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Cosa succede tra Parigi e Berlino sul programma Fcas per il caccia di sesta generazione

Secondo una fonte industriale, la Francia ha chiesto una condivisione del lavoro dell'80% per il Future Combat Air System (Fcas), il progetto di sistema di combattimento aereo del futuro di Germania, Francia e Spagna. Se fosse confermato, sarebbe un ulteriore scossone per il programma, già in ritardo. Tutti i dettagli

La Francia pretende una quota dell’80% nel Future Combat Air System (Fcas), il progetto di sistema di combattimento aereo del futuro con Germania e Spagna.

Parigi ha comunicato a Berlino di volere una condivisione del lavoro di circa l’80% per il programma di caccia di sesta generazione, secondo quanto ha riferito a Reuters una fonte dell’industria della difesa, confermando un rapporto dell’autorevole rivista tedesca sulla difesa Hartpunkt.

Lanciato nel 2017, il programma franco-tedesco-spagnolo – dal valore stimato di oltre 100 miliardi di euro – è progettato per sostituire il Rafale francese e gli Eurofighter tedeschi e spagnoli a partire dal 2040. Il Fcas ruota attorno allo sviluppo di un aereo da caccia di prossima generazione, di portaerei remote e di un cloud da combattimento. Il progetto coinvolge le società di difesa nazionali Dassault Aviation, Airbus e la spagnola Indra. Va ricordato che Dassault Aviation produce il caccia francese Rafale, mentre Airbus costruisce l’Eurofighter, operativo in Germania e Spagna.

Ad oggi il programma Fcas sconta ritardi dal momento che le aziende coinvolte hanno discusso a lungo sulla proprietà intellettuale e sulle politiche di esportazione.

Sollecitato sui rapporti stampa circa la richiesta francese, un portavoce del Ministero della Difesa tedesco ha affermato che gli accordi intergovernativi sullo sviluppo del Fcas rimangono il quadro vincolante per la partecipazione di Berlino al programma.

Ma cosa succederà adesso?

Lo scorso aprile, il governo tedesco appena insediato aveva dichiarato che intende proseguire rapidamente lo sviluppo del Fcas, secondo l’accordo di coalizione tra i conservatori CDU/CSU e il partito di centro-sinistra SPD, come riportato da Defense News. 

Senza dimenticare che in Europa c’è un altro progetto concorrente: il Global Combat Air Program (Gcap) il programma tra Regno Unito, Giappone e Italia.

Tutti i dettagli.

LA RICHIESTA FRANCESE

Se la Francia dovesse dare seguito alla sua richiesta di una condivisione del lavoro dell’80%, ciò annullerebbe la divisione dei compiti concordata, ha affermato la fonte, aggiungendo che le conseguenti differenze tra i partner del progetto renderebbero improbabile che il progetto possa entrare nella fase successiva come previsto entro la fine dell’anno.

A CHE PUNTO È IL PROGETTO FRANCO-TEDESCO SPAGNOLO FCAS

Nel dicembre 2022 il programma Fcas è decollato con l’aggiudicazione del contratto di Fase 1B.

A nome dei governi di Francia, Germania e Spagna, la Direzione generale francese per gli armamenti (DGA) ha assegnato a Dassault Aviation (che rappresenta la Francia), Airbus (Germania), Indra (Spagna), Eumet e ai loro partner industriali il contratto per il dimostratore Phase 1B del Future Combat Air System (Fcas). Questo contratto storico, del valore di 3,2 miliardi di euro, coprirà i lavori sul dimostratore Fcas e sui suoi componenti per circa tre anni e mezzo. Le tre nazioni continuano a lavorare su tutti e tre gli elementi NGWS (Next Generation Weapon System): aerei da combattimento, portaerei remote e cloud da combattimento.

I NODI

Nel novembre 2023 il ministro della Difesa del Belgio ha rivelato che entro giugno 2025 il paese diventerà la quarta nazione partner insieme a Germania, Francia e Spagna ad aderire al programma di caccia di sesta generazione Future Combat Air System (Fcas).

Come ricordato da Breaking Defense, l’ingresso belga nel programma Fcas non è stato privo di controversie. La francese Dassault si era pubblicamente espressa contro l’ingresso nel programma di paesi europei che hanno già optato per il caccia americano F-35.

Ma i problemi non finiscono qui: le continue controversie tra i partner sulla suddivisione del carico di lavoro stanno causando ritardi e raggiungere un accordo sulla fase 2 “richiederà ancora del tempo, questo è certo”, secondo Éric Trappier, amministratore delegato di Dassault Aviation, che ha criticato duramente la collaborazione con Airbus nel Fcas durante un’audizione presso la Commissione Difesa dell’Assemblea Nazionale in primavera.

“I prossimi mesi fino alla fine dell’anno saranno cruciali per avviare rapidamente la fase di sviluppo vera e propria del programma”, aveva aggiunto.

LA POSIZIONE DI AIRBUS

Un portavoce di Airbus ha rifiutato di commentare, ma ha affermato che l’azienda è rimasta fedele al Fcas e a tutti gli accordi precedenti, rileva ancora Reuters.

Compiti e condivisione del lavoro sono stati finora suddivisi lungo pilastri specifici del progetto, come lo sviluppo del velivolo stesso, del motore, del vettore remoto di accompagnamento e del cloud di combattimento aereo, la dorsale digitale che collega i sistemi.

L”ULTIMO CHIODO NELLA BARA” SECONDO BERLINO

Ma Berlino non è pronto a cedere sulla ripartizione del lavoro sul programma per il caccia di sesta generazione.

Se Parigi non si ritirasse dalla sua richiesta dell’80%, questo potrebbe costituire l’ultimo “chiodo nella bara” del progetto congiunto, ha dichiarato a Hartpunkt il parlamentare tedesco Christoph Schmid, membro dell’Spd del ministro della Difesa Boris Pistorius, secondo cui la Germania non potrebbe accettare tale richiesta e continuare a finanziare un progetto francese con denaro tedesco.

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