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Ecco come si muoveranno i due fronti che si contendono Retelit

La contesa per il controllo di Retelit, società italiana delle Tlc specializzata in banda ultra larga e infrastrutture, si prepara alla battaglia finale con l’assemblea del 27 aprile per il rinnovo del cda dove le due cordate Fiber 4.0 e Svm si fronteggeranno a colpi di quote azionarie e deleghe dei soci minori. Il colpo…

La contesa per il controllo di Retelit, società italiana delle Tlc specializzata in banda ultra larga e infrastrutture, si prepara alla battaglia finale con l’assemblea del 27 aprile per il rinnovo del cda dove le due cordate Fiber 4.0 e Svm si fronteggeranno a colpi di quote azionarie e deleghe dei soci minori.

Il colpo di scena è atteso da quando, a febbraio, si è formata la newco Fiber 4.0 (partecipazione potenziale pari al 19,2%% del capitale), guidata dal finanziere Raffaele Mincione con a fianco Stefano Giorgetti e l’imprenditore bergamasco Luca Cividini, intenzionati a rinnovare vertici e strategie aziendali. Per contrastarli, i soci libici di Retelit (Lybian Post Technology Company, che ha il 14,8%) raggruppati nella lussemburghese Bousval Sca (per anni azionisti silenti) hanno stretto un patto di sindacato con il fondo di investimento tedesco Axxion (salito nelle ultime settimane dal 5% al 9,99% di Retelit) sotto il coordinamento di Shareholder Value Management (Svm), che è di fatto il capofila dell’accordo parasociale e vi aderisce con una quota simbolica; questa cordata raccoglie il 24,35% del gruppo Tlc italiano con possibilità di salire a ridosso del 30% in preparazione dell’appuntamento del 27 aprile. Anche Fiber 4.0 si è riservata la possibilità di comprare azioni in vista della sfida all’assemblea per il rinnovo del Cda.

Nomi e strategie

Fiber 4.0, di cui Mincione è presidente e detiene il 40% del capitale, a inizio marzo è salita all’8,97% di Retelit ma, in base a vari contratti di opzione con alcuni soci dell’azienda, tra cui la famiglia vicentina Pretto, ha una partecipazione potenziale del 19,2%. Questa cordata punta a una forte discontinuità sia a livello di management che di strategia per Retelit: alcune fonti ipotizzano uno “spezzatino”, altre invece indicano una possibile attività M&A, ma comunque con top executive diversi dagli attuali. Fiber 4.0 propone di nominare quali membri del consiglio d’amministrazione – tra gli altri e oltre a Raffaele Mincione – Alessandro Talotta (presidente e AD di Telecom Italia Sparkle), Valentina Montanari (Ex Cfo de Il Sole 24 Ore) e  l’immobiliarista bergamasco Luca Cividini; Talotta sarebbe il candidato “forte” da indicare come nuovo amministratore delegato di Retelit.

Al contrario Shareholder Value Management ha ribadito piena fiducia negli attuali vertici attuali, l’ad Federico Protto e il presidente Dario Pardi. Retelit, si legge nella nota della cordata Svm pubblicata sul sito dell’azienda, ha l’opportunità di diventare una piattaforma di consolidamento del settore e per questo, nella lista proposta per il Cda, oltre a Pardi, Protto e Gianluca Ferrari (director di Svm e advisor di Axxion), ci sono candidati con esperienza nell’attività di M&A: la strategia di Svm punta infatti alle acquisizioni con già “più di 10 target potenziali” individuati in quanto “altamente sinergici” a Retelit. Nella lista dei candidati spiccano Faisel Gergab (presidente di LPTIC, holding di società nel settore delle telecomunicazioni, con “esperienza di oltre 15 anni nel settore Telco e forte esperienza di restructuring”) e Paola Bruno, “esperta di M&A”. Secondo Svm (i cui fondi hanno preso una quota dell’1% di Tim schierandosi con Elliott), Retelit può disporre, grazie a cassa e capacità di indebitamento, fino a 115 milioni di euro e il pieno potenziale di consolidamento di mercato potrebbe portare la società a quintuplicare i ricavi e triplicare l’Ebitda nel 2022 rispetto a quanto previsto dall’attuale business plan arrivando a potenziali 590 milioni di ricavi e 170 milioni di Ebitda. “Con i mutamenti del contesto di mercato (in particolare, l’ingresso di OpenFiber), Retelit non sarà più limitata alla fornitura di servizi nel mercato direttamente adiacente la propria fibra, bensì potrà acquisire fibra da altri operatori per rivendere sopra i propri servizi direttamente al cliente finale” si legge nella nota di Svm. “L’opportunità di mercato, pertanto, si espanderà – nel tempo – di circa 26 volte, passando da 91 milioni di euro circa a 2,5 miliardi di eur circa” e Svm ritiene che Retelit “possa crescere ricavi e profitti dal segmento business a una velocità molto elevata”.

Per ora i proxy advisor si stanno schierando con Svm: le società che raccolgono deleghe per conto degli investitori, prima Glass Lewis e poi il big mondiale Iss, sono a favore della lista di maggioranza che ricandida il presidente Dario Pardi e l’ad Federico Protto.

Tutti i numeri di Retelit

Retelit è uno dei principali operatori italiani di servizi dati e infrastrutture nel mercato delle telecomunicazioni. L’infrastruttura in fibra ottica della società al 31 dicembre 2017 si sviluppa per circa 12.500 chilometri (equivalente di circa 231.000 km di cavi in fibra ottica) e collega 9 Reti Metropolitane e 15 Data Center in tutta Italia, inclusa la Cable Landing Station di Bari. Con circa 3.486 siti On-Net, di cui 2.303 siti cliente, 681 torri di telecomunicazione, 447 cabinets e 40 Data Center di terzi e 15 Data Center di proprietà, la rete di Retelit si estende anche oltre i confini nazionali, a livello paneuropeo e internazionale. Retelit è membro dell’AAE-1 (Africa-Asia-Europe1), il sistema in cavo sottomarino che collega l’Europa all’Asia attraverso il Medio Oriente raggiungendo 19 Paesi, da Marsiglia a Hong Kong, con una landing station di proprietà a Bari e ha consolidato l’anno scorso la sua posizione di carrier internazionale con l’inserimento di nuove tratte di capacità in Asia e in Europa. Il network collega complessivamente 70 data center tra i quali quattro in Asia (due a Singapore e due a Hong Kong) e, anche in virtù di partnership e accordi con operatori di telecomunicazioni internazionali, connette 10 paesi in Europa. Le nuove rotte rafforzano anche la presenza di Retelit in Italia e in particolare in Sicilia, dove è tra gli operatori di telecomunicazioni soci del consorzio Open Hub Med ed è presente nel Sicily Hub.

Nel 2017 i ricavi di Retelit sono pari a 65,4 milioni di euro in miglioramento del 32% rispetto a 49,6 milioni dell’esercizio precedente; Ebitda a 26,9 milioni, in crescita dell’85% rispetto ai 14,6 milioni del 2016; Ebitda margin al 41,2% rispetto al 29,4% del 2016; il risultato operativo (Ebit) è a 12,2 milioni (contro i 2,2 milioni nel 2016) e l’utile netto è in ascesa a 11,4 milioni, quasi quadruplicato rispetto al risultato di 2,9 milioni del 2016. Il piano industriale 2018-2022 punta su fatturato tra 99-104 milioni di euro, Ebitda tra 48-51 milioni e PFN (net cash) positiva tra 155-160 milioni.

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