Non tutti fanno il tifo per il consolidamento dell’industria in Europa.
Un’alleanza che unisca le attività spaziali di Thales e Airbus sarebbe anti-concorrenziale e minaccerebbe di creare un monopolio in Europa che sarebbe dannoso per i clienti e l’industria. È il monito lanciato dal capo del terzo più grande produttore di satelliti del continente.
Marco Fuchs, ceo della tedesca Ohb con sede a Brema, ha spiegato al Financial Times che aveva intenzione di sollevare preoccupazioni presso le autorità di concorrenza dell’Ue su un potenziale legame tra i due più grandi produttori di satelliti europei, qualora i colloqui tra loro si traducessero in proposte concrete.
Nei mesi scorsi indiscrezioni di stampa avevano indicato l’esistenza di un dialogo tra Airbus e Thales Alenia Space, jv partecipata al 67% dalla francese Thales e al 33% dall’italiana Leonardo. Airbus e Thales Alenia Space sono i maggiori produttori europei di satelliti per telecomunicazioni, navigazione e sorveglianza. Nelle discussioni esplorative è impegnata anche il gruppo ex Finmeccanica. L’obiettivo sarebbe quello di creare un’alleanza paneuropea nello spazio simile a quella di Mbda, il consorzio missilistico europeo fra Airbus e Bae Systems (37,5% ciascuno) con socio al 25% Leonardo.
Tutti i dettagli.
I TIMORI DI OHB
“La discussione mira a vedere come l’Europa può essere più competitiva e avere una massa critica maggiore”, ha affermato una persona coinvolta nelle discussioni esplorative, citata dal Fit.
Secondo il numero uno della tedesca Ohb, un player spaziale nato dal merger tra le attività spaziali di Airbus e Thales, “Sarebbe un attore molto forte e dominante sul mercato. Siamo preoccupati. Penso che la concorrenza sarà ridotta”.
IL CONTESTO DEI COLLOQUI TRA AIRBUS E THALES
Le discussioni sono emerse settimane dopo che Airbus ha annunciato di avere in corso una valutazione di diverse opzioni strategiche sulle sue attività spaziali che quest’anno comporteranno accantonamenti per 900 milioni legati ad alcuni programmi di telecomunicazione satellitare.
Il 16 ottobre il gruppo aerospaziale europeo ha annunciato di ricorrere ai tagli in Defence and Space, che rappresentano il 7% della forza lavoro nella sua seconda divisione più grande, che attualmente impiega in tutto 35mila dipendenti, entro la metà del 2026 dopo i colloqui con i sindacati.
“L’intento è chiaramente quello di provare a creare una massa critica in un settore che attualmente non sta andando bene e che è minato da attori come Starlink”, aveva osservato a Reuters una fonte del settore italiano, riferendosi ai colloqui segnalati tra Airbus e Thales. Senza dimenticare che Airbus già affronta la concorrenza di SpaceX in un altro business, ovvero quello dei lanciatori dove collabora con la francese Safran in ArianeGroup. Il loro razzo Ariane 6 è decollato dopo quattro anni di ritardi a luglio.
IL COMMENTO DEGLI ANALISTI
L’unione delle attività spaziali delle due aziende “certamente sconvolgerebbe il panorama spaziale europeo”, riducendo il numero di appaltatori principali in grado di gestire grandi programmi spaziali alla nuova alleanza e Ohb, ha spiegato al Ft Caleb Henry, analista di Quilty Space. “Ciò renderebbe più dura la concorrenza intracontinentale per l’Europa”. Inoltre, non era chiaro se un accordo avrebbe avuto senso data la mancanza di una domanda considerevole del settore pubblico per guidare le economie di scala, ha aggiunto.
Per Ohb, una Airbus-Thales Alenia Space combinata sarebbe stata un concorrente formidabile in settori come il telerilevamento e i satelliti di navigazione. Tuttavia, Henry ha affermato che potrebbe anche spingere il governo tedesco a inviare più affari verso Ohb per “mantenere, come minimo, un duopolio competitivo in Europa”.
FATTORE TEDESCO
In realtà le due aziende avevano già preso in considerazione un’operazione del genere nel 2019, che fu in gran parte abbandonata per ragioni antitrust a livello europeo. Ma oltre al lasciapassare di Bruxelles sono tanti altri i nodi da sciogliere.
Uno per esempio è tedesco. La Germania, che come la Francia detiene l’11% di Airbus, dovrebbe anche tenere d’occhio qualsiasi cosa alteri significativamente il delicato equilibrio franco-tedesco del gruppo raddoppiando le attività spaziali incentrate sulla Francia. Secondo il quotidiano finanziario britannico, una nuova entità spaziale dominata da aziende francesi si aggiungerebbe alle crescenti tensioni con la Germania, da quando Berlino ha spinto per aprire il mercato europeo dei lanciatori alla concorrenza, sfidando la leadership francese nel settore.
“La Germania deve stare molto attenta a non soffrire a causa del fatto che Francia e Italia hanno un problema nelle loro attività spaziali”, ha affermato un dirigente tedesco. “La domanda è, se trovano sinergie, licenzieranno personale in Germania o sposteranno il carico di lavoro dalla Germania altrove”. Se così fosse, la domanda istituzionale tedesca potrebbe essere spostata verso aziende come Ohb per compensare, ha affermato.
AIRBUS È UN’OPZIONE PER LEONARDO
Infine, se in Germania non guarderebbe con favore all’alleanza tra Airbus e Thales nello spazio, nel nostro paese invece c’è chi spinge per un consolidamento dell’industria della difesa europea in grado di competere non solo con i colossi cinesi, ma anche americani. Stiamo parlando del ceo di Leonardo, Roberto Cingolani, che in occasione della conferenza stampa per l’annuncio della joint-venture con Rheinmetall sui carri armati, ha osservato che “La dipendenza della difesa Ue dalle forniture esterne dipende soprattutto dalla mancanza di alternative europee valide”. “Noi siamo pronti ad offrirne: con Rheinmetall e con le altre alleanze a cui stiamo lavorando” ha rimarcato Cingolani. Quest’ultimo chiaro riferimento alla ricerca di nuove alleanze anche nello spazio. Al momento sono in corso i colloqui con la francese Thales “per studiare come modificare la Space Alliance per migliorarne l’efficienza e aumentarne la competitività”.
“Noi siamo l’unica vera joint venture che c’è sul mercato nello spazio ed è giusto pensare che abbia una evoluzione scatenata dall’osservazione del mercato: esiste SpaceX, Elon Musk ha cambiato il paradigma dei satelliti, ma esistono anche un consolidamento europeo ed altri attori” aveva illustrato a inizio mese il condirettore generale di Leonardo, Lorenzo Mariani, parlando delle strategie del gruppo nel settore spaziale dove ha un’alleanza con i francesi di Thales attraverso le jv Thales Alenia Space e Telespazio. “La discussione con Thales – aveva proseguito Mariani – riguarda sia come interfacciarsi con altri attori, Airbus è il primo ma ci sono anche altri, sia come fa evolvere la Space Alliance tra Leonardo e Thales ma anche per intercettare meglio i bisogni del mercato”.