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Quanto ci vorrà per la fusione satellitare tra Airbus, Thales e Leonardo

Alla vigilia dell'Air Show di Parigi, il ceo del colosso aerospaziale europeo fa il punto sull'imminente consolidamento tra gli asset spaziali di Airbus, Thales e Leonardo, ritenuto un modo per colmare l'enorme divario negli investimenti spaziali tra Europa e Stati Uniti.

I colloqui in corso tra Airbus, Thales e Leonardo per la fusione degli asset satellitari potrebbero protrarsi fino al 2026.

È quanto ha dichiarato venerdì Guillaume Faury, Presidente esecutivo di Airbus, all’apertura del Paris Air Forum sottolineando che “Dobbiamo agire rapidamente perché è urgente creare un’azienda di dimensioni critiche nel settore satellitare, in grado di competere almeno su scala europea”, ripreso da la Tribune.

Secondo quanto rivelato a fine marzo sempre da La Tribune, Airbus, Thales e Leonardo hanno presentato alla Commissione europea un piano preliminare di consolidamento per riunire le loro risorse spaziali in un’unica società.

Dopodiché Reuters ha citato una fonte secondo cui le tre aziende hanno avviato discussioni con l’autorità antitrust Ue in quella comunemente nota come “fase di pre-notifica”.

Già da tempo l’ad del colosso dell’aerospazio e difesa italiano, Roberto Cingolani, aveva confermato le discussioni in corso tra il gruppo ex Finmeccanica e i francesi Airbus e Thales sulle alleanze spaziali, “perché è evidente che in uno scenario così competitivo servano giganti europei”.

Inoltre, l’italiana Leonardo e la francese Thales sono già alleate nella space alliance con le joint-venture Thales Alenia Space (67% di Thales e 33% di Leonardo) e Telespazio (67% di Leonardo e 33% di Thales).

Ma le tre società non sono le uniche che guardano al consolidamento nel settore.

Il 9 giugno la Commissione europea ha approvato senza condizioni la proposta di acquisizione dell’operatore satellitare lussemburghese Intelsat da parte del connazionale Ses.

L’acquisizione di Intelsat da parte di Ses creerà un grande operatore europeo in grado di competere sia con Starlink, il servizio di Internet satellitare di proprietà di SpaceX, di Elon Musk, sia con Inmarsat Group Holdings, la francese Eutelsat (che possiede la rete OneWeb) e Amazon Kuiper.

Tutti i dettagli.

A LAVORO SU UN GIGANTE SPAZIALE EUROPEO

Le pesanti perdite interne e la concorrenza di Starlink di Elon Musk hanno portato i due maggiori attori europei, Airbus e Thales Alenia Space, a considerare di mettere in comune le attività satellitari in una nuova impresa simile al produttore di missili europeo Mbda.

Lo scorso dicembre Reuters ha rivelato il “Project Bromo”, che prende il nome da un vulcano indonesiano, prevede la creazione di un campione europeo dei satelliti sul modello di Mbda, il consorzio missilistico europeo fra Airbus e Bae Systems (37,5% ciascuno) con socio al 25% Leonardo.

COME PROCEDE IL DOSSIER DELLA FUSIONE TRA GLI ASSET SATELLITARI DI AIRBUS, THALES E LEONARDO

“Siamo tutti e tre molto allineati”, ha affermato Faury, aggiungendo che la sfida ora è la velocità dell’operazione.

Discussioni di questo tipo richiedono in genere circa due anni per essere concluse, secondo il numero uno di Airbus.

GLI OSTACOLI DA SUPERARE

“Un progetto di queste dimensioni richiede molto tempo per essere implementato a causa delle autorizzazioni da ottenere, in particolare in termini antitrust”, ha spiegato il manager, che stima che questo consolidamento dovrebbe durare due anni.

Faury, in una recente intervista ad Aviation Week, ha affermato di voler accelerare il dibattito su un accordo di ristrutturazione del settore satellitare. “Credo che l’impegno delle tre parti sia molto forte. Condividiamo la convinzione comune che questa joint venture sarà molto più efficace della somma delle singole parti”, ha osservato.

“Il diavolo si nasconde nei dettagli: in queste attività, i dettagli sono innumerevoli”, ha concluso il ceo di Airbus.

Senza dimenticare che il progetto solleva timori, non solo dei concorrenti, come l’azienda aerospaziale tedesca Ohb, già pronta a sollevare preoccupazioni presso le autorità di concorrenza dell’Ue su un potenziale legame tra i due più grandi produttori di satelliti europei.

 

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