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Autisti Uber

Uber, un fondo saudita punta sulla rivale dei taxi

Uber porta a casa 3,5 miliardi di euro da un fondo saudita. Nuovi mercati e quotazione in borsa vicina per il gruppo californiano Uber Technologies incassa 3,5 miliardi di euro da Public Investment Fund, fondo sovrano saudita.  Si tratta del maggior investimento di sempre nella società di noleggio auto e il maggiore mai realizzato dal…

Uber porta a casa 3,5 miliardi di euro da un fondo saudita. Nuovi mercati e quotazione in borsa vicina per il gruppo californiano

Uber Technologies incassa 3,5 miliardi di euro da Public Investment Fund, fondo sovrano saudita.  Si tratta del maggior investimento di sempre nella società di noleggio auto e il maggiore mai realizzato dal fondo sovrano di Riad, che da oggi avrà una quota pari a circa il 5% del gruppo, in una società privata.

Uber porta a casa un investimento davvero importante, soprattutto in un momento come questo, in cui la società californiana intende diversificare e ampliare il suo core business e i suoi mercati. Il portafoglio del nemico dei taxi sale ad oltre 11 miliardi di dollari, avvicinando la società alla quotazione in Borsa, che dovrebbe arrivare a fine 2016.

«Come fondo sovrano dell’Arabia Saudita – si legge in una dichiarazione di Al Rumayyan, managing director del fondo – siamo focalizzati sull’obiettivo di ottenere profitti da investimenti di lungo termine». Le società di automotive sembrano interessare i Sauditi: il principe Alwaleed Bin Talal ha investito infatti 100 milioni di dollari, tramite la sua Kingdom Holding Co., in Lyft Inc., la rivale americana di Uber.

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Uber investe in Medio Oriente e Nord Africa

Uber intende espandere i propri confini e punta ai mercati di Medio Oriente e Nord Africa, con un investimento minimo di 250 milioni. Proprio nel Continente Nero, la società è impegnata più che in Cina (dove c’è la rivale Didi, che ha raccolto un importante investimento da Apple) e India.

L’azienda di San Francisco, già attiva Nairobi e Mombasa in Kenya, a Lagos e Abuja in Nigeria e in cinque città del Sudafrica, offrirà il suo rivoluzionario servizio taxi anche nelle capitali di Ghana, Uganda e Tanzania. Per combattere la diffidenza della gente Africana, Uber inizierà ad accettare anche pagamenti in contanti. “Il mercato non è come quello americano, dove le persone non ci pensano due volte ad acquistare online“, ha affermato Alon Lits, General manager per l’Africa sub-Sahariana, precisando che in Kenya la domanda per Uber è cresciuta dopo l’inserimento dell’opzione dei contanti.

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