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Chi in Europa picchia contro Starlink

Dal numero uno dell'Agenzia spaziale europea (Esa) al direttore Connettività dell’Esa, ma anche l'alto rappresentante Ue e il negoziatore per il Parlamento europeo di Iris2. Ecco tutte le posizioni espresse finora nell'Ue sull'eventuale accordo tra l'Italia e SpaceX per la fornitura di telecomunicazioni sicure al governo tramite la costellazione satellitare Starlink.

Il dibattito sull’eventuale accordo tra il governo italiano e SpaceX per la fornitura di servizi Internet satellitari dalla costellazione Starlink travalica i confini nazionali e si agita anche nell’Ue.

Mentre Roma sta valutando l’uso dei sistemi di telecomunicazioni di Musk per fornire comunicazioni crittografate tra il governo, i diplomatici italiani e i funzionari della difesa che operano in aree a rischio, la politica italiana si sta agitando.

Se lunedì Musk ha affermato di essere “pronto a fornire all’Italia la connettività più sicura e avanzata!”, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha ricordato che “la presidenza del Consiglio ha smentito la firma di contratti o accordi tra il governo e SpaceX. E anche la Difesa non ha approvato alcun accordo a riguardo”. Tuttavia, in conferenza stampa la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha difeso le interlocuzioni del governo con SpaceX, affermando che il sistema Starlink non ha “alcuna alternativa pubblica”.

Già perché l’opzione europea è Iris2, l’iniziativa della Commissione europea progettata per offrire comunicazioni sicure per i governi e le agenzie europee con cui l’Ue mira a posizionarsi nella gestione dei sistemi satellitari in cui attualmente spadroneggia Starlink. Se SpaceX ha già dispiegato oltre 6mila satelliti Starlink nello spazio (la metà di quelli in orbita), per Iris2 si punta a raggiungere la piena operatività nei primi anni del 2030.

Quindi un’alternativa non al momento praticabile. La questione però è rilevante dal momento che in gioco c’è la gestione di comunicazioni strategiche in mano a una società privata statunitense.

Tanto che sulla questione si sono espressi anche i vertici dell’Agenzia spaziale europea (Esa), nonché rappresentanti dell’Unione europea. Per ultima Kaja Kallas, oggi in un’intervista all’Ansa in occasione della sua visita a Roma: “Starlink? Spetta agli Stati decidere i fornitori”.

Tutti i dettagli.

LA POSIZIONE DEL DIRETTORE DELL’AGENZIA SPAZIALE EUROPEA (ESA)

Ieri il capo dell’Esa, Josef Aschbacher, ha respinto le preoccupazioni sul fatto che la cooperazione in Europa stia diminuendo mentre l’Italia soppesa un potenziale accordo con Starlink di Elon Musk. Non solo. Il governo punta anche a una soluzione nazionale. Lo scorso 26 dicembre il Comitato interministeriale per le Politiche relative allo Spazio e alla Ricerca Aerospaziale (Comint), presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha incaricato l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) di elaborare uno studio di fattibilità per la realizzazione di una costellazione satellitare nazionale in orbita bassa.

“Stiamo osservando molto attentamente quanta nazionalizzazione avviene e quanta attività europea si svolge”, ha detto a Reuters il direttore generale dell’Esa. “Lo spazio sta diventando sempre più strategico e importante. È anche chiaro che gli investimenti nello spazio stanno aumentando… Il mio compito è sottolineare il vantaggio per i paesi europei di partecipare a programmi europei piuttosto che a quelli nazionali”.

“È una dimensione tale… che richiede un approccio europeo. Servono programmi europei”, ha insistito Aschbacher a margine di una presentazione annuale dell’agenzia con sede a Parigi, senza entrare nel merito specifico di Starlink.

L’AVVERTIMENTO DEL DIRETTORE DELLA CONNETTIVITÀ ESA

Più netta la posizione invece del direttore della connettività e delle comunicazioni sicure dell’Agenzia spaziale europea, Laurent Jaffart, emersa dall’intervista di Repubblica pubblicata oggi.

Innanzitutto, Jaffart prende di miro il costo (riportato per primo da Bloomberg) di 1,5 miliardi di euro dell’accordo per la fornitura dei servizi Starlink al governo italiano per cinque anni: “E’ una cifra sorprendentemente alta e non è chiaro perché”. Nell’intervista il funzionario dell’Esa precisa che un prezzo del genere “è più di quanto spendono tutti gli altri stati europei messi insieme sul mercato privato per le telecomunicazioni governative”.

Resta però il fatto che Iris2 sarà pronto nel 2030, quindi cosa ci si aspetta facciano gli stati membri Ue per colmare questo gap?

“Starlink non è l’unica costellazione al lavoro. Ce ne sono altre già operative o che stanno per entrare in funzione per i paesi europei. La peculiarità di Starlink è di operare in un’orbita bassa, a poche centinaia di chilometri. Iris2 posizionerà i suoi satelliti in orbite basse e medie, che arrivano a 8mila chilometri”, ha spiegato Jaffart che non ha specificato quali sono queste alternative.

LA REPLICA DI ANDREA STROPPA (SPACEX)

Ci pensa al suo posto Andrea Stroppa, referente di SpaceX in Italia, nonché principale collaboratore di Elon Musk nel nostro paese.

In un post sulla piattaforma social X (di proprietà di Musk), Stroppa risponde: “Sa benissimo che non ci sono alternative. Amazon Kuiper non ha un satellite in orbita e sarà pronta nel 2029 se non ci saranno problemi e le altre soluzioni lavorano su orbite diverse con tecnologie differenti. Fa riferimento senza citarla a OneWeb ex società inglese che ha dichiarato bancarotta nel 2020 proprio perché Starlink ha sparigliato le carte. È stata poi acquistata poi dal gruppo francese Eutelsat. Iris2, vabbè come avrai capito, non esiste”.

IL MONITO DEL PARLAMENTARE UE GRUNDLER SUL POSSIBILE ACCORDO DELL’ITALIA CON STARLINK

Ma il dossier Starlink non ha animato il dibattito soltanto tra i vertici dell’Agenzia spaziale europea.

L’eurodeputato francese Christophe Grudler ha commentato a Key4Biz in modo critico il possibile accordo tra l’Italia e Musk: “Un accordo con Starlink sarebbe un grave errore strategico per l’Italia, che rinuncerebbe così alla sua sovranità indebolendo e diluendo il suo ruolo di leadership in IRIS², il programma satellitare europeo alternativo a quello di Elon Musk”. Grudler è tra l’altro il Relatore e negoziatore per il Parlamento europeo su Iris2 e relatore per Renew Europe sul programma spaziale dell’UE 2021-2027, dunque l’uomo di Iris2 del Parlamento Ue, sintetizza la testata.

Secondo Grudler, “affidare comunicazioni di difesa critiche a un attore privato non europeo mina la sovranità e la sicurezza. L’Italia rischia di diventare dipendente da qualcuno al di fuori della giurisdizione dell’Ue, le cui decisioni potrebbero non essere in linea con gli interessi italiani”. Inoltre, per l’eurodeputato, “l’Italia ha investito molto in progetti europei come GovSatCom e Iris2, che supportano le industrie nazionali e i posti di lavoro locali, in Italia e in Europa”. Pertanto “Un accordo con Starlink distoglierebbe risorse da questi sforzi, minando il vantaggio competitivo delle aziende italiane ed europee”.

COSA SOSTIENE L’ALTO RAPPRESENTANTE UE SU EVENTUALE ACCORDO ITALIA-STARLINK

Infine, sulla questione è stata sollecitata anche l’alto rappresentante Ue Kaja Kallas, in occasione della sua visita a Roma,

“Capisco dai media che non è stato ancora finalizzato l’appalto riguardante Starlink”, ha spiegato Kallas all‘Ansa, ma in ogni caso “spetta agli Stati membri decidere con quale fornitore di servizi fare accordi”.

“Per quanto riguarda lo spazio, in un senso più ampio penso che sia un aspetto di cui dobbiamo davvero discutere e approfondire, perché nello spazio stanno succedendo molte cose che hanno un effetto sulla nostra vita quotidiana. E non è del tutto concordato nel diritto internazionale come le regole si applicano nello spazio e anche nel cyberspazio. Penso che dovremmo discutere con i Paesi che la pensano come noi sullo sviluppo del diritto internazionale in modo che i diritti dei Paesi siano protetti su scala più ampia”, ha concluso.

Stessa posizione dunque della Commissione europea.

LA POSIZIONE DI BRUXELLES SULLA COMPATIBILITÀ TRA STARLINK E IRIS2

“Un regolamento dell’Ue – ha spiegato a inizio settimana all’Ansa un portavoce della Commissione europea – istituisce il sistema Iris² ed è quindi applicabile in tutta l’Ue. L’Italia, in quanto Stato sovrano ha il pieno potere discrezionale di procedere con decisioni e azioni sovrane”.

“La Commissione non commenta in linea di principio discussioni di questo tipo. L’Italia – ha sottolineato il portavoce – è uno Stato sovrano che prende decisioni sovrane. L’Italia è pronta ad ospitare uno dei tre centri di controllo di Iris2. Lo scorso marzo il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha annunciato infatti che il Centro Spaziale del Fucino di Telespazio è stato individuato in sede europea come il luogo che ospiterà il principale dei tre centri di controllo della nuova galassia di satelliti Iris2.

“I servizi governativi completi di Iris2 saranno forniti a partire dal 2030, preceduti da servizi governativi precursori a partire dal 2025 attraverso Govsatcom, ossia attraverso la messa in comune e la condivisione della capacità satellitare esistente, di proprietà degli Stati membri, compresa l’Italia”.

Quindi un eventuale accordo tra l’Italia e la società SpaceX per l’uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink è compatibile con la partecipazione al progetto Iris2.

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