. Negli USA da simpatici venture capitalists, che naturalmente rispettano i criteri Esg”, ha scritto su X il broker assicurativo Marco Liera, fondatore di You Invest.

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