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Uber

Uber: lavoro autonomo o lavoro dipendente?

Negli USA c’è chi vorrebbe riconoscere con dipendenti i conducenti di Uber minacciando il modello di business del colosso della sharing economy. Quale status andrebbe riconosciuto ai conducenti di Uber, lavoratori dipendenti o lavoratori autonomi? Il quesito, la cui soluzione potrebbe cambiare radicalmente il modello di business del colosso del ridesharing, divide legislatori e corti…

Quale status andrebbe riconosciuto ai conducenti di Uber, lavoratori dipendenti o lavoratori autonomi? Il quesito, la cui soluzione potrebbe cambiare radicalmente il modello di business del colosso del ridesharing, divide legislatori e corti dei singoli stati USA.

Il modello che ha fatto grande Uber, e altri giganti della sharing economy come AirBnb, si basa su una visione del lavoro iperflessibile dove chi presta servizio per l’app è considerato un lavoratore autonomo. La società di ridesharing ha fondato il suo business sul cosiddetto “contractor model” e sostiene che la sua applicazione smartphone si connette semplicemente ai conducenti che possiedono già una propria auto e pagano di propria tasca. Le enormi plusvalenze delle società e la richiesta di maggiori diritti da parte dei conducenti hanno tuttavia alimentato un animato dibattito circa le garanzie riconosciute ai lavoratori che prestano la propria attività.

A difesa del modello di business iperflessibile si sono schierati i legislatori di alcuni stati come Ohio, Florida, North Carolina, Arkansas, e Indiana. Intenzione dei legislatori è quella aggiornare la legislazione – rimasta indietro rispetto alla novità introdotte dalla sharing economy – salvando il modello di lavoro autonomo.

 

Problemi per Uber arrivano invece dalla California, dove il tribunale ha accolto la class action di alcuni conducenti per il riconoscimento del status di dipendenti. La questione potrebbe farsi davvero seria, la causa potrebbe infatti coinvolgere circa 160.000 mila conducenti. A creare difficoltà al colosso della gigeconomy potrebbe essere anche un disegno di legge al vaglio lunedì nel consiglio cittadino di Seattle per il riconoscimento del diritto di sindacato ai conducenti Uber. Nel caso il disegno di legge andasse a buon fine consentirebbe per la prima volta negli USA il diritto di contrattazione collettiva per i conducenti del servizio.

Uber opera al momento in più di 300 città dislocate in 67 paesi del mondo riuscendo a raccogliere dai propri investitori circa 7.4mld di dollari, una disponibilità enorme che ha garantito e garantirà alla società di finanziare battaglie regolamentari in tutto il mondo.

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