Byd, il colosso cinese dell’auto, l’unico attualmente capace di rivaleggiare con l’americana Tesla nella produzione di vetture elettriche (e che secondo un recente report citato da Reuters ad aprile avrebbe superato Tesla nelle vendite nel Vecchio continente: 7.231 veicoli elettrici a batteria contro le 7.165 unità della Casa di Elon Musk) fa sempre più paura ai costruttori europei. Dopo essersi messo in scia delle vetture inglesi e tedesche di fascia alta, ora il marchio di Shenzhen intende superare a destra anche le city car, settore in cui se la cavano particolarmente bene i costruttori italiani, spagnoli e francesi.
BYD SPAVENTA LA FRANCIA
E sono proprio i francesi a essere i più spaventati dalle nuove mosse di Byd, come testimonia l’ampio spazio che Le Figaro dedica al nuovo modello, l’auto elettrica Seagull, rinominata Dolphin Surf. Ne hanno ben donde visto che la citycar a batteria verrà proposta nel Vecchio continente a circa 20.000 euro.
BYD HA VINTO LA SFIDA DELL’AUTO ELETTRICA LOW COST, NONOSTANTE I DAZI
Sebbene tale listino sia stato di fatto raddoppiato rispetto al prezzo cinese, Dolphin Surf è destinata comunque a entrare nella storia in quanto incarna la famosa auto elettrica a prezzo budget che proprio la Francia, soprattutto con Renault (si era vociferato in merito pure di un’alleanza con Volkswagen, ma anziché fare sistema i due costruttori avevano preferito far da sé), sperava di mettere in strada per sbaragliare la concorrenza asiatica.
La Twingo elettrica dal prezzo inarrivabile è ancora una chimera mentre i cinesi di Byd, pur zavorrati dai dazi che l’Europa ha imposto lo scorso ottobre alle auto made in China (oltre la tariffa base del 10 per cento adesso l’azienda guidata da Wang Chuanfu paga un ulteriore 17%), si stanno prendendo la soddisfazione di dimostrare a Bruxelles (e alla Francia, che aveva votato a favore dei balzelli) di essere comunque riusciti a tagliare per primi il nastro del traguardo.
UN LISTINO COMPETITIVO
Il più grande ostacolo allo sviluppo della mobilità elettrica, concordano gli analisti, è il prezzo delle vetture, ma adesso tutto potrebbe cambiare. Mentre la Twingo elettrica è solo nei disegni degli ingegneri francesi, la Dolphin Surf si appresta a correre sulle strade di tutta Europa dove sarà proposta in tre versioni: 19.990 euro con batteria da 30 kWh (fino a 220 km di autonomia nel ciclo combinato WLTP), 23.990 euro con batteria da 43,2 kWh (320 km di autonomia) e 25.990 euro con stessa batteria ma monoblocco motore più potente da 115 kW (150 CV) anziché 65 kW come nelle prime due versioni.
E non si creda che a quel prezzo il produttore cinese dia solo il modello base perché secondo gli annunci del costruttore ripresi dal quotidiano francese sono numerose le caratteristiche hi-tech utili a intercettare soprattutto una platea giovanissima: regolazione automatica dei fari in base al traffico, tergicristalli automatici, aggiornamenti automatici via Internet e una telecamera a 360° nella versione top di gamma. Inoltre, con l’apertura in Ungheria della prima gigafactory di auto elettriche a marchio Byd (su cui la Ue pare stia indagando) il costruttore cinese potrà inondare l’Europa di vetture proposte probabilmente a prezzi ancora più bassi, dato che non avrà più il problema dei dazi.
L’AMMISSIONE DI DE MEO SULLA SUPERIORITA’ CINESE
Del resto Luca de Meo, amministratore delegato di Renault, qualche mese fa parlando proprio della necessità di sfoderare un’auto elettrica low cost al quotidiano cinese China Daily era stato costretto ad ammettere la superiore del know-how cinese: “Quando ho proposto l’idea al mio team in Francia, mi hanno detto che era impossibile”. Quindi aveva aggiunto: “Ma in Cina, gli ingegneri mi hanno risposto: ‘Nessun problema’.”
L’EUROPA NON SA FARE SISTEMA
Sempre de Meo in questi giorni ripete come un mantra che l’Europa dovrebbe fare sistema per battere la concorrenza cinese. “Siamo ancora aperti alla possibilità di fornire la nostra tecnologia ad altri costruttori europei”, ha dichiarato il Ceo in audizione in Commissione attività produttive alla Camera dei Deputati, aggiungendo: “Dobbiamo fornire un quadro favorevole all’acquisto di auto piccole ed elettriche, come fatto in Giappone”.
Finora, però, i costruttori del Vecchio continente hanno preferito muoversi a macchia di leopardo e i listini lo dimostrano: se si escludono la Citroën Ë-C3 prodotta in Slovacchia che si avvicina ai 20.000 euro e la Renault R5 che parte da 25.000 euro per vetture elettriche sotto i 20mila euro bisognerà attendere almeno l’ID2 e l’ID1 di Volkswagen, ma si parla del 2027 o non meno di 12 mesi per la Twingo a zero emissioni. Nel frattempo le auto elettriche cinesi a basso prezzo scorrazzeranno già in lungo e in largo per l’Europa.