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Iris2 Fucino

Iris2, la risposta europea a Starlink avrà un centro di controllo in Italia

Il centro controllo della futura costellazione europea per l'internet satellitare Iris2 sorgerà presso il Centro Spaziale del Fucino di Telespazio, joint venture tra Leonardo (67%) e Thales (33%)

Al Centro Spaziale del Fucino nascerà il centro di controllo della nuova costellazione di satelliti europea Iris2 per le connessioni Internet.

Lo ha annunciato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in visita al centro di Telespazio, joint venture tra l’italiana Leonardo (67%) e la francese Thales (33%). “Si tratta di un investimento di 50 milioni di euro con circa 200 nuovi occupati, che di fatto raddoppierà l’attuale Centro spaziale”, ha anticipato Urso in occasione dell’evento che ha visto la partecipazione anche del presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio (insieme nella foto), del Chief Space Business Officer di Leonardo Franco Ongaro, dell’amministratore delegato di Telespazio Luigi Pasquali e il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) Teodoro Valente.

Era febbraio 2023 quando il Parlamento europeo approvava pressoché all’unanimità la proposta di regolamento che istituisce il programma dell’Unione per una connettività sicura per il periodo 2023-2027. Il programma mira a far sì che l’Unione europea disponga di una propria costellazione di 5 satelliti denominata “Iris2 ” (Infrastruttura per la resilienza, l’interconnettività e la sicurezza via satellite) che dovrebbe assicurare servizi di comunicazione sicuri entro il 2027.

Iris2 è la risposta del Vecchio Continente ai progetto Starlink — il servizio di connessione a Internet satellitare di SpaceX, la società aerospaziale di Elon Musk — e OneWeb.

E ora il centro spaziale abruzzese è stato individuato in sede europea come il luogo che ospiterà il principale dei tre centri di controllo della nuova galassia di satelliti Iris 2.

Tutti i dettagli.

L’INVESTIMENTO ANNUNCIATO DAL MIMIT

“Siamo al centro del Fucino il più importante Teleporto al mondo per usi civili e per visionare dove sarà realizzato il nuovo centro di controllo, definito in sede europea e localizzato qui al Fucino e che in settimana sarà annunciato dalla Commissione europea”, ha dichiarato Urso durante la visita al centro spaziale abruzzese “Piero Fanti” in provincia dell’Aquila. “Si allarga la nostra base spaziale – ha detto Urso – con un nuovo investimento che in termini di risorse vale 50 milioni di euro finalizzati alla realizzazione della struttura con la creazione di circa 200 nuovi occupati diretti ed indiretti. Questo centro di fatto sarà raddoppiato ed ospiterà il principale dei tre centri di controllo della nuova galassia di satelliti europei Iris2”.

Presso il Centro Spaziale del Fucino, è già attivo il centro controllo dell’altro fondamentale programma spaziale europeo Galileo, la rete di navigazione analoga al Gps americano.

“Noi vogliamo – ha sottolineato il ministro – che l’Italia abbia un ruolo di leadership nel settore dello Spazio”.

LA RILEVANZA STRATEGICA

Gli fa eco il presidente dell’Asi: “La scelta del Centro spaziale del Fucino deriva non solo da ragioni di opportunità ma anche per le competenze sviluppate nel tempo da Telespazio, joint venture tra Leonardo (67%) e Thales (33%).

“Un’iniziativa europea strategica in un settore importante dove oltre a portare beneficio per tutti garantirà resilienza e sicurezza perché è importante che l’Europa si doti di propri strumenti”, ha illustrato Teodoro Valente a margine dell’evento in cui il ministro delle Imprese e del Made in Italy con delega allo Spazio, Adolfo Urso, ha svelato l’annuncio della scelta di realizzare al Fucino il principale centro di controllo di Iris2. “La scelta di assegnare qui il Centro di controllo di Iris2 è importante per nostro paese – ha aggiunto – e evidenzia le competenze di Telespazio. Il centro nascerà in questo luogo non solo in virtù della disponibilità di spazio e della sua collocazione geografica ma anche per le expertise che ha sviluppato negli anni”.

CON LA RETE IRIS2 CONCORRENZA A STARLINK E ONEWEB

Quindi “Iris2 sarà la risposta europea alle costellazioni in bassa orbita che stanno diventando il futuro delle telecomunicazioni”, ha spiegato Franco Ongaro, chief space business officer di Leonardo riferendosi all’importanza della nuova rete, che punterà a fare concorrenza alle costellazioni Starlink e OneWeb. Avere ottenuto il centro di controllo in Italia è il risultato di anni di lavoro nonché “un ampliamento del raggio di azione di Leonardo perchè i servizi satellitari sono il futuro”.”Gli spazi del Centro attuale andranno in parte ampliati, avremo bisogno di nuovi building e probabilmente anche di nuove antenne”.

A CHE PUNTO È IL PROGETTO

Secondo la tabella di marcia, Iris2 dovrebbe diventare operativa nel 2027.

Per Ongaro “è ancora difficile fare previsioni, direi che l’importante è partire” anche se “i tempi di Iris2 sono relativamente brevi e già entro fine anno dovrebbero essere assegnati i primi contratti”.

Lo scorso marzo Bruxelles ha lanciato infatti un bando di gara per avviare questo progetto, costruito sulla base di un partenariato pubblico-privato. A fine maggio la Commissione europea ha selezionato un consorzio composto da Airbus Defence & Space, Eutelsat, Hispasat, SES e Thales Alenia Space, sostenuto anche da Deutsche Telekom, OHB SE, Orange, Hisdesat, Telespazio e Thales Group che ha dovuto presentare le proposte iniziali di progettazione, costi, tempi e investimenti del settore privato.

All’epoca della presentazione del consorzio, le società coinvolte hanno spiegato che la partnership tra queste aziende permetterà di creare un team europeo integrato di eccellenza nel settore spaziale e delle telecomunicazioni per ottimizzare le migliori competenze e capacità nel campo delle soluzioni di comunicazione satellitare sicure.

Infine, il consorzio incentiverà le start-up, le mid-cap e le Pmi ad unirsi alla partnership, con il risultato di un settore spaziale europeo più innovativo e competitivo in cui emergeranno nuovi modelli di business, come auspicato dalla stessa Commissione, dal momento che almeno il 30% dell’importo totale del progetto, che rappresenta 6 miliardi di euro in 12 anni, dovrebbe essere subappaltato.

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