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Reddito Di Inclusione

Arriva il Reddito di inclusione. Come funziona

Arriva il primo via libera al decreto che introduce il Reddito di inclusione: cosa è, come funziona e chi ne può beneficiare E’ arrivato in queste ore il primo sì del Consiglio dei ministri al decreto legislativo che introduce in Italia il Reddito di inclusione, “una misura nazionale di contrasto alla povertà”. Il provvedimento, la…

Arriva il primo via libera al decreto che introduce il Reddito di inclusione: cosa è, come funziona e chi ne può beneficiare

E’ arrivato in queste ore il primo sì del Consiglio dei ministri al decreto legislativo che introduce in Italia il Reddito di inclusione, “una misura nazionale di contrasto alla povertà”.

Il provvedimento, la cui misura sarà introdotta a partire da Gennaio 2018, dovrà ora acquisire i pareri delle commissioni parlamentari competenti. Si tratta di un decreto che attua la delega approvata a marzo e segue il Memorandum d’intesa firmato ad aprile dal premier Paolo Gentiloni. Approfondiamo insieme.

Cosa è il Reddito di inclusione

Reddito di inclusioneSi tratta di un aiuto economico dello Stato. É una misura varata per assicurare il sostegno economico, in modo progressivo, a tutte le famiglie che si trovano al di sotto della soglia di povertà assoluta, a partire dei nuclei con bambini.

Il reddito di inclusione sostituirà il Sia, ovvero l’assegno di Sostegno per l’inclusione attiva, altra misura nazionale di contrasto alla povertà, già attiva in favore delle famiglie in condizioni di fragilità sociale e disagio economico.

I numeri del Reddito di inclusione

La misura è diretta a 500 mila famiglie, circa a 1,8 milioni di persone.  Le coperture ammontano a 1,850 miliardi all’anno. A questo bisognerà aggiungere 220 milioni per gli enti locali.

Con la nuova misura, dunque, si passa “dai circa 200 milioni del Sostegno inclusione attiva ai circa 2 miliardi del reddito d’inclusione: è una misura strutturale che quindi andrà a crescere”. Il Reddito di inclusione “interesserà circa 2 milioni di persone, tra cui ci sono 7-800 mila minori che sono stati privilegiati perché prendersi cura dei minori significa attaccare alla radice la diseguaglianza, anche sul piano culturale”, aveva affermato il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, in occasione della firma a Palazzo Chigi, del memorandum d’intesa sul reddito d’inclusione.”C’è un pezzo di buona politica e dei nostri valori in questo memorandum: al centro c’è la dignità. Non stiamo facendo solo un trasferimento economico stiamo cercando di rendere le persone protagoniste di un sistema d’inclusione e di renderle indipendenti dal bisogno dell’assistenza”, aveva concluso.

Chi può beneficiarne

A beneficiarne, ovviamente, saranno tutte quelle famiglie con reddito basso. Due i requisiti per l’accesso: 6 mila euro di reddito Isee e 3 mila euro di reddito equivalente. Il valore del patrimonio immobiliare non deve superare i 20mila euro,il patrimonio mobiliare i 10 mila euro. In questo modo si permette l’accesso alla misura anche a chi è proprietario della casa in cui abita, ma versa in stato di povertà.

Non avranno accesso alla misura coloro che nei due anni precedenti la richiesta hanno acquistato auto, moto, barche.

Come funziona

Ogni famiglia beneficiaria avrà, da gennaio 2018, la “Carta Rei” su cui l’Inps caricherà il Reddito di inclusione.

L’importo del beneficio sarà calcolato sulla differenza tra il reddito disponibile e la soglia di riferimento ISR,ovvero la parte reddituale dell’Isee (tenuto conto della scala di equivalenza). In base a quanto deciso con il memorandum, l’importo erogato dovrà coprire il 70 per cento della differenza calcolata. In sede di prima applicazione, comunque, la cifrà non sarà inferiore all’assegno sociale mensile.
Il beneficio va da un minimo di 190 euro a un massimo di 485 mensili.

In caso di disoccupazione

Per evitare che il beneficio si trasformi in un disincentivo per chi è alla ricerca di un’occupazione stabile, il Ministero del Lavoro intende imporre a chi ne fa richiesta di impegnarsi in un progetto personalizzato, un piano di attivazione personale in tema di ricerca del lavoro, obbligo di cura e di istruzione per i più piccoli.

Misure dirette ai territori

Per combattere la povertà, nel decreto legislativo dovrebbe anche essere prevista una struttura nazionale permanente di affiancamento alle amministrazioni territoriali per garantire una applicazione uniforme del Reddito di inclusione.

Lo Stato si assicurerà di garantire risorse umane ed economiche adeguate a tali strutture, per conetire di svolgere l’attività in maniera continuativa. La struttura si impegnerà in attività di promozione, sostegno e implementazione del Reis, supporto nello sviluppo delle competenze necessarie, costituzione di una comunità di pratiche, diffusione di linee guida, di protocolli formativi e operativi, realizzazione di incontri, interventi di tutoraggio alle realtà locali in difficoltà.

E ancora. Sarà previsto anche un piano di monitoraggio per verificare l’applicazione del Reis su tutto il territorio nazionale.

Altre Misure a sostegno delle famiglie

Mamma domani

“A decorrere dal 1º gennaio 2017 è riconosciuto un premio alla nascita o all’adozione di minore dell’importo di 800 euro. Il premio, che non concorre alla formazione del reddito complessivo di cui all’articolo 8 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, è corrisposto dall’INPS in unica soluzione, su domanda della futura madre, al compimento del settimo mese di gravidanza o all’atto dell’adozione”, si legge nella legge di Bilancio per il 2017. E finalmente, da giovedì 4 maggio 2017 sarà possibile richiedere il Bonsu Mamma domani.

Tutte le donne diventate mamme nel 2017 (anche tramite adozione o affido preadottivo) o che abbiano già compiuto il settimo mese di gestazione, potranno inoltrare la domanda per richiedere il bonus attraverso il nuovo portale predisposto per l’occasione dall’Inps. Ne potranno fare richiesta tutte le mamme con residenza in Italia; cittadinanza italiana o comunitaria, o del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, o carta di soggiorno per familiari di cittadini UE. Il Bonus in caso di parte gemellare sarà di 1.600 o più euro, a seconda del numero di bambini nati.

Bonus bebè

Anche per il 2017 è stato confermato il bonus bebè, che consiste in una somma erogata mensilmente ai genitori con figli minori di 3 anni (dal giorno di nascita al giorno di compimento dei 3 anni). La cifra del bonus sarà di 80 euro mensili, per ogni figlio minore di 3 anni, per le famiglie in cui l’indice Isee non supera 25.000 euro e di 160 euro mensili, per ogni figlio minore di 3 anni, per le famiglie in cui l’indice Isee non supera 7.000 euro.

Anche il bonus bebè è destinato alle famiglie con bimbo adottato (se minorenne) o in affido preadottivo tra il 1º gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017, ai genitori che possiedono i seguenti requisiti:

  • cittadinanza italiana, di uno Stato UE o di uno Stato extraeuropeo con permesso di soggiorno di lungo periodo;
    residenza in Italia;
  • convivenza con il figlio;
  • nucleo familiare in possesso di un reddito ai fini Isee non superiore a 25.000 euro annui, per tutta la durata dell’assegno.

Voucher babysitter e asilo nido

A sostegno delle famiglie (e delle mamme lavoratrici in particolare), il Governo ha messo a disposizione i voucher babysitter ed i contributi per l’asilo nido. Questo incentivo economico è destinato alle madri che, al posto di fruire del congedo parentale, optano per l’affidamento dei figli a una babysitter o a un asilo nido. I voucher ed i contributi hanno un valore pari a 600 euro mensili, e sono riconosciuti per un massimo di 6 mesi (3 mesi per le lavoratrici autonome). Nel momento in cui la mamma avrà già usufruito in parte del congedo parentale, può richiedere il contributo per un numero di mesi pari ai mesi di assenza non ancora goduti.

Il bonus nido

mamma domaniIl bonus nido non deve essere confuso con l’incentivo economico destinato alle mamme che rinunciano al congedo parentale. Si tratta di un aiuto destinato a tutte le famiglie che abbiano iscritto un bambino al nido, si tratta di un voucher, con un massimale di 1000 euro l’anno.

Fondo credito bebè

È un aiuto economico diverso dagli altri: si tratta di una misura per facilitare il finanziamento di prestiti agevolati, erogati dalle banche convenzionate, per le spese legate all’arrivo di un bebè. Il prestito sarà sostenuto da una garanzia statale.

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