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LEGGE INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Cosa prevede la legge italiana sull’intelligenza artificiale

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge sull'Intelligenza artificiale. Dagli investimenti stanziati dal governo per sostenere le startup alle sanzioni previste, comprese pene detentive, contro gli autori di crimini legati all’Ia.Tutti i dettagli

Presentata la legge italiana sull’intelligenza artificiale.

Il 23 aprile il Consiglio dei ministri ha approvato il tanto atteso disegno di legge volto a stabilire le regole di base per l’uso dell’intelligenza artificiale.

Le norme intervengono in cinque ambiti: la strategia nazionale, le autorità nazionali [Agenzia per l’Italia digitale e Agenzia per la cybersicurezza nazional], le azioni di promozione [agevolazioni e stanziamento di investimenti nel settore], la tutela del diritto di autore, le sanzioni penali [per i crimini legati all’intelligenza artificiale comprese pene dentive], spiega il comunicato di Palazzo Chigi.

Con questo provvedimento l’Italia è il primo paese a declinare il regolamento europeo AI Act, approvato il mese scorso dal Parlamento europeo.

A presentare i provvedimenti approvati alla stampa ci hanno pensato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il ministro delle Imprese e Made in italy Adolfo Urso e il Sottosegretario con delega all’Innovazione, Alessio Butti.

Come già anticipato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ddl prevede un investimento iniziale fino a 1 miliardo di euro per promuovere progetti e startup di intelligenza artificiale, che sarà sostenuto da Cdp, e in particolare di Cdp Venture Capital. “Queste sono le prime risorse, anche se consistenti, poi vedremo se ci saranno ulteriori necessità”, ha detto in conferenza stampa il ministro dell’Industria Adolfo Urso.

Quello italiano è il primo governo che “legifera in materia di intelligenza artificiale, peraltro con uno strumento che è il disegno di legge e non il decreto legge, ancorché molti avessero ravvisato i requisiti di necessità e urgenza” ha sottolineato il Sottosegretario Butti. La scelta del disegno di legge dipende dalla volontà del residente del Consiglio che, su una materia così delicata, desidera vi sia “un confronto serrato a livello parlamentare”.

Tutti i dettagli.

LE RISORSE DESTINATE PER L’IA

Il provvedimento, ha detto il ministro Urso, “indirizza un miliardo di euro del fondo innovazione al venture capital gestito da Cdp da un lato per facilitare la nascita di start up e di far crescere start up esistenti che operano nell’Ia, e dall’altro per consentire la nascita di un campione nazionale cone fanno altri paesi Ue”.

“In totale, per il settore, dunque, si passa per ora da 1,15 miliardi inizialmente ipotizzati a 1 miliardo, con un effetto leva stimato in almeno 3 volte mediante il coinvolgimento di altri fondi privati” evidenzia il Sole 24 Ore.

Abbiamo 4 milioni di PMI – ha proseguito Urso – e dobbiamo metterle nella condizione di utilizzare questa tecnologia sfidante. L’obiettivo è creare un mercato di IA equo e senza barriere all’ingresso. È una tematica centrale il coinvolgimento delle PMI nel processo innovativo che offre l’IA”. Il Ministro ha spiegato che il miliardo di euro “sarà destinato al venture capital, gestito da Cdp, proprio al fine di facilitare la nascita e lo sviluppo di start up, anche attraverso l’acquisto di quote di capitale. Vogliamo anche consentire la nascita di un campione nazionale, come avviene in altri Paesi. Sono le prime risorse, ancorché significative”.

LA GOVERNANCE

Dopodiché il sottosegretario per l’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, ha spiegato che il ddl definisce chi elabora la strategia (Palazzo Chigi), chi monitora e vigila (Agid e Acn) e chi notifica e sanziona.

Come già anticipato dai rappresentanti di governo il mese scorso, la legge sull’Ia prevede quindi che l’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) e l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) saranno le Autorità nazionali in tema di intelligenza artificiale.

Le due Autorità dovranno “garantire l’applicazione e l’attuazione della normativa nazionale e dell’Unione europea in materia di intelligenza artificiale”, indica il comunicato di Palazzo Chigi. Nello specifico, riporta il ddl, l’AgID è “responsabile di promuovere l’innovazione e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale” e provvede inoltre a “a definire le procedure e ad esercitare le funzioni e i compiti in materia di valutazione, accreditamento e monitoraggio dei soggetti incaricati di verificare la conformità dei sistemi di intelligenza artificiale, secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e dell’Unione europea”.

Da parte sua l’Acn invece, “ai fini di assicurare la tutela della cybersicurezza nazionale, è responsabile per la vigilanza, ivi incluse le attività ispettive e sanzionatorie, dei sistemi di intelligenza artificiale, secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e dell’Unione europea. L’ Acn è, altresì, responsabile per la promozione e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale relativamente ai profili di cybersicurezza”.

LE AGEVOLAZIONI PER I RICERCATORI

Inoltre, la legge italiana per l’intelligenza artificiale “per attrarre gli esperti, estende le agevolazioni fiscali per i rimpatriati anche a chi ha lavorato sull’Ia all’estero” segnala l’Ansa.

Nello specifico, sono previste agevolazioni fiscali anche per i ricercatori che hanno svolto all’estero un’attività di ricerca nell’ambito delle tecnologie di intelligenza artificiale. La norma, ha spiegato il sottosegretario per l’innovazione tecnologia Alessio Butti, è rivolta a chi rientra dagli Stati Uniti ma anche dagli altri Paesi europei.

IL DIRITTO D’AUTORE

Per quanto riguarda la tutela del diritto d’autore, si prevedono misure, nell’ambito del “Testo unico per la fornitura di servizi di media audiovisivi”, volte a favorire l’identificazione e il riconoscimento dei sistemi di intelligenza artificiale nella creazione di contenuti testuali, fotografici, audiovisivi e radiofonici. Il contenuto che sia stato completamente o parzialmente generato, modificato o alterato dai sistemi di intelligenza artificiale, in modo tale da presentare come reali dati, fatti e informazioni che non lo sono, deve avere un elemento o segno identificativo, anche in filigrana o marcatura incorporata con l’acronimo “IA” o, nel caso audio, attraverso annunci audio ovvero con tecnologie adatte a consentire il riconoscimento. Fanno eccezione a tale marchiatura l’opera o un programma manifestamente creativo, satirico, artistico o fittizio, fatte salve le tutele per i diritti e le libertà dei terzi.

LE MISURE LATO GIUSTIZIA

Infine, il provvedimento stabilisce sanzioni (anche penali) per i crimini legati all’intelligenza artificiale. “Se si provoca danno ingiusto allora scatta la sanzione penale”, ha annunciato il ministro della Giustizia Carlo Nordio nel corso della conferenza stampa a termine del Consiglio de ministri che ha dato il via libera al disegno di legge sull’intelligenza artificiale

“Chiunque cagiona un danno ingiusto ad una, persona inviando, cedendo, pubblicando o altrimenti diffondendo senza il suo consenso immagini video o voci falsificati o alterati mediante l’Impiego di sistemi di intelligenza artificiale, e idonei a indurre in inganno sulla loro genuinità, è punito con la reclusione da 1 a 5 anni” ha proseguito il Guardasigilli.

“La pena è aggravata nel caso di reati di riciclaggio, frode, aggiotaggio: l’uso dell’intelligenza artificiale aumenta di un terzo la pena”, ha aggiunto Nordio. “L’aspetto patologico può essere devastante, l’intelligenza artificiale può creare una realtà non più virtuale ma reale, una rappresentazione di una persona realistica, non come il vecchio fotomontaggio in cui si percepiva la falsificazione, si può creare un mondo reale, provocare danni”. Parlando delle pene previste dal ddl approvato oggi, Nordio ha osservato: “Si parlerà ancora una volta di panpenalismo ma l’avvento delle nuove tecnologie, proprio perché può creare problemi che hanno vuoti di tutela, vanno colmati con una norma penale”.

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