“Entro l’estate il piano per la costellazione italiana”.
È quanto ha annunciato Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), in un’intervista con Il Sole 24 Ore rilasciata in settimana, mentre si discute circa il potenziale accordo dell’Italia con SpaceX per la fornitura di Starlink e lunedì Elon Musk ha affermato di essere “pronto a fornire all’Italia la connettività più sicura e avanzata!”.
Inoltre, i rapporti sul potenziale ruolo per Starlink in Italia arrivano settimane dopo che la Commissione Europea ha annunciato i fondi per la tanto attesa costellazione Iris2, progettata per offrire comunicazioni sicure per i governi e le agenzie europee.
Dunque è in questa cornice che il numero uno dell’Asi fa il punto del progetto nazionale per una costellazione satellitare nazionale in orbita terrestre bassa.
Il 26 dicembre 2024 il Comitato interministeriale per le Politiche relative allo Spazio e alla Ricerca Aerospaziale (Comint), presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha incaricato l’Agenzia Spaziale Italiana di elaborare uno studio per definire un livello di ambizione realistico, i costi e il percorso per la realizzazione di una costellazione satellitare nazionale in orbita bassa, in linea con quanto previsto dal Ddl Spazio approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 20 giugno.
No, non si tratta della costellazione satellitare italiana Iride per l’osservazione della Terra, attualmente in fase di sviluppo, nata come iniziativa del governo italiano, con il supporto delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Tutti i dettagli.
LO STUDIO DI FATTIBILITÀ PER UNA COSTELLAZIONE IN ORBITA BASSA AFFIDATO ALL’ASI A FINE DICEMBRE
Al Sole 24 Ore Valente racconta: “Ci è stato affidato uno studio di fattibilità preliminare sulla realizzazione di una costellazione nazionale in orbita di telecomunicazioni satellitari a bassa latenza e sicura, perché si parla di dati che sono criptati. Svolgeremo il lavoro di concerto con altre istituzioni, come la Difesa, visto che si tratta di servizi dual-use, cioè con potenziali applicazioni sia per il settore civile sia per quello militare oltre che per la rete diplomatica”.
UN ALTRO PROGRAMMA RISPETTO A IRIDE
Quindi, si tratta di un altro progetto rispetto a Iride. Quest’ultima è la costellazione satellitare – più importante programma spaziale satellitare europeo di Osservazione della Terra a bassa quota – che sarà realizzata in Italia e completata con il supporto dell’Esa – European Space Agency e dell’Asi grazie alle risorse del Pnrr. Il programma dovrebbe essere operativo entro giugno 2026, entro i 4-5 anni previsti dalle tappe del Pnrr, dopo il lancio nel dicembre 2021. La costellazione supporterà anche la Protezione Civile e altre Amministrazioni per contrastare il dissesto idrogeologico e gli incendi, tutelare le coste, monitorare le infrastrutture critiche, la qualità dell’aria e le condizioni meteorologiche.
Lo studio di fattibilità assegnato a dicembre riguarda invece una costellazione satellitare nazionale capace di rispondere alle esigenze operative e di sicurezza del nostro Paese.
L’OBIETTIVO
Nello specifico, aggiunge Valente, “l’Asi dovrà individuare e definire una possibile architettura avendo come punto di riferimento in termini di copertura il Mediterraneo allargato, valutare la capacità del sistema industriale nazionale di realizzare e mettere in orbita gli asset che sono necessari, calcolare le risorse necessarie, il possibile business model oppure ragionare in termini di costo-benefici”.
Quindi, la costellazione nazionale allo studio andrebbe a fornire proprio la tipologia di servizi che SpaceX (attraverso Starlink) ha offerto all’Italia per le comunicazioni strategiche, a partire da quelle della Difesa e della rete diplomatica degli Esteri.
LA DIFFERENZA CON STARLINK
Dunque l’Asi studierà una costellazione che fungerà da soluzione alternativa al servizio di Internet satellitare Starlink di Elon Musk.
“La differenza sostanziale sta ovviamente nei tempi – precisa Valente al quotidiano confindustriale – perché da un lato, per Starlink, si parla di circa 6.800 satelliti già in orbita, dall’altro di un progetto che per la sua operatività richiederebbe qualche anno”.
Tanto che la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ammesso in conferenza stampa che sulla questione Starlink “Neanche io ho le idee chiare, perché da una parte si tratta di mettere in sicurezza alcune comunicazioni sensibili e delicate parlando con il soggetto tecnologicamente più avanzato in questo campo e senza alternative pubbliche. Forse dovremmo aprire sul perché né l’Italia né l’Europa – perché questo è un problema europeo – non sono arrivati in tempo a immaginare delle tecnologie pubbliche che fossero in grado di mettere in sicurezza queste comunicazioni, per cui l’alternativa è non avere una protezione”.
Considerata la risposta europea a Starlink di Elon Musk, Iris2 – acronimo di infrastruttura per la resilienza, l’interconnettività e la sicurezza via satellite – prevede una rete da 290 satelliti multiorbitali, ovvero in orbite terrestri basse e medie, con l’obiettivo di iniziare le operazioni entro l’inizio del 2030. La Commissione ha annunciato per la prima volta Iris2 a novembre 2022, dichiarando che il servizio sarebbe iniziato nel 2024 e avrebbe “costituito un nuovo pilastro spaziale per un’Europa digitale, resiliente e più sicura”. Dunque l’Europa ha già mancato questo primo obiettivo. Lo scorso 16 dicembre la Commissione europea ha siglato il contratto di concessione per Iris2, con il consorzio SpaceRise (composto da Ses, Eutelsat e Hispasat) che svilupperà, dispiegherà e gestirà il nuovo sistema dell’Unione europea. Al momento non è in orbita nessun satellite Iris2, al contrario degli oltre 6mila satelliti Starlink.
LE TEMPISTICHE
Tornando al progetto della costellazione satellitare in orbita bassa tricolore, entro l’estate, o già in primavera, secondo Valente, lo studio dovrebbe essere pronto. “Al massimo entro l’estate, ma probabilmente anche prima, saremo pronti” si mostra fiducioso il numero uno dell’Agenzia spaziale.
Inoltre, sottolinea Carmine Fotina sul Sole 24 Ore, “sembra chiaro che, già prima dell’investitura ufficiale da parte del Comint, l’argomento sia stato oggetto di valutazioni interne. L’impressione, a sentire il presidente dell’Asi, è che l’industria italiana abbia le potenzialità per sostenere il progetto e – anche se su questo non si sbilancia – che il divario dei costi rispetto a una possibile soluzione privata chiavi in mano come quella di Musk possa non risultare così ampio come si è detto negli ultimi giorni”.
Infine, lo studio di fattibilità, conclude Valente, camminerà in parallelo alle altre attività dell’Asi come l’implementazione dei progetti finanziati dal Pnrr, sui quali al momento sono stati rispettati i target.