Skip to content

Le news su Bocchino, Salvini, Tim, Vivendi, Webuild, Rai, Scurati, Vecchioni e non solo

Che cosa si dice e che cosa non si dice su Bocchino, Salvini, Tim, Vivendi, Webuild, Rai, Scurati, Vecchioni e non solo. Pillole di rassegna stampa.

 

REBUS VIVENDI IN TIM

CHE COSA E’ SUCCESSO NELL’ASSEMBLEA TIM: CHI HA VINTO E CHI HA PERSO

 

L’ARIA DI BOCCHINO

 

LE SBANDATE DI SALVINI

 

LE SALINATE DI WEBUILD

 

LO SAPETE CHE IN ESSILOR-LUXOTTICA C’E’ UN PRESIDENTE OPERAIO?

 

COSE STRIANE IN LEONARDO?

 

POCO SCURO SU OSCURATI

 

CARTOLINA DALLA BASILICATA

 

CARTOLINA DA ROMA

 

CARTOLINA PER SAVONA

 

LIBERISTI AMERIKANI PRO TIKTOK

 

C’E’ UN DOMANI PER VECCHIONI DE LA VERITA’

+++

Lancio Radiocor-Sole24ore:

Nell’assemblea dei soci di Telecom Italia, secondo quanto apprende Radiocor, il 24% ha votato per la lista presentata dal cda uscente che vede Pietro Labriola riconfermato come ceo e Alberta Figari come presidente. La lista di Merlyn, sempre stando a quanto si apprende, ha avuto il 2,3% mentre Bluebell l’1,1 per cento. Vivendi, primo socio con il 24% circa, ha annunciato ieri l’astensione dal voto sulle liste per il rinnovo del cda e su tutti gli altri punti, tranne che sulla lista per il collegio sindacale che la stessa media company ha presentato.

ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI REPUBBLICA SU TIM:

Vivendi sceglie di non votare la lista per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Tim, società di cui è il primo azionista con il 23,75% e su cui 9 anni fa ha investito 4 miliardi, accumulando oltre 3 miliardi di perdite potenziali. Il colosso francese, che fa capo alla famiglia Bollorè, alla fine ha ceduto alle pressioni del ministero dell’Economia e del governo, che hanno puntato oltre 2 miliardi di soldi pubblici sulla rete al fianco di Kkr. Proprio il governo – attraverso Cdp ( 9,8% di Tim) – ha sostenuto il rinnovo dell’attuale management guidato da Pietro Labriola.

Mercoledì scorso si è tenuto un incontro ai sensi del Golden Power, in cui sarebbero state fatte serie pressioni al gruppo francese perché rinunciasse a sostenere una delle due liste rivali a quella di Labriola. Un sostegno alle liste rivali avrebbe complicato il progetto della vendita della rete fissa, portato avanti negli ultimi due anni dallo stesso Labriola. Alla fine, il presidente del supervisory board, Yannick Bollorè, avrebbe preferito non schierarsi con una lista rivale. Vivendi si è astenuta su tutti i punti all’ordine del giorno: sul rinnovo del cda, ma anche sul l’approvazione del bilancio, sulla politica di remunerazione e sulla riduzione del cda da 15 a 9 membri, votando a favore solo della lista del collegio sindacale che ha presentato

. Il gruppo francese ha precisato che l’astensione non equivale al supporto di Labriola, «data la continuità con un consiglio durante il cui mandato il titolo ha perso metà del suo valore». Vivendi resta convinta che Labriola e parte del cda oggi rinnovato «sono responsabili di aver approvato la vendita della rete fissa a un prezzo che non riflette il pieno valore dell’asset, senza coinvolgere l’assemblea e il comitato parti correlate», e peraltro senza fornire «ad oggi informazioni complete e affidabili al mercato sull’operazione».

Lo scontro, che non ci sarà in assemblea, si sposta al Tribunale di Milano, dove il 21 maggio si terrà la prima udienza del ricorso che il gruppo francese «porterà avanti con decisione» utilizzando «ogni altro strumento giuridico a sua disposizione per tutelare i propri diritti». L’astensione di Vivendi e la bassa affluenza in assemblea, che ieri è arrivata a circa 56% del capitale sociale, decreta la vittoria della lista presieduta da Alberta Figari e da Labriola.

Torna su