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Perché Agcm ha multato Fastweb, Tim, Vodafone e Wind Tre

Multa complessiva Antitrust di 228 milioni di euro per Fastweb, Tim, Vodafone e Wind Tre. Tutti i dettagli sulla delibera 

228 milioni di euro. È questo l’importo della sanzione comminata dall’Antitrust a Fastweb, Tim, Vodafone e Wind Tre per aver coordinato, secondo quanto evidenziato dalle indagini del Garante, strategie commerciali anticoncorrenziali, relative al repricing effettuato nel ritorno alla fatturazione mensile.

FASTWEB, TIM, VODAFONE E WIND TRE HANNO MANTENUTO AUMENTO

Secondo quanto accertato dall’Antitrust, le quattro compagnie telefoniche hanno “coordinato le proprie strategie commerciali relative al passaggio dalla fatturazione quadrisettimanale (28 giorni) a quella mensile, con il mantenimento dell’aumento percentuale dell’8,6%”, spiega l’Autorità.

COMPORTAMENTO ANTICONCORRENZIALE

L’operato degli operatori telefonici vanificava, secondo Agcm, qualsiasi confronto concorrenziale e la mobilità dei clienti, i quali non trovavano tariffe diverse e migliori.

NESSUN EFFETTO PER I CONSUMATORI

Gli effetti dell’intesa a quattro, o “del cartello”, come lo definisce l’Antitrust, però, non sono stati interamente applicati, grazie all’intervento tempestivo dell’Autorità, che ha imposto, sin dall’inizio del procedimento, delle misure cautelari che hanno bloccato gli aumenti delle tariffe.

MISURE CAUTELARI

Con una delibera del 21 marzo 2018, l’Autorità, in via cautelare, invitava Fastweb, Tim, Vodafone e Wind Tre a sospendere, come si legge nel testo dell’istruttoria, “l’attuazione dell’intesa oggetto del procedimento avviato con Delibera del 7 febbraio 2018, concernente la determinazione del repricing comunicato agli utenti in occasione della rimodulazione del ciclo di fatturazione in ottemperanza alla Legge 172/2017, e che, per l’effetto, ogni operatore definisca i termini della propria offerta di servizi in modo indipendente dai concorrenti”.

NUOVI RISPARMI

Con l’intervento di Agcom, gli operatori, infatti, sono stati costretti a ridefinire “le loro politiche tariffarie, ciascuno per suo conto, consentendo un risparmio per i consumatori compreso tra 300 e 400 milioni di euro annui”. Il cartello è dunque cessato e si è tornati ad un processo competitivo.

PERCHÈ AGCM HA MULTATO FASTWEB, TIM, VODAFONE E WIND TRE

Nonostante gli effetti siano stati limitati, Agcom ha ritenuto che la condotta di Fastweb, Tim, Vodafone e Wind Tre sia tale da meritare sanzione: la multa complessiva è pari a 228 milioni di euro. L’importo, spiega l’Antitrust, è stato calcolato in modo che rappresenti un deterrente rispetto ad altri accordi futuri di tale genere e, allo stesso tempo, che tenga conto che gli effetti dell’intesa sono stati evitati.

IL RUOLO DI ILIAD (E NON SOLO)

Al procedimento contro i quattro operatori hanno partecipati anche Iliad Italia e le associazioni dei consumatori CODICI e Altroconsumo, che hanno presentato istanza di partecipazione rispettivamente in data 19 febbraio 20183, 9 marzo 20184 e 5 maggio 20185. 

IL MERCATO

Guardando al mercato mobile, “si stima che nel periodo 2016-2018 il fatturato per i servizi al dettaglio di telecomunicazione mobile ammontino rispettivamente a 13,90 (anno 2016), 13,72 (anno 2017) e 12,84 (anno 2018) miliardi di euro38″, spiega l’Antitrust nella sua istruttoria.

PREZZI (TENDENZIALMENTE) DECRESCENTI

Concentrandoci sui costi, invece – argomento del provvedimento – si nota che i prezzi dei servizi di telecomunicazione mobile registrano, tendenzialmente, una dinamica  decrescente. “Tuttavia – spiega Agcm – a fronte di tale tendenza decrescente si sono osservati periodi di incremento dei prezzi, i più significativi tra i quali sono stati registrati ad agosto e settembre 2017 (con variazioni su base mensile rispettivamente del +0,21% e +2,55%) e nel periodo dicembre 2017 – marzo 2018 (con variazione dell’indice del marzo 2018 rispetto a novembre 2017 del +2,07%). In particolare, nel marzo 2018 il livello dell’indice dei prezzi(98,4) è il più alto registrato dal marzo 2016, mostrando un incremento dei prezzi pari all’1,27% su base annua e dello 0,62% su base biennale. Dopo l’aprile 2018, vi è stato un nuovo ciclo di riduzione delle tariffe con una variazione, nel periodo novembre 2019, di-11,22%rispetto ad aprile 2018.

Osservando le variazioni percentuali su base annuale, si osserva che tra gennaio 2017 e gennaio 2018 si è rilevato un aumento dell’indice dei prezzi in controtendenza con le variazioni normalmente registrate negli altri anni.

Qui il testo del provvedimento integrale 

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