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Tim, ecco tutte le novità della contesa fra Elliott e Vivendi

La decisione del Tribunale di Milano, gli effetti, le posizioni dei due contendenti e le prossime tappe previste per Tim. L’articolo di Luigi Pereira L’assemblea degli azionisti di Tim domani, 24 aprile, si svolgerà come da avviso di convocazione con l’ordine del giorno definito dal consiglio di amministrazione del 6 marzo, quindi non sarà votata la revoca…

L’assemblea degli azionisti di Tim domani, 24 aprile, si svolgerà come da avviso di convocazione con l’ordine del giorno definito dal consiglio di amministrazione del 6 marzo, quindi non sarà votata la revoca dei consiglieri espressione di Vivendi. Resta comunque ferma la convocazione dei soci per il 4 maggio per il rinnovo integrale del consiglio di amministrazione.

E’ questa la situazione al momento in casa dell’ex Telecom Italia dopo la decisione odierna del Tribunale di Milano.

Vediamo nel dettaglio che cosa hanno deciso i magistrati, gli effetti, la posizione dei due contendenti (Elliott e Vivendi), le prossime tappe della contesa e gli scenari.

LA DECISIONE E GLI EFFETTI

Il tribunale di Milano ha accolto il ricorso di Tim e Vivendi. L’aggiornamento dell’ordine del giorno dell’assemblea di martedì è stato sospeso e non verrà quindi votata la revoca dei consiglieri francesi. Per il rinnovo del Cda si va dunque all’assemblea del 4 maggio. Di conseguenza, sottolinea una nota di Tim, “i due argomenti di cui i soci Elliott International Lp, Elliott Associates Lp e The Liverpool Limited hanno richiesto la trattazione (revoca di amministratori e nomina di sei consiglieri in sostituzione dei cessati Arnaud Roy de Puyfontaine, Hervé Philippe, Frédéric Crépin, Giuseppe Recchi, Félicité Herzog e Anna Jones) non saranno discussi”.

LE PAROLE DEL TRIBUNALE

Il giudice “dispone la sospensione dell’efficacia della delibera impugnata, adottata dal collegio sindacale di Tim il 27 marzo 2018, recante integrazione dell’odg dell’assemblea dei soci convocata per il 24 aprile 2018”.

CHE COSA HA DETTO IL GIUDICE

Con le dimissioni di 8 consiglieri di Telecom Italia del 22 marzo 2018 – ha detto il Tribunale – si innesca “la clausola statutaria simul stabunt simula cadent» e questo «comporta la necessità di integrale rinnovo del cda, senza possibilità di procedere a sostituzioni parziali interinali, come invece sostenuto dal collegio sindacale”, ha indicato il giudice Elena Riva Crugnola, accogliendo la tesi del cda di Telecom e di Vivendi.

CHE COSA VA APPLICATO

Di fatto quindi, per il giudice, nel caso in esame, va applicato l’articolo 9 dello statuto di Telecom, che regola la nomina del cda, e quindi il consiglio può essere integrato solo con il voto di lista in assemblea e non con le modalità richieste dal fondo Elliott. Per questo si va all’assemblea del prossimo 4 maggio per la nomina del consiglio di amministrazione del gruppo di telecomunicazioni.

LE DIMISSIONI IN BLOCCO

La presentazione di dimissioni in blocco dei consiglieri Tim non è “palesemente ingiustificata” e “neppure pare essere univocamente diretta a perseguire un intento di danno”, nei confronti di Elliott, scrive il giudice. L’unico effetto delle dimissioni, osserva il giudice, è “quello di comportare sempre la remissione all’assemblea della scelta dei componenti” del consiglio di amministrazione.

IL COMMENTO DI ELLIOTT

Ecco il commento a caldo del fondo americano Elliott: “La decisione odierna è un mero ritardo della democrazia e non una sua negazione: gli azionisti esprimeranno il loro volere all’assemblea degli azionisti del 4 maggio”.

LE PAROLE DI BERNABE’

Franco Bernabé, vice presidente di Telecom, “sottolinea che la conflittualità innescata è potenzialmente produttiva di danni all’ente, la cui struttura richiede coesione, per questo motivo è indispensabile una pronuncia chiarificatrice del tribunale». È quanto riporta il giudice, citando l’intervento fatto in aula da Bernabè, in occasione dell’udienza di venerdì scorso.

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