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Apple potrebbe acquistare Netflix

Grazie alla nuova riforma fiscale di Trump, Apple avrebbe in cassa liquidità a sufficienza per acquisire Netflix     Netflix, la piattaforma streaming che ha fatto da apripista al mondo della tv di internet, potrebbe finire nella mani del colosso di Cupertino, Apple. Questa sarebbe l’acquisizione giudicata più probabile dagli analisti di Citigroup (40%), come…

Grazie alla nuova riforma fiscale di Trump, Apple avrebbe in cassa liquidità a sufficienza per acquisire Netflix

 

 

Netflix, la piattaforma streaming che ha fatto da apripista al mondo della tv di internet, potrebbe finire nella mani del colosso di Cupertino, Apple. Questa sarebbe l’acquisizione giudicata più probabile dagli analisti di Citigroup (40%), come conseguenza della riforma fiscale varata da Donald Trump.

La riforma fiscale di Donald Trump

trump silicon valleyLa riforma fiscale di Donal Trump, approvata dalla Camera il 19 dicembre 2017, prevede per le imprese un taglio cospicuo delle aliquote e per i singoli individui una riduzione temporanea delle tasse, con una riduzione complessiva degli introiti per il governo federale stimata intorno ai 1.500 miliardi di dollari.

In particolare, facendo riferimento alle imprese, con l’introduzione delle nuove norme si stabilisce un tetto massimo del 21 per cento di imposizione fiscale per le aziende, contro l’attuale 35 per cento. Questo permetterà alle aziende, Apple compresa, di avere maggiore liquidità in cassa e questo, secondo i Repubblicani, incentiverà nuovi investimenti e assunzioni da parte delle imprese.

Non solo. Grazie alla nuova riforma, i profitti realizzati all’estero e che ora vengono trattenuti al di fuori degli Usa riceverebbero un trattamento decisamente migliore. Ci spieghiamo: attualmente agli utili delle aziende Usa è applicata un’aliquota del 35%, mentre con la riforma agli utili riportati negli Usa verrà applicata un’aliquota intorno al 14,5%.

Gli effetti su Apple

Tim Cook, Ceo Apple

Concentrandoci proprio sugli utili esteri, Apple sarebbe tra le aziende più agevolate. La società di Cupertino, infatti, ne riceverebbe vantaggi per 47 miliardi di dollari.

Proprio a causa di una tassazione ritenuta eccessiva, Apple ha circa 250 miliardi di dollari parcheggiati all’estero. Se decidesse di farli tornare in patria, dovrebbe pagare al fisco 78 miliardi di dollari. L’introduzione della nuova riforma farebbe scendere la cifra a 31 miliardi di dollari. Anzi, 31,4 miliardi di dollari, per essere precisi, secondo il calcolo fatto dal professor Richard Harvey della Villanova University.

La cifra potrebbe scendere a 29,4 miliardi, sempre secondo quanto dichiarato da Richard Harvey al Financial Times, se la Corte europea dovesse deliberare il pagamento dei 13 miliardi di tasse non versate all’Irlanda, dopo l’accordo con quest’ultima.

Fino a 252 miliardi in cassa

Una stima di quanto le agevolazioni della riforma fiscale Usa potrebbe portare nelle casse di Apple l’hanno fatta gli analisti Jim Suva e Asiya Merchant di Citigroup, convinti che le nuove norme metteranno a disposizione di Apple un gruzzolo da 252 miliardi di dollari pronti da essere investiti.

La possibile acquisizione

NetflixGrazie alle novità, Apple avrebbe in cassa denaro a sufficienza per comprare Netflix. La capitalizzazione di Netfix è pari a circa un terzo di questa somma, e si aggira attorno agi 83 miliardi di euro.

Apple potrebbe acquisire Disney ( il deal ha una probabilità tra il 20 e il 30%), e a seguire Electronic Arts, Activision o Take-Two (10%), mentre si ferma al 5% la probabilità che Cupertino metta nel mirino Tesla.

“La società ha troppa liquidità – intorno ai 250 miliardi – e cresce di 50 miliardi all’anno. E’ un bel problema. Storicamente Apple ha evitato di rimpatriare i profitti in Usa per evitare l’imposizione fiscale elevata. La riforma fiscale potrebbe consentire alla compagnia di usare questo denaro. Con circa il 90% della sua liquidità all’estero – evidenziano – una tassa di rimpatrio del 10% una tantum darebbe a Apple 220 miliardi per acquisizioni o riacquisti”, sostengono gli analisti di Citygroup.

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