skip to Main Content

Fintech

FinTech, cresce il mercato payment e creditizio. Ma occhio alle assicurazioni

I sistemi di pagamento hi-tech si popolano ogni giorno di nuovi player. Ma ci sono nuove soluzioni come il portale Banca Ifis Impresa per il finanziamento digitale delle aziende che hanno crediti con la P.a. e la nuova frontiera della sottoscrizione di polizze e selezione dei clienti tramite “Blockchain” di Dnv GL   Sono 750…

I sistemi di pagamento hi-tech si popolano ogni giorno di nuovi player. Ma ci sono nuove soluzioni come il portale Banca Ifis Impresa per il finanziamento digitale delle aziende che hanno crediti con la P.a. e la nuova frontiera della sottoscrizione di polizze e selezione dei clienti tramite “Blockchain” di Dnv GL

 

Sono 750 le start up del FinTech nate negli ultimi sei anni con una raccolta di finanziamenti pari a 26,5 miliardi di dollari. A scattare la fotografia è stato l’osservatorio Digital Finance del Politecnico di Milano in un’indagine che rivela come la categoria più numerosa delle nuove aziende tecnologiche sia quella dei servizi bancari con il 58% del totale, in grado di movimentare nel lending & financing qualcosa come 16 miliardi di dollari. A seguire col 21% si posizionano le startup legate ai servizi di investimento e col 17% quelle legate ad altri servizi finanziari.

I numeri delle aziende FinTech italiane

FintechPer quanto riguarda l’Italia le vendite delle FinTech italiane sono diminuite del 59,2% tra il 2015 e il 2016, ma sembrano destinate ad un balzo in avanti quest’anno. L’ecosistema nostrano ha registrato una crescita costante, con una media di 12 nuove società formate ogni anno, secondo gli analisti inglesi di Fintech Global. E questa prima parte dell’anno ha registrato investimenti per 34 milioni di dollari.

In evoluzione soprattutto il mercato del Payment

L’Osservatorio Mobile Payment & Commerce della School of Management del Politecnico di Milano ha già certificato la rapida rivoluzione. Nel 2016 i pagamenti digitali sono cresciuti nel Belpaese del 9% raggiungendo quota 190 miliardi di euro, poco meno di un quarto dei consumi delle famiglie italiane. Sono state soprattutto le nuove forme di pagamento (i “new digital payment”) a guidare la crescita superando i 30 miliardi di euro (+51%). La parte del leone è stata ancora giocata dai pagamenti su pc o tablet con carta di credito o Wallet che hanno coperto 18,7 miliardi di euro (+14%). Si sono registrati però anche più di 140 milioni di transazioni, per un valore di oltre 7 miliardi di euro, con carta in modalità “contactless”. Esclusi i pagamenti dalle app delle banche online, quelli da cellulare, i mobile remote payment, hanno raggiunto lo scorso anno i 600 milioni di euro (+61%) e probabilmente con il perfezionarsi della tecnologia cresceranno ancora.

Le realtà italiane del FinTech

La lista dei sistemi di pagamento con il cellulare si popola ogni giorno di nuovi player che cercano di ritagliarsi uno spazio in un settore in rapido sviluppo. Da tempo è possibile effettuare pagamenti con lo smartphone con sistemi tipo Apple Pay o Vodafone Pay, Tim Wallet o Mediolanum Wallet, Postemobile Nfc o Ubi Pay, che impiegano la tecnologia NFC (Near Field Communication). Ma in questo settore l’ecosistema di casa nostra è in deciso fermento: tra le nuove soluzioni digitali proposte la più conosciuta al momento è Satispay, la startup italiana che sta contribuendo a rivoluzionare il settore grazie a un sistema di mobile payment. Altra novità è Moneyfarm, realtà internazionale nella gestione del risparmio. E Sardex un circuito di credito commerciale alternativo trasformatosi in società per azioni. Oggi conta oltre 50 dipendenti nella sola Sardegna, con un transato di 67 milioni di crediti nel 2016 e 3600 iscritti nel segmento business.

FintechEntro fine ottobre dovrebbe partire, invece, “TiAnticipo”, un servizio di finanziamento digitale creato da Banca Ifis Impresa per rispondere alle esigenze delle aziende che lavorano con gli Enti Pubblici e ovviare ai ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione italiana che spesso limitano la liquidità finanziaria. “L’ambizione è che questo sia un primo passo nella direzione del Fintech – ha detto a Startmag.it il responsabile di Banca Ifis Impresa Italia Raffaele Zingone –. Il prodotto di fatto è una piattaforma dietro cui si nasconde una capacità di origination via web spontanea, con un brand conosciuto e un’offerta commerciale chiara. Da quel momento molto dipende dall’efficienza dei processi per poter rimanere online. Quando ti occupi di digitalizzazione il grande sforzo che le banche devono fare è proprio evitare che le complessità regolamentari del settore vengano riversate sui clienti”. Attraverso una procedura online, “TiAnticipo” consente, in sostanza, alle aziende di ottenere liquidità immediata da Banca Ifis Impresa, attraverso il finanziamento delle fatture certificate. “Siamo sicuramente buoni osservatori del mondo FinTech, lo riteniamo un ottimo benchmark soprattutto per le applicazioni tecnologiche e i processi – ha aggiunto Zingone –. Per fortuna il FinTech c’è, nel senso che è stato sicuramente un elemento trainante negli ultimi anni per quanto riguarda l’evoluzione del sistema bancario tradizionale. Per noi è un punto di riferimento. La grande sfida, tuttavia, è saperne cogliere i lati migliori e le migliori capacità per applicarli alla banca. Questo perché riteniamo che se un banca fa bene ciò che sa fare, cioè la valutazione finalizzata all’erogazione del credito, ha ancora un vantaggio: la competenza creditizia è quello che forse un po’ ancora manca al FinTech, in particolare quello attivo in questo settore. Inoltre, più si passa da un prodotto a un servizio, più aumenta la competenza consulenziale e di conseguenza aumenta la complessità del prodotto stesso. E qui diventa importante la componente umana: anche se non necessariamente ‘fisica’, visto che oggi esistono soluzioni online o chat telefoniche”. Per questo, “possiamo dire che sicuramente l’intelligenza in ambito creditizio vede la banca ancora avvantaggiata rispetto al FinTech, ma anche che la fusione delle competenze dell’uno nell’ambito dei processi e delle tecnologie e dell’altra in ambito creditizio rappresenta la soluzione migliore”, ha concluso Zingone.

Anche le assicurazioni tengono d’occhio le nuove tecnologie “Blockchain”

Quello dei pagamenti e del credito, tuttavia, è soltanto di uno dei tanti approdi del Fintech. Le assicurazioni e i grandi investitori, per esempio, tengono d’occhio le nuove tecnologie “Blockchain”, perché la creazione di archivi condivisi potrebbe innovare tutto il processo di sottoscrizione delle polizze e di selezione dei clienti. Ad esempio, la società attiva nel settore assicurativo e uno dei principali enti di certificazione a livello mondiale Dnv GL ha rilasciato la settimana scorsa 90 mila certificati utilizzando proprio la “Blockchain”. Questa tecnologia, che fa così il suo ingresso per la prima volta nel settore delle verifiche di terza parte, rende i certificati unici, tracciabili e non falsificabili. “Per 150 anni, in DNV GL abbiamo lavorato per costruire fiducia, ma nell’era della trasformazione digitale e in un contesto economico volatile, c’è una maggiore necessità di trasparenza”, ha dichiara Luca Crisciotti, Ceo di DNV GL – Business Assurance.

BlockchainNell’ambito di un crescente impegno per lo sviluppo del concetto di fiducia digitale, DNV GL e Deloitte EMEA Blockchain Lab, per la prima volta su scala globale, hanno sviluppato un’applicazione della tecnologia “Blockchain” per l’industria della certificazione. “Si tratta di una delle prime applicazioni Blockchain create al di fuori dell’industria finanziaria e mostra le illimitate possibilità offerte da questa tecnologia. Presto ci saranno concept, prototipi e investimenti emergenti nelle maggiori industry”, ha affermato Martin Bryn, partner di Deloitte Norvegia. DNV GL collabora con aziende di tutti i settori per certificarne processi, prodotti, strutture e supply chain in base a standard nazionali e internazionali. All’emissione dei certificati, i dati saranno digitalizzati e inviati alla “Blockchain”, con l’assegnazione di un’identità digitale. I certificati, così univocamente identificati e tracciabili, saranno, infine, memorizzati in originale in una rete di computer invece che in un unico sistema centrale. Ciò permetterà di combattere frodi e chiunque, grazie al QR code sul certificato, potrà autonomamente verificare nella Blockchain se una società è certificata. “La Blockchain sta rivoluzionando il sistema economico e non solo, modificando alla base i concetti di transazione, proprietà e fiducia. Garantisce trasparenza, dando vita ad archivi immutabili e condivisi e per questo inalterabili e immuni da alterazioni fraudolente. Questo è il primo passo verso la costruzione di un nuovo concetto di digital assurance. Il nostro obiettivo è utilizzare la Blockchain e le altre tecnologie “disruptive” per fornire nuovi servizi e continuare a creare valore per i nostri clienti”, ha affermato Renato Grottola, Direttore Generale di Trasformazione Digitale, DNV GL – Business Assurance.

ST

Back To Top