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Tutto su Indra, il gruppo spagnolo che contende Iveco Defence a Leonardo

Non solo Leonardo con Rheinmetall, anche Indra ha presentato un’offerta non vincolante per Iveco Defence Vehicles (Idv) del gruppo controllato da Exor. Fatti, numeri e business dell'azienda di difesa spagnola

A contendersi Iveco Defence Vehicles (Idv) con il colosso della difesa e aerospazio italiano Leonardo c’è anche il campione nazionale della difesa spagnolo Indra.

Secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo El Economista, citando fonti di mercato non precisate, anche l’azienda sostenuta dallo stato spagnolo Indra Sistemas ha presentato un’offerta non vincolante per Idv, la divisione dedicata ai veicoli militari del gruppo controllato da Exor (la holding di John Elkann che possiede anche StellantisCNH Industrial e il gruppo editoriale Gedi).

Lo scopo dell’offerta, da un miliardo di dollari secondo il quotidiano finanziario spagnolo, è la creazione di un colosso militare europeo.

Iveco Defense Vehicles è un fornitore del ministero della Difesa spagnolo, con alcune delle sue piattaforme più importanti in servizio e operative, come ad esempio i veicoli blindati Centauro 8×8 e 4×4 “LMV” e l’intera flotta di camion dell’esercito spagnolo.

In base ai rapporti stampa, oltre all’offerta confermata da Leonardo e riportata di Indra, a mostrare interesse per Idv ci sarebbero anche il gruppo franco-tedesco Knds, l’inglese Bae Systems e il ceco Czechoslovak Group.

Chi avrà la meglio sui mezzi militari di Iveco?

Tutti i dettagli.

L’OFFERTA LANCIATA DA LEONARDO CON RHEINMETALL

Lo scorso 8 maggio, nel corso della call con gli analisti per la presentazione della trimestrale di Leonardo, l’ad Roberto Cingolani ha annunciato l’offerta non vincolante per Iveco Defence Vehicles (Idv) insieme a Rheinmetall. Cingolani ha sottolineato che Leonardo-Rheinmetall analizzeranno “molto attentamente i dati finanziari” nel corso della due diligence e della data room che “saranno aperte a breve”.

“Siamo flessibili ma una cosa è chiara – ha aggiunto il numero uno del gruppo ex Finmeccanica – deve essere una operazione industriale, deve avere un chiaro vantaggio e un costo molto equo di questa operazione. Altrimenti è un’operazione finanziaria e noi non faremo alcuna operazione finanziaria”.

Nei mesi scorsi infatti il ceo di Iveco aveva reso nota l’intenzione di scorporare l’attività di produzione di veicoli pesanti, in vista di una possibile valorizzazione.

Secondo Bloomberg Iveco punta a incassare 1,5 miliardi di euro dalla vendita del suo business di difesa, in un periodo in cui la spinta per l’aumento della spesa per la difesa in Europa alimenta l’interesse per gli asset militari. Tuttavia, sull’operazione pende il Golden Power, lo strumento a disposizione del governo per impedire la cessione di asset strategici – ovvero elementi ritenuti essenziali per la sovranità nazionale – senza l’autorizzazione di Palazzo Chigi. Il governo italiano gradirebbe l’opzione Leonardo-Rheinmetall per Idv, ma resta il nodo prezzo.

Quindi, la società di Piazza Monte Grappa ha messo sul piatto 1,5 miliardi di euro secondo rapporti stampa, ma se Cingolani ha confermato l’offerta, l’importo in realtà non è noto.

E QUELLA DELLA SPAGNOLA INDRA

Secondo quanto si apprende, l’offerta di Indra sarebbe circa la metà del valore proposto dalla cordata italo-tedesca per Idv, uno dei fornitori di riferimento del ministero della Difesa spagnolo.

COSA FA INDRA

Indra è nota principalmente per i suoi radar e per gli strumenti per la guerra elettronica.

In base a quanto scrive il Financial Times, la società presieduta da Ángel Escribano è valutata 5 miliardi di euro e lo Stato spagnolo ne detiene il 28% attraverso la Sociedad Estatal de Participaciones Industriales (Sepi), una sorta di fondo sovrano spagnolo. In qualità di principale appaltatore della difesa del Paese, il governo socialista del primo ministro Pedro Sánchez vuole trasformarlo in un campione europeo, sottolinea il Ft.

Nello specifico, Indra vuole diventare il coordinatore spagnolo dei programmi europei terrestri, aerei e cyberspaziali e il principale integratore di sistemi di difesa nel suo mercato interno.

L’anno scorso Defense News ricostruiva che l’azienda spagnola aveva annunciato una serie di accordi transfrontalieri nel settore della difesa, tra cui una joint venture radar con l’azienda emiratina di tecnologie per la difesa Edge Group e accordi con Thales e Lockheed Martin per lavorare congiuntamente sui sistemi di difesa.

LA PROPRIETÀ

Principale azionista di Indra è, come detto, la Sociedad estatal de Participaciones industriales (Sepi), che detiene il 28% della società. Subito dopo si colloca Escribano, società spagnola di tecnologia e difesa, con una quota del 14,3%. Il 7,94% appartiene a Sapa Placencia, un’azienda spagnola attiva nel settore della difesa, specializzata in tecnologie per la difesa terrestre e il 7,24% al fondo attivista Amber Capital.

I NUMERI

L’azienda spagnola di tecnologia e difesa prevede quest’anno un fatturato di 5,2 miliardi di euro e punta a raggiungere i 10 miliardi di euro entro il 2030, in conformità con il piano strategico approvato, segnala El Economista.

TUTTE LE MIRE DEL CAMPIONE DELLA DIFESA MADRILENO

Come sottolinea El Economista, Idv è un asset di grande valore nel panorama europeo e si inserirebbe perfettamente nella strategia di espansione di Indra per diventare un punto di riferimento europeo nel settore della difesa e, più in particolare, delle piattaforme terrestri

Inoltre, sempre secondo quanto rivela il quotidiano spagnolo, Indra ha presentato un’offerta per Idv contemporaneamente all’incarico conferito a PwC per valutare una possibile fusione con l’azienda familiare Escribano Mechanical & Engineering (EM&E), che ora è il suo secondo azionista con il 14,3% delle azioni, dietro solo a Sepi.

Sotto la guida di Escribano, Indra ha raggiunto un accordo per assumere il controllo dell’operatore satellitare spagnolo Hispasat, accettando di pagare 725 milioni di euro per una quota del 90% lo scorso febbraio. Come ricorda ancora il Ft, il governo spagnolo ha nominato Indra come suo coordinatore per il Future Combat Air System (Fcas), il progetto di sistema di combattimento aereo del futuro di Germania, Francia e Spagna, rivale del programma Gcap, di Regno Unito, Italia e Giappone (con Leonardo quale capofila industriale per il nostro paese).

Infine, lo scorso marzo Indra ha annunciato di voler acquisire Santa Bárbara Sistemas, azienda produttrice di veicoli blindati, con sede a Madrid, di proprietà di General Dynamics, colosso statunitense della difesa. Le recenti mossi di Indra si inseriscono dunque nella corsa al riarmo dell’Europa in generale, e del governo di Madrid in particolare. Quest’ultimo ha aumentato le spese per la difesa di 10,471 miliardi di euro per raggiungere già nel 2025 l’obiettivo della Nato del 2%.

D’altronde già un anno fa, Indra dichiarava che si sarebbe concentrata sulle sue attività di difesa e aerospaziale nell’ambito di una nuova strategia 2030, puntando a diventare un attore internazionale in un periodo di aumento della spesa militare da parte dei membri europei della Nato.

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