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Presidenziali Francesi, Macron – Le Pen: programmi a confronto

Economia, lavoro, immigrazione, Europa e ambiente: i programmi di Emmanuel Macron e Marine Le Pen a confronto

Saranno Emmanuel Macron e Marine Le Pen a sfodarsi, il 7 maggio, per contendersi la Presidenza di Francia. Il giovane centrista di ‘En Marche!’ e la famosa leader del Front National passano il primo turno, buttando fuori dai giochi il candidato della destra repubblicana, Francois Fillon e il leader della sinistra radicale Jean Luc Melenchon, che nelle ultime settimane sembrava guadagnarsi il favore del popolo. Esce sconfitto dal primo turno anche il leader dei socialisti di Benoit Hamon.

Scegliere, per i francesi che hanno le idee chiare, non sarà difficile: i due candidati sembrano essere i due opposti. I programmi elettorali, infatti, ostrano differenze sostanziali: e se Le Pen propone di uscire dall’Euro, Macron è europeista (forse), se la prima ritiene l’immigrazione un pericolo, l’altro crede che non sia questa la causa del terrorismo francese. Ma andiamo per gradi e mettiamo a confronto i diversi programmi.

Economia e lavoro

Emmanuel Macron

Partiamo dal tema economico. Emmanul Macron ha dato vita al programma in materia grazie al lavoro di un gruppo di 400 esperti guidati dall’ex ministro socialista dell’Economia Jean Pisani-Ferry. Il giovane promette, durante il suo mandato, di porre le basi per un nuovo modello di crescita, giusta e sostenibile.

Tra gli obiettivi che si pone Macron c’è quello del rispetto del limite del 3% di deficit nel rapporto con il PIL e quello di una riduzione della spesa pubblica per ben 60 miliardi entro un quinquennio. Il giovane indipendente (politicamente parlando), poi, promette investimenti pubblici per 50 miliardi in 5 anni allo scopo di sostenere la transizione digitale ed ecologica del paese.

Una volta al potere, Macron sarà il primo Presidente a credere nei valori del digitale, dell’innovazione e delle start up. Quando era ministro dell’Economia si è impegnato affinchè crescesse l’ecosistema delle startup francesi, portando al CES di Las Vegas i risultati della sua politica: 190 giovani e innovative imprese (un numero inferiore solo a Usa e Cina).

Durante il suo incarico, Macron ha fatto approvare una legislazione (che porta il suo nome) per semplificare il processo di creazione di una impresa, per facilitare i finanziamenti alle aziende giovani e per permettere di fallire per poi riprovarci, senza alcun problema. Grazie al lavoro di Macron, la Francia è diventata la culla delle start up, basti pensare che nei prossimi giorni dovrebbe essere inaugurato proprio nella nazione d’Oltralpe il più grande acceleratore del mondo, Station F., un campus che punta ad ospitare mille startup.

A favore delle imprese, poi, Emmanule Macron sostiene la riduzione della pressione fiscale. Per favorire il mercato del lavoro, invece, il candidato alla Presidenza propone un aumento del potere contrattuale dei lavoratori, estendo le salvaguardie di welfare in caso di disoccupazione e di carriera discontinua (senza conseguenze, dunque, per le aziende e per i titolari). Macron intende ampliare i beneficiari del salario universale di disoccupazione anche ai lavoratori autonomi e a coloro che si licenziano e favorire il lavoro stabile rendendo meno convenienti i contratti precari.
Per quanto riguarda le pensioni, Macron manterebbe l’età pensionabile a 62 anni e promette l’aumento delle minime di 100 euro.

Marine Le Pen

Come Trump fa con la sua America, la Le Pen promette di fare con la sua Francia: la candidata sostiene il patriottismo economico, con l’abolizione del libero commercio. In particolare, il programma prevede l’introduzione di barriere doganali a difesa dei settori strategici e contro beni importati da grandi gruppi francesi che hanno delocalizzato la produzione all’estero. In generale è prevista l’imposizione di un dazio doganale del 3% su gran parte delle importazioni. Non tutti i prodotti saranno tassati: il caffè, che non viene prodotto nel Paese, sarà esente da dazi.

Parlando del tema economico, non possiamo non menzionare la volontà di portare la Francia fuori dall’Euro attraverso un referendum popolare.

Sul fronte pensionistico, la Le Pen intende abbassare l’età pensionabile, portandola da 62 a 60 anni oppure a 40 anni di contributi (contro i 43 anni della legge in vigore).

Il programma prevede anche l’abolizione della Loi Travail, la riforma del lavoro approvata dal governo socialista solo l’anno scorso, la riduzione della tassazione sul reddito del 10% e la defiscalizzazione per due anni delle assunzioni di giovani fino a 21 anni.

L’Europa: Frexit o non Frexit?

Emmanuel Macron

Da sempre europeista, Emmanuel Macron ha fatto dell’Europa uno dei pilastri fondamentali del suo programma. Ma qualcosa, forse, inizia a tentennare. “Sono europeista, ho difeso costantemente durante questa elezione l’idea di Europa e le politiche europee perché credo sia estremamente importante per il popolo francese e per il nostro posto nella globalizzazione”, ha affermato in una intervista alla Bbc. Ma il giovane, in una visita in un quartiere di Parigi ha anche aggiunto “ dobbiamo affrontare la situazione, ascoltare la nostra gente e capire che oggi sono estremamente arrabbiati e impazienti e che il malfunzionamento nell’Unione europea non è più sostenibile. Quindi considero che il mio mandato sarà quello di riformare profondamente l’Unione e il progetto europeo”. E se le cose non cambiano “andremmo incontro a una Frexit e o a una vittoria della signora Le Pen”.

Marine Le Pen
Chiarissime le intenzioni di Marine Le Pen. La canditata all’Eliseo promette, entro sei mesi, la convocazione del referendum su quella che è stata ribattezzata “Frexit”, annuncia un negoziato per l’uscita del Paese dall’Unione europea, dalla moneta unica e dalla Nato e la sospensione immediata di Schengen.

Ambiente

Emmanuel Macron

Emmanuel Macron si dice ambientalista e intende rendere la Francia un leader mondiale nella ricerca in materia di transizione ecologica. Il candidato all’Eliseo dunque intende quindi rispettare i trattati di Parigi epromette di eliminare le centrali a carbone entro cinque anni. L’energia arriverà dalle fonti rinnovabili che in un quinquennio dovrebbero raddoppiare, anche grazie al piano di investimenti da 50 miliardi di euro cui prima accennavamo.

Macron, inoltre, promuoverà la mobilità sostenibile, incentivando l’acquisto di automobili a basse emissioni grazie ad un bonus all’acquisto di 1000 euro.

Marine Le Pen

Sul fronte ambientale non si discosta così tanto dalle idee dell’avversario. Marine Le Pen, nonostante non abbia fatto riferimento esplicito all’accordo di Parigi, sembra intenda rispettare i patti e traghettare la Francia verso la transizione energetica. La Le Pen abbandonerà progressivamente le energie fossili al di fuori del nucleare.

Parlando di agricoltura e cibo, invece, la candidata all’Eliseo promette il divieto assoluto degli OGM.

Immigrazione

Colpita da diversi attacchi terroristici, potrebbe essere proprio il programma in tema di immigrazione ad influenzare il voto. Il tema sicurezza è uno fra i più sentiti dall’elettorato.

Emmanuel Macron

Il giovane di En Marche! promette di aumentare l’organico delle forze di polizia di 10.000 unità e la spesa per la sicurezza (anche a sostegno della cybersecurity). Prevede anche l’introduzione di un servizio militare obbligatorio mensile per tutti i giovani.
Nessun provvedimento contro l’immigrazione, che Macron non ritiene causa del terrorismo francese.

Marine Le Pen

Inflessibili le idee della Le Pen in tema di sicurezza e immigrazione. La candidata propone l’abbandono di Schengen per ristabilire le frontiere nazionali e la punizione per indegnità nazionale per quei cittadini francesi radicalizzati tenuti sotto sorveglianza.

Non solo: la candidata promette l’espatrio dei criminali stranieri attraverso accordi bilaterali, lo stop alla naturalizzazione degli stranieri entrati illegalmente in Francia ed allo ius soli e ka riduzione dell’immigrazione legale a 10.000 stranieri all’anno.

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