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Luerssen e Rheinmetall si accostano a Tkms (puntata da Fincantieri)

Secondo la stampa tedesca sono in corso colloqui tra Thyssenkrupp da una parte e le aziende tedesche Luerssen e Rheinmetall dall'altra per i cantieri navali Tkms. Carlyle si è ritirato dalla trattativa, mentre l'italiana Fincantieri resta sempre alla finestra

Novità in vista per i sottomarini di Thyssenkrupp Marine Systems (Tkms) che da tempo a Essen intenderebbero dismettere, finiti nel mirino di Fincantieri.

Due aziende tedesche hanno avviato colloqui con Thyssenkrupp per intervenire nel riassetto di Tkms, che comprende i cantieri navali del gruppo a Kiel, nel nord della Germania.

Secondo quanto riportato da Handelsblatt, i primi contatti sono in corso con il gruppo di costruzioni navali Luerssen e con il gruppo degli armamenti Rheinmetall (reduce dall’alleanza con l’italiana Leonardo sui carri armati) per discutere il futuro della controllata Thyssenkrupp Marine Systems all’indomani della conferma del dietrofront del private equity Carlyle. Quest’ultimo stava lavorando all’acquisto di Marine Systems in una operazione che doveva vedere anche la partecipazione dello Stato tedesco attraverso Kfw.

Come segnala Reuters, il 22 ottobre Thyssenkrupp ha confermato il ritiro di Carlyle aggiungendo che avrebbe intensificato gli sforzi per trovare una soluzione autonoma per Tkms, incluso un possibile spin-off, aggiungendo che rimaneva anche aperta a partnership industriali.

Sul futuro dei sistemi marini di Thyssen è da tempo alla finestra Fincantieri che in primavera era tornata a proporsi alle autorità tedesche per un eventuale ruolo da partner industriale in caso di riassetto di Tkms.

Tutti i dettagli.

IL FUTURO DEI CANTIERI NAVALI TKMS

“I cantieri navali Tkms rimarranno in mani tedesche” scrive Handelsblatt riportando l’indiscrezione.

Ad agosto, l’amministratore delegato di Thyssenkrupp Miguel Lopez ha detto agli analisti di essere fiducioso che gli sforzi per vendere Tkms, sia a un consorzio di acquirenti che tramite uno spin-off, avrebbero avuto successo nei “prossimi mesi”. “Restiamo convinti che il settore navale possa sfruttare al meglio le opportunità di crescita globale del settore operando in modo indipendente”, ha affermato Thyssenkrupp. “Inoltre, l’indipendenza offre una buona posizione di partenza per un possibile consolidamento nazionale ed europeo”.

Per molto tempo, Luerssen non aveva mostrato alcun interesse perché i rischi sarebbero stati troppo grandi e l’attività troppo complessa, ha riferito Handelsblatt, aggiungendo che tale opinione è cambiata nel frattempo, ma che la società sarebbe intervenuta solo se anche il governo tedesco avesse accettato di acquistare una quota.

Il colosso di Essen aveva precedentemente affermato di essere rimasta in trattative con il governo su una possibile vendita di una quota di minoranza in Tkms.

RINNOVATO L’INTERESSE PER LA TEDESCA TKMS DA PARTE DI FOLGIERO

Intanto, al Salone Nautico di Genova dello scorso settembre, lo stesso ad di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, aveva ribadito la disponibilità a una collaborazione commerciale e non solo con l’azienda tedesca: “È una realtà molto importante dal punto di vista geopolitico, quindi sono le istituzioni tedesche che devono definire quale è il percorso per cui questa realtà si renda autonoma dall’azionista attuale, che è una conglomerata, e in che maniera questa può essere una occasione per disegnare la difesa europea”.

Con queste parole, il numero uno di Fincantieri ha rinnovato l’interesse già espresso un anno fa: “Loro stanno studiando la strategia di valorizzazione e posizionamento della ThysenKrupp Marine System che ha un ottimo prodotto, grandi opportunità di mercato, e noi siamo disponibili a renderci disponibili a vario titolo ed essere strumentali alla loro strategia”.

Con Tkms, Fincantieri potrebbe rafforzarsi nel settore sottomarini per diventare leader nel settore subacqueo così come già delineato nella sua strategia futura.

IL RAPPORTO CONSOLIDATO PER I SOMMERGIBILI DELLA MARINA MILITARE ITALIANA

D’altronde Tkms ha un rapporto consolidato con Fincantieri. Quest’ultimo ha già costruito per la Marina militare italiana quattro sommergibili del tipo U-212 A su licenza tedesca all’interno di un programma avviato nel 1994 nell’ambito del Germane Submarine Consortium.

I VECCHI RUMORS SULLA JV FINCANTIERI E TKMS

Negli ultimi 20 anni, ThyssenKrupp ha tentato più volte di separarsi dalla controllata, sondando un’acquisizione totale o parziale di Tkms con i principali costruttori navali europei, ma senza successo. Anche se non sono mancati gli interessati, poiché Tkms è leader mondiale nella costruzione di sottomarini convenzionali.

Già nel maggio maggio 2020 Reuters aveva rivelato che Thyssenkrupp stava esplorando diverse opzioni strategiche per Tkms. Secondo l’agenzia stampa, il gruppo tedesco stava valutando infatti la creazione di un campione nazionale con altri gruppi tedeschi del settore o un’integrazione con le attività dell’italiana Fincantieri.

All’epoca il gruppo cantieristico di Trieste ha mostrato interesse al ramo navale del gruppo tedesco per creare un hub di produzione incentrato su navi e sommergibili navali.

Ma da allora non se n’è fatto nulla.

I NUMERI DI TKMS

Ad oggi Tkms ha siti a Kiel, Amburgo e Brema, tra gli altri, e impiega circa 7880 persone. Tra i clienti figurano, oltre alla Germania, anche Norvegia, Israele e Singapore, ricorda l’Hb.

Come ricordava l’anno scorso il Financial Times l’azienda ha acquisito nel 2022 un cantiere navale a Wismar in previsione di ulteriori ordini di sottomarini da parte del governo tedesco. Nel 2021 il gruppo si è aggiudicato un contratto da 5,5 miliardi di euro per la consegna di quattro navi alla Norvegia e due alla Germania. Nel 2022 Tkms ha generato 1,8 miliardi di euro di vendite e  32 milioni di euro di utili rettificati. A giugno ThyssenKrupp Marine Systems era valutata 1,6 miliardi di euro, debito incluso, e con un portafoglio di 12,6 miliardi.

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