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La Cina ha salvato gli aerei Boeing nella reazione commerciale contro gli Usa, tutti i dettagli

Numeri, dettagli, curiosità, commenti e scenari sul contrattacco della Cina alla mossa protezionistica degli Stati Uniti. L’approfondimento di Michelangelo Colombo “Tassare frutta, maiale e vino americano è simbolico”, dice Monica De Bolle, specialista di commercio internazionale al Peterson Institute for International Economics, sottolineando che “non hanno fatto niente per sorgo e soia”, oltre agli aerei…

“Tassare frutta, maiale e vino americano è simbolico”, dice Monica De Bolle, specialista di commercio internazionale al Peterson Institute for International Economics, sottolineando che “non hanno fatto niente per sorgo e soia”, oltre agli aerei di Boeing. E’ dunque una guerra commerciale simmetrica che non ha raggiunto i livelli più alti quella fra Cina e Usa dopo la reazione di Pechino alla prima mossa protezionistica di Donald Trump. E in effetti sotto traccia c’è un lavorio diplomatico per evitare ulteriori rigidità e restrizione da entrambe le parti. Vediamo ora numeri, dettagli, commenti e scenari.

CHE COSA COLPISCE LA CINA

La Cina risponde alla stretta del presidente Donald Trump sulle importazioni d’acciaio e alluminio rendendo operativi i dazi su 128 beni provenienti dagli Stati Uniti, tra cui carne di maiale, vino, frutta fresca e secca per un valore totale di 3 miliardi di dollari. Se la guerra commerciale appare piu’ vicina, come temuto dalle Borsa aperte nel lunedì di Pasqua (Tokyo -0,31%, Shanghai -0,18% e il tonfo di Wall Street giù di oltre il 2%), il ministero del Commercio di Pechino ha ribadito l’invito “a revocare le misure che violano le regole” dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), che colpiscono il principio “di non discriminazione nel sistema multilaterale del commercio” e che danneggiano “seriamente” gli interessi cinesi.

LA REAZIONE DI PECHINO

I beni target sono stati definiti il 23 marzo per bilanciare il “protezionismo Usa” con i dazi al 25% sull’acciaio e al 10% sull’alluminio: l’accusa del ministero del Commercio cinese verso Washington e’ anche di non aver risposto alla richiesta del 26 marzo di avviare consultazioni sul tema. “In molti hanno dato sostegno via telefono ed email esprimendo supporto al governo e alla difesa degli interessi nazionali” nel periodo di commenti pubblici chiuso il 31 marzo, recita la nota del ministero, all’indomani dell’avviso delle Dogane sui nuovi dazi.

LO SCHEMA CINESE

Il ministero delle Finanze ha fatto suo lo schema che prevede una doppia stretta: al 15% su 120 beni, tra cui frutta come mele e uva, vino, ginseng, mandorle e tubi di acciaio; al 25% su scarti d’alluminio e, soprattutto, carne di maiale che nel 2017 ha avuto un valore di 1,1 miliardi di dollari che fanno della Cina il terzo mercato Usa di riferimento, nell’ambito di un export agricolo di quasi 20 miliardi. Pechino vuole risolvere le controversie, ma, ha fatto sapere ripetutamente, in caso di scontro “lotterà fino in fondo”: le contromisure sono state mirate, a colpire il settore agricolo e il bacino elettorale di Trump. Solo un segnale, perché volendo contrattaccare, ha suggerito pochi giorni fa l’ex ministro delle Finanze Lou Jiwei, allora si dovrebbe guardare a soia, auto e aerei che insieme valgono non meno di 50 miliardi.

LE DIPLOMAZIE AL LAVORO

Sotto traccia le diplomazie di Usa e Cina lavorano per evitare la guerra, dopo che il segretario al Tesoro Steven Mnuchin e il rappresentante al Commercio Robert Lighthizer hanno dato a Liu He, vicepremier e plenipotenziario del presidente Xi Jinping in materia, la lista di beni da acquistare per allineare di 100 miliardi di deficit commerciale comprando ad esempio, in base ad anticipazioni di stampa, più microprocessori Usa. Nel 2017 la Cina ha avuto un surplus commerciale sugli Stati Uniti di 275,8 miliardi, pari al 65% del totale.

I COMMENTI DEGLI ANALISTI

Queste misure di Pechino “mandano il segnale molto chiaro che la Cina risponderà rapidamente a ogni azione commerciale americana”, afferma Edward Alden, esperto in commercio internazionale al Council on Foreign Relations. “Tassare frutta, maiale e vino americano è simbolico”, prosegue Monica De Bolle, specialista di commercio internazionale al Peterson Institute for International Economics, sottolineando che “non hanno fatto niente per sorgo e soia” ma “usano la stessa strategia di Trump”. L’azione della Cina è “significativa” perché è il primo Paese ad attuare ritorsioni concrete contro Washington, continua Alden.

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