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Zingaretti Di Maio

Tutte le contraddizioni della maggioranza su nave Gregoretti e legge proporzionale. Il commento di Polillo

Domina l’incoerenza soprattutto tra le forze di maggioranza. Ecco perché. Il commento di Gianfranco Polillo

Che vi sia una preoccupante situazione di follia, nella politica italiana, è cosa difficile da non vedere. Domina l’incoerenza soprattutto tra le forze di maggioranza. Anche se, all’interno di Forza Italia, sono evidenti i segnali che preannunciano l’esaurirsi di un lungo ciclo. Con tutte le conseguenze che questo giro di boa comporta tra i suoi membri. Sempre più insofferenti di fronte a un vecchio ordine gerarchico, segnato dal dominio quasi assoluto del Cavaliere.

Ma i problemi principali sono sul fronte opposto, dominato dal terrore che Matteo Salvini possa vincere la partita. Naturalmente c’è molto di strumentale in questa presa di posizione. Per la sinistra, in generale, è stato sempre più facile evocare demoniaci concorrenti, piuttosto che misurarsi con i problemi reali del Paese. Nel senso di individuare una prospettiva capace di andare oltre il momento contingente. Basti considerare la limitata durata dei governi ai quali ha dato vita dall’inizio del Terzo millennio. Continuamente segnati dalla staffetta tra i vari presidenti del Consiglio: Prodi, D’Alema, Amato. E poi Letta, Renzi e Gentiloni.

Questa volta al vecchio feticcio dell’”imperialismo americano” é stato prima sostituito il conflitto d’interessi di Silvio Berlusconi. Poi i presunti comportamenti razzisti e xenofobi della Lega. Denuncia inconsistente, almeno a giudicare dal comune sentire della maggioranza dell’elettorato: non solo italiano. Ed é su questo “teorema” che, soprattutto, i Dem cercano di trovare la quadra per le prossime tornate elettorali. L’assurda situazione che si è creata al Senato ne é la più lampante dimostrazione. La maggioranza cerca di evitare il voto, prima della data delle elezioni, sulla vicenda della Gregoretti, per non correre il rischio di un possibile boomerang. Ma così rende evidente la strumentalità delle precedenti accuse.

Contraddizioni ancora maggiori sul fronte della politica pura. Intendendo con quest’espressione i meccanismi della legge elettorale. Forse il tentativo, compiuto dalla Lega, di ottenere un maggioritario puro via referendum era eccessivo. Si sarebbe passati da un referendum abrogativo, previsto dalla Costituzione, ad uno propositivo che non rientra in quei parametri. Ma la maggioranza deve innanzitutto chiarirsi con se stessa. Puntare ad una legge elettorale proporzionale, quale quella che sta bollendo nella pentola delle Commissioni parlamentari, può anche andar bene. Ma a condizione che si sappia con esattezza dove si vuole andare a parare.

Un sistema proporzionale, non solo per definizione, ma a seguito di una sperimentazione ultra decennale, si basa sul confronto e sulla successiva sintesi politica, tra le diverse forze in campo. Non ammette, in altre parole, pregiudiziali. Lo si è visto nell’Italietta pre-giolittiana (connubio e trasformismo), così come nella Prima Repubblica. In cui nemmeno il peso della “guerra fredda” riuscì ad impedire che DC, da un lato, e PCI, dall’altro, potessero dialogale, fino alla grande delusione del “compromesso storico”. Grillini e Dem vorrebbero, invece, grazie ai nuovi possibili meccanismi elettorali, salvare capre a cavoli. Consentire un “connubio” limitato alle loro forze parlamentari, ma alzare una barriera invalicabile nei confronti di una “destra”, come sempre ritenuta indegna.

Avremmo così un sistema zoppo. Proporzionale sul fronte dell’inciucio: vale a dire le pratiche di governo. Maggioritario su quello dei rapporti tra maggioranza ed opposizione, con un sistema di comunicazione che avrà, nella reciproca demonizzazione, il suo punto di maggiore forza. Può funzionare, nell’interesse del Paese? I dubbi sono più che legittimi, se solo si guarda alle sue fragilità. E a quelle divisioni tra tra Nord e Sud, che sono destinate a colorare, ancor di più, le maglie dei futuri rappresentanti del popolo

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