La Difesa non ha approvato alcun accordo con SpaceX, ma siamo interessati a sistemi satellitari più sicuri e potenti (come Starlink).
È quanto ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, rispondendo oggi pomeriggio alla Camera all’interrogazione del deputato Nicola Fratoianni di Avs in relazione a un possibile accordo tra il governo italiano con la società aerospaziale di Elon Musk per un’intesa da 1,5 miliardi di dollari che prevede la fornitura di telecomunicazioni sicure al governo tramite la costellazione satellitare Starlink.
“Vogliamo sapere dal governo se, indipendentemente dall’ovvia smentita della presidenza del Consiglio sulla sottoscrizione di contratti e/o accordi con Elon Musk, è vero, invece, che il ministero della Difesa del nostro Paese abbia già esaminato e approvato l’accordo tra il governo italiano e SpaceX e comunque quali siano le intenzioni e gli orientamenti del ministero della Difesa”. È la domanda – si legge in una nota – che oggi pomeriggio, nell’Aula di Montecitorio, Alleanza verdi e sinistra, con Nicola Fratoianni, ha posto al governo durante il question time in diretta televisiva.
Tutti i dettagli sulla replica del ministro Crosetto riguardo il dossier Starlink.
L’INTERROGAZIONE DI AVS
“La presidenza del Consiglio italiana ha diffuso una nota in cui smentisce che ‘siano stati firmati contratti o siano stati conclusi accordi tra il governo italiano e la società SpaceX’, senza però confermare o smentire lo stato delle trattative” si legge nell’interrogazione presentata da Avs. “Bloomberg però ha riferito anche diversi dettagli del possibile accordo, che prevedrebbe la fornitura all’Italia di un sistema di crittografia per i servizi telefonici e internet. SpaceX fornirebbe questo servizio attraverso il proprio sistema satellitare Starlink. Il piano prevederebbe, inoltre, una serie di servizi di comunicazione per le forze armate italiane e l’introduzione in Italia dei servizi satellitari ‘direct-to-cell’. Sempre Bloomberg afferma che il possibile accordo sarebbe già stato approvato dai servizi segreti italiani e dal ministero della Difesa”.
“Anche solo l’esistenza di una trattativa fra il governo italiano e l’azienda di Musk è inquietante: affidare la sicurezza militare del nostro Paese ad un’azienda privata di uno degli uomini più potenti e ricchi del mondo può essere un clamoroso errore, quello stesso uomo che peraltro è oggi uno dei più stretti consiglieri del futuro presidente Usa e che sta organizzando e tessendo da mesi la tela della destra estrema in tutti i Paesi europei” insiste l’interrogazione firmata da Fratoianni.
LA REPLICA DEL MINISTRO DELLA DIFESA CROSETTO ALL’INTERROGAZIONE SUL DOSSIER STARLINK
Innanzitutto, “desidero principalmente ricordare come lei stesso ha riferito che la Presidenza del Consiglio dei ministri già smentito con una nota che siano stati firmati contratti o siano stati conclusi accordi tra il governo italiano la società SpaceX. Colgo l’opportunità per precisare che anche la difesa non ha approvato alcun accordo adeguato per quanto di interesse del dicastero”, ha esordito così il ministro della Difesa Guido Crosetto al question time alla Camera.
LE NECESSITÀ DELLE NOSTRE FORZE ARMATE
Dopodiché Crosetto ha ricordato che “le nostre forze armate sono chiamate spesso a operare a tutela degli interessi nazionali anche a grande distanza dall’Italia e non sempre in presenza di adeguati servizi e infrastrutture. Nell’anno appena concluso siamo stati presenti nel quadrante dell’Africa-Medio Oriente-Nord Europa ed Est Europa, ponendo in essere attività che richiedono comunicazioni affidabili, sicure e continue nonché connettività e servizi di navigazione in ambito nazionale a livello militare che sono erogati grazie a sistemi in orbita geostazionaria Sicral”.
IL SISTEMA SICRAL
Al momento le comunicazioni militari italiane fanno affidamento infatti sul programma Sicral (Sistema Italiano per Comunicazioni Riservate e Allarmi), un sistema satellitare per le telecomunicazioni governative in orbita alta realizzato da Telespazio, joint venture tra l’italiana Leonardo (67%) e la francese Thales (33%).
Oggi il ministro Crosetto ha spiegato che i satelliti Sicral “sono affidabili ma offrono una copertura geografica e banda limitata”, pertanto ne consegue che la difesa “è interessata anzi obbligata forse a integrare tale capacità con quelle fornite da satelliti in orbita bassa che offrono maggiore continuità copertura miglior tempo di latenza”.
LO STUDIO DI FATTIBILITÀ AFFIDATO ALL’ASI
Ecco perché “l’autorità delegata per lo spazio ha dato mandato all’Asi (Agenzia spaziale italiana) di avviare uno studio teso a sviluppare tali servizi, esplorando ogni possibile soluzione presente al mondo”, ha sottolineato Crosetto.
LA PROPOSTA UE: IRIS2
“A livello europeo – rammenta il ministro della Difesa – il programma più noto di connettività sicura appena avviato e noto come Iris2 prevederà regime circa 290 satelliti con i tempi di realizzazione ancora da quantificare e comunque che oggi si collocano oltre il 2030”.
Se SpaceX ha già dispiegato oltre 6mila satelliti Starlink nello spazio (la metà di quelli in orbita), per Iris2 si punta a raggiungere la piena operatività nei primi anni del 2030. Dunque Iris2 non sarà un’alternativa praticabile per anni.
LA POSIZIONE DI CROSETTO SU STARLINK
Pertanto, “le citate iniziative di grande interesse per la difesa quando disponibili potranno certamente contribuire ad assicurare quanto necessario per le nostre forze armate” assicura Crosetto precisando che “sussiste quindi l’esigenza di studiare e valutare ogni soluzione tecnicamente atta a fornire le capacità quantomeno nelle more del completamento dei programmi proprietari o di collaborazione relativamente a SpaceX che conta oltre 6700 satelliti in orbita bassa e ha una previsione di 42.000”.
Per Crosetto, oggi la società aerospaziale di Elon Musk è “un operatore che riunisce i requisiti e possiede capacità necessarie per servire servizi in parola ma questo non esclude che un paese sovrano e tecnologicamente avanzato come il nostro possa gestire l’instradamento la cifratura dei suoi dati gentili utilizzati apparati e tecnologie proprietarie a ulteriore tutela degli interessi nazionali”.
PREVISTO UN TAVOLO TECNICO
Infine, conclude il ministro della Difesa Crosetto, “laddove il governo dovesse optare per soluzioni commerciali [come quella Starlink ndr] a vantaggio anche di altri dicasteri e istituzioni, qualora il governo dovesse orientarsi e optare su questo, la Difesa attiverà un tavolo tecnico dedicato per approfondire la sussistenza dei requisiti specifici necessari a soddisfare le esigenze peculiari dello strumento militare”.