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Come Volkswagen e Bmw si elettrizzano con Amazon, Microsoft e Siemens

Volkswagen e Bmw si alleano con i big della tecnologia per accelerare il  passaggio all'elettrico (e risparmiare qualche quattrino). L'approfondimento di Pierluigi Mennitti da Berlino

Volkswagen con Amazon e Siemens. Bmw con Microsoft. Le case automobilistiche tedesche affrontano la crisi e la traversata nel deserto verso l’auto elettrica mettendo mano all’organizzazione interna. La parola d’ordine è efficienza e aumento della produttività attraverso la digitalizzazione dei processi produttivi e dei servizi. Un’innovazione che, a detta degli esperti, potrebbe consentire risparmi nell’ordine di miliardi di euro e che non a caso vede come protagoniste e battistrada le due case automobilistiche che più di tutte in Germania hanno impostato il loro futuro imprenditoriale sul successo dell’auto elettrica.

DIESS-BEZOS, COLPO DI FULMINE A DAVOS

Il colpo di fulmine, assicurano gli insider, era scoccato durante l’incontro al forum economico di Davos: un primo abboccamento, poi la rapida messa a punto di una collaborazione comune. Protagonisti Herbert Diess, il nuovo numero uno di Volkswagen e Jeff Bezos, volto e cuore di Amazon. I due si sono poi rivisti in occasione della Mars Conference organizzata dal manager americano e lì hanno deciso di annunciare la partnership strategica con un selfie a due pubblicato sul profilo LinkedIn di Diess: “Sono lieto di modellare insieme a te il futuro”, diceva la didascalia scritta dal ceo di Volkswagen.

Il progetto è la creazione di un “Volkswagen industrial Cloud” sulla base del Coud di Amazon, ritenuto uno dei più efficienti del mondo, in grado di raccogliere attraverso server dati in ogni angolo del pianeta e trasmetterli a un elaboratore centrale. Volkswagen intende replicare questo schema per mettere in rete e collegare in tempo reale i 122 stabilimenti sparsi in tutto il mondo, i terminali dei fornitori, quelli dei magazzini e le reti commerciali. Una centrale a Wolfsburg sarà in grado di seguire ogni momento dei processi produttivi, rilevare qualsiasi problema si presenti in fabbrica o lungo la filiera dei fornitori, notare mancanze nei magazzini e intervenire in tempi brevissimi riducendo a ogni livello impasse e tempi di attesa. Della partita sarà anche Siemens con un software specifico per la gestione dei dati degli stabilimenti. Saranno coinvolte le fabbriche di vari marchi del gruppo Volkswagen: oltre a Vw, Audi, Skoda, Lamborghini e Scania.

Il salto di qualità può essere enorme, dal momento che i sistemi di software sono già in qualche misura presenti nelle diverse fabbriche e presso alcuni fornitori, ma non sono unitari e non interagiscono fra di loro. L’accoppiata Siemens-Amazon consentirà in sede centrale di avere quella visione d’insieme in tempo reale che oggi manca.

BMW PUNTA TUTTO SU MICROSOFT

All’indomani delle indiscrezioni sull’accordo Volkswagen-Amazon è stata la volta di Bmw ad annunciare ufficialmente da Hannover (dove si è svolta la consueta Fiera europea dell’industria e dell’automazione) una partnership analoga con Microsoft. La casa automobilistica di Monaco affiderà il suo salto verso la digitalizzazione alla piattaforma Cloud di Azure, che costituirà la base del nuovo sistema di interconnessione fra stabilimenti e logistica. Il progetto si chiama “Open Manufactoring Platform” e ha l’obiettivo di creare uno standard unico per tutti i macchinari e i processi produttivi del marchio tedesco per poi aprire la piattaforma ai fornitori e alle filiere commerciali. Come per Volkswagen, anche per i bavaresi la modernizzazione dell’intero processo produttivo ha un’importanza centrale: da un lato i costi per la realizzazione o la ristrutturazione degli stabilimenti per la produzione di auto elettriche, dall’altro la riduzione degli utili nel business tradizionale dei motori a combustione, spingono a cercare margini di efficienza proprio nella digitalizzazione.

PER GLI ESPERTI È UN SALTO OLTRE L’INDUSTRIA 4.0 MA CHE NASCONDE QUALCHE RISCHIO

Si tratta di un salto di qualità nel processo di digitalizzazione delle imprese: la messa in rete in rete di ogni processo produttivo. Per Ferdinand Dudenhöffer, professore di automobilità all’Università di Duisburg-Hessen e vera e propria autorità in materia, la messa in rete delle macchine permetterà ai produttori di evidenziare prima gli errori e alla fine di immettere le auto sul mercato in tempi più veloci: “Questo permetterà nei prossimi anni un’enorme risparmio di costi”. E Klaus Helmrich, direttore del dipartimento Siemens Industria che al progetto con Volkswagen sta dedicando convinzione e risorse, ritiene che si stia per inaugurare una fase successiva rispetto a quella dell’industria 4.0, terreno sul quale a livello globale tante imprese sono ancora indietro: “La connection pool, la connessione dei data pool che raccolti in un Cloud possono essere confrontati e valutati, è l’oro del futuro, una completa nuova risorsa nella catena del valore aggiunto dell’industria”, ha detto Helmrich intervistato dall’Handelsblatt. E il fatto che tutto parta dall’industria automobilistica è un’ulteriore indicazione: tradizionalmente, ha concluso Helmrich, le innovazioni più grandi sono avvenute prima nelle fabbriche di auto e poi si sono diffuse nelle altre industrie. Finora peraltro l’idea di riversare i propri dati in un Cloud gestito altrove è stata vista con grande scetticismo dagli imprenditori tedeschi. Ma anche per René Büst, director analist di Gartner specializzato in Infrastructure Services & Digital Operations, la cooperazione fra industria dell’auto e colossi IT rappresenta una sorta di situazione “win-win” e segna un punto di incontro fra imprese di due diverse generazioni. Tuttavia l’incontro non è privo di rischi: “Le industrie old-economy sono poste di fronte a nuove sfide, devono capire la tecnologia, altrimenti rischiano di farsi dettare le condizioni da Amazon e Microsoft”, ha spiegato Büst, “importante è che si sviluppi una cooperazione in condizioni di parità”.

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