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Il Foglio Musk

Il Foglio avvisa Musk: occhio che Meloni non si è accorta di una magagna normativa contro Starlink…

Via libera a emendamenti "anti-pezzotto" nel decreto Omnibus: previsto il carcere per fornitori servizi Internet (come Starlink, divisione di SpaceX di Elon Musk, nota Il Foglio...)

Per Il Foglio a ostacolare i potenziali affari dell’imprenditore americano Elon Musk in Italia è proprio il governo Meloni.

Dopo la premiazione del 23 settembre all’Atlantic Council di Giorgia Meloni per mano del fondatore e ceo di Tesla e SpaceX, le attenzioni mediatiche ora si concentrano sul business: ci sono possibili affari economici che Musk e il governo Meloni possono mettere in campo nel nostro paese?

“Sicuramente il presidente del Consiglio sta tentando di fare qualcosa di molto importante: attrarre investimenti. Investimenti che arrivano in molti paesi europei però molto spesso non toccano all’Italia per problemi che sappiamo un po’ tutti” , notava lo scorso 27 settembre Andrea Stroppa – advisor di SpaceX in Italia, che sta contribuendo a tessere le relazioni tra SpaceX e l’esecutivo italiano – alla trasmissione Zapping di Rai Radio 1 condotta da Giancarlo Loquenzi.

Uno fra tutti il carico normativo e burocratico. Come l’ultima nuova stretta contro la pirateria dei contenuti tv, inserita nel decreto Omnibus, che prevede multe e carcere per chi non denuncia l’accesso illegale ai canali a pagamento. Le misure includono anche il coinvolgimento delle grandi piattaforme di ricerca e servizi internet (come Starlink di SpaceX), fa notare oggi il direttore del Foglio Claudio Cerasa.

Tutti i dettagli sul paradosso messo in luce oggi dal direttore del Foglio tra le ambizioni economiche della presidente del Consiglio Meloni e la traiettoria politica intrapresa dal suo stesso governo.

L’EMENDAMENTO APPROVATO AL DECRETO OMNIBUS

Via libera del Senato al decreto Omnibus: tra le misure approvate nel passaggio in prima lettura anche una nuova stretta sulla pirateria nel calcio tv. Ieri le commissioni Bilancio e Finanze riunite in Senato avevano approvato due emendamenti “anti-pezzotto” firmati da Fratelli d’Italia e Forza Italia. Tra questi, il più controverso prevede il carcere fino a un anno ai “prestatori di servizi di accesso alla rete” nell’eventualità di “omissione della segnalazione” di trasmissioni pirata che riguardano, soprattutto, le partite di calcio tramite app e siti.

PREVISTA LA RECLUSIONE FINO A UN ANNO

Nello specifico, l’emendamento 6.0.36 agisce sulla legge antipirateria: “I prestatori di servizi di accesso alla rete, i soggetti gestori di motori di ricerca e i fornitori di servizi della società dell’informazione, ivi inclusi i fornitori e gli intermediari di vpn (virtual private network) o comunque di soluzioni tecniche che ostacolano l’identificazione dell’indirizzo IP di origine, gli operatori di content delivery network, i fornitori di servizi di sicurezza internet e di DNS distribuiti, che si pongono tra i visitatori di un sito, e gli hosting provider che agiscono come reverse proxy server per siti web, quando vengono a conoscenza che siano in corso o che siano state compiute o tentate condotte penalmente rilevanti ai sensi della presente legge” devono “segnalare immediatamente” alle autorità “tali circostanze, fornendo tutte le informazioni disponibili” e notificare “un contatto un punto di contatto” per comunicare direttamente. E nel caso di “omissione della segnalazione” e “della comunicazione” da parte dei prestatori di servizio si punisce “con la reclusione fino ad un anno”.

COSA SCRIVE OGGI CLAUDIO CERASA

“C’è di più, in quel decreto” spiega oggi il direttore del Foglio Claudio Ceresa: “Le aziende soggette a questo obbligo, come è semplice da capire, sono quasi tutte quelle coinvolte nella cosiddetta catena di valore di Internet: le telco (che vendono gli abbonamenti di accesso al cliente finale), i motori di ricerca (Google, Edge e gli altri), i fornitori di Vpn (che per 30 euro all’anno mascherano il paese di accesso), le grandi piattaforme che vendono servizi cloud (e anche i cosiddetti content delivery network)”.

STARLINK TRA I FORNITORI DI SERVIZI INTERNET (QUINDI NEL RAGGIO DI APPLICAZIONE DELLA NORMA)

Ma cosa c’entra tutto questo con Elon Musk? Parecchio, secondo il direttore del Foglio dal momento che tra i fornitori di servizi internet inclusi nel raggio d’azione della normativa in esame c’è anche Starlink, la costellazione di satelliti della società aerospaziale SpaceX concepita per fornire servizi internet a banda larga in tutto il mondo, in particolare nelle aree rurali e scarsamente servite da altre reti.

Starlink di SpaceX possiede circa il 60% dei circa 7.500 satelliti in orbita attorno alla Terra ed è un attore dominante nel settore Internet satellitare. Ad oggi, SpaceX ha lanciato oltre 6.000 satelliti e continua ad espandere la costellazione. Secondo i dati diffusi da AgCom alla fine dello scorso anno, in Italia erano attivate circa 30 mila connessioni satellitari, la maggior parte delle quali erano appunto di Starlink.

Qualche mese fa la società ha lanciato in Italia un nuovo abbonamento a Starlink economico, al prezzo di 29 euro al mese, che si va ad aggiungere a quello standard da 40 euro al mese. Una mossa per conquistare più utenti… e non solo. Risale allo scorso luglio l’accordo tra Telespazio SpaceX per integrare i satelliti per l’Internet satellitare di Starlink nell’offerta della joint-venture spaziale tra Leonardo e Thales.

Proprio sull’accordo tra SpaceX e Telespazio arrivò immediato il plauso della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, segnale che per il governo sarebbero ben accolte altre di queste intese con la società di Musk.

COSA POTREBBE FARE STARLINK IN ITALIA

E sui possibili affari di SpaceX in Italia è intervenuto proprio l’advisor della società Andrea Stroppa.

“Il tema spazio ha due filoni: uno quello vero e proprio aerospaziale, l’Italia ha un’importante filiera di aziende che producono componentistica, sono aziende medio-piccole. Queste aziende hanno necessità di crescere e per farlo hanno bisogno di un ecosistema. SpaceX è l’azienda che porta in orbita il 90% di ciò che viene trasportato: ci sono già aziende italiane che collaborano con SpaceX, dovrebbe esserci una più grande collaborazione, che diventa di sistema”, ha spiegato Stroppa ai microfoni di Zapping.

“C’è poi il tema Internet: l’Italia è un paese molto difficile da connettere per la morfologia del suo territorio. La proposta che era emersa con Starlink: dal momento che il servizio ha già un’infrastruttura, non serve bucare la strada (che è un po’ il problema di portare la fibra in Italia), la connettività è già disponibile su tutto il territorio nazionale e la copre in qualunque punto. Quindi c’è un grande risparmio su quello ce dovrebbe essere l’investimento nell’infrastruttura: mettiamo insieme le risorse e andiamo a proporre Internet ai ceti più bassi a un costo molto accessibile” ha evidenziato il consigliere italiano di Elon Musk Radio Rai 1.

IL MONITO PER MUSK DAL DIRETTORE DEL FOGLIO

Eppure è proprio la politica del governo a intralciare queste possibilità.

“Avrete forse capito dov’è il dramma” insiste quindi Cerasa dalle colonne del suo quotidiano: “se un magistrato di una piccola procura decide di voler trovare un modo per farsi notare potrebbe accusare uno di questi soggetti di non aver fatto la segnalazione. E in un paese in cui ci si è specializzati ad avere l’onere della prova invertito, dove cioè è chi è accusato di qualcosa che deve dimostrare che non sapeva che cosa stava accadendo, non ci vuole molto a immaginare come basti un nulla per convocare in una procura un Elon Musk o chi per lui per spiegare le sue omesse vigilanze. Meloni è tornata dagli Stati Uniti promettendo di voler fare di tutto per invitare gli imprenditori a investire in Italia”.

“Non si può dire che sia partita con il piede giusto” chiosa pertanto il direttore del Foglio concludendo con un pizzico di sarcasmo “A meno che non si voglia dimostrare che creare le condizioni per moltiplicare i poteri delle procure sia un modo per stimolare gli imprenditori a scommettere sul nostro paese”.

COSA NE PENSA ANDREA STROPPA

D’altronde sempre l’”ambasciatore di Musk in Italia” Andrea Stroppa aveva più volte attaccato dal suo profilo X alcune tendenze della politica italiana.

“Comunicazione nello spazio e sulla terra ad alta velocità senza interruzioni. Questa tecnologia si chiama Starlink. Politica può decidere di connettere gli italiani domani. O qualche politico può decidere di continuare a gonfiare i portafogli di alcune aziende”, ha scrito di recente in un post su X Stroppa.

L’ultima stilettata, sempre affidata alla piattaforma X, risale proprio qualche giorno fa: “Starlink arriva in Burundi, Zimbabwe creando migliaia di posti di lavoro. Vietnam si porta a casa un investimento da 1.5 miliardi. Da noi i politici gareggiano a chi insulta di più gli imprenditori … tanto chissene frega del popolo. Loro lo stipendio lo hanno assicurato”.

https://twitter.com/andst7/status/1835298206940291379

https://twitter.com/andst7/status/1839417578818798049

 

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