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Stellantis

Urso e Giugiaro tamponano Elkann e Tavares

Compleanno agrodolce per Fiat, non solo per i numeri sottotono (gli stabilimenti italiani nei primi sei mesi del '24 hanno sfornato il 25% in meno delle vetture prodotte nel medesimo periodo dello scorso anno), ma anche per le sferzate che il ministro Adolfo Urso e il designer Giorgetto Giugiaro hanno riservato ai piani di Carlos Tavares

Compleanno sottotono per Fiat. Centoventicinque anni di storia sono un traguardo importante, ma l’insoddisfazione italiana per la guida del manager portoghese di Carlos Tavares è tale che non ci si è limitati a sorrisi tirati e a strette di mano di circostanza. Due le bordate principali che il marchio torinese, sempre più rivolto altrove e sempre meno attento ai poli industriali del nostro Paese (basti pensare alla 500 algerina, alla Topolino marocchina e la 600 polacca, come pure all’Alfa Romeo Milano fatta in Polonia, rinominata Junior a seguito di una querelle con l’esecutivo) ha dovuto subire nelle ultime ore e che hanno sicuramente rovinato i festeggiamenti. Il più duro, a sorpresa, non è arrivato dal ministro del Made in Italy Adolfo Urso ma da Giorgetto Giugiaro in occasione del lancio della Grande Panda.

DOV’È PRODOTTA LA GRANDE PANDA?

Anche la Grande Panda, ça va sans dire, non sarà prodotta in Italia, bensì in Serbia, in quelle stesse linee dalle quali Stellantis aveva già progettato di sfornare la Fiat 500L. A Pomigliano resta solo la produzione della terza generazione del restyling mediano. Un fatto, questo, che in un periodo di frizioni tra Stellantis e il governo italiano (con quest’ultimo che starebbe persino pensando di sottrarre al Gruppo i marchi Autobianchi e Innocenti per cederli a rivali cinesi disposti a investire in Italia), ha subito avuto eco.

Anche perché, dato da non sottovalutare, sulla medesima piattaforma, il Gruppo italo-francese tra il 2025 e il 2026 intende impalcare due modelli di medie dimensioni: una berlina a cinque porte e una crossover. Pure per queste due vetture però si parla già di stabilimenti fuori dai confini dell’Italia dato che, almeno al momento, i piani non hanno destinato tale intelaiatura a nessuno dei vari impianti nostrani.

CHI GUIDA DAVVERO STELLANTIS PER GIUGIARO

E allora ecco che Giorgetto Giugiaro, che appena 35enne nel 1976 ideò la Panda originale che avrebbe poi debuttato quattro anni dopo diventando il principale successo Fiat, mena diversi fendenti in direzione del Gruppo. Intervistato da La Verità, il designer non usa mezzi termini: “Ora abbiamo venduto tutto alla Peugeot, sono loro che decidono”. Giugiaro è sprezzante anche sulla Grande Panda: “Il nome rimane ma la logica della Panda, che è la macchina più importante che ho fatto, non c’è più.”

Giugiaro non manca di sottolineare le differenze tra la situazione attuale e quella in cui nacque il fortunatissimo modello Fiat: “La Fiat di allora era una roba pazzesca, eppure adesso non c’è più. Quando sono andato alla Volkswagen per prendere l’incarico di fare la Golf, i tedeschi avevano un’ammirazione per la Fiat che mi inorgogliva. Dovevamo fare concorrenza alla 128 e la Golf era più piccola: in Volkswagen mi dissero che non riusciremo mai a fare un prodotto come la Fiat con quel peso, quel costo, quella abitabilità e quella trazione anteriore. Ora abbiamo venduto tutto alla Peugeot, sono loro che decidono”.

IL DISIMPEGNO DI STELLANTIS IN ITALIA È EVIDENTE PER GIUGIARO

Per Giugiaro l’impoverimento industriale sul fronte automotive è lampante: “Siamo diventati un Paese che è passato da 2 milioni di autovetture prodotte, quando ancora operavo, a 400.000. E la creatività è passata non agli italiani ma ad altri soggetti nel cui Dna non c’è questa tradizione. È l’evoluzione della vita. Non abbiamo più quella aureola che abbiamo avuto per tanti anni. La visione di questo oggetto, l’auto, è cambiata. E anche le regole”.

LA MINACCIA CINESE

Se il panorama non fosse già di per sé abbastanza fosco, occorre mettere in conto anche la variabile cinese: “Noi italiani, da un punto di vista di un prodotto di grande diffusione come l’auto, siamo morti. Possiamo dedicarci alle cose belle, al turismo, al cibo ma non possiamo metterci in competizione con loro. Ma su prodotti di grande produzione, che sottostanno a una logica di riduzione dei costi, siamo finiti – sentenzia Giugiaro -. Il progresso è stato rapidissimo per la Cina”.

COSA HA DETTO URSO

Rispetto agli schiaffoni assestati al festeggiato da Giorgetto Giugiaro, quelli del ministro Adolfo Urso appaiono semplici e bonari buffetti sulla guancia. Intervenendo alle celebrazioni dei 125 anni della Fiat il titolare del dicastero al Made in Italy ha difatti ammonito: “È più di un anno che lavoriamo con Stellantis e ora è il momento delle scelte e della responsabilità”. “Stellantis – ha continuato Urso – deve assumersi la responsabilità del rilancio dell’auto in Italia nel rispetto del lavoro e del sacrificio di intere generazioni, nel rispetto di ciò che Fiat ha dato all’Italia e di ciò che l’Italia ha dato a Fiat. Il profitto è importante, ma non è tutto”.

“Lavoriamo insieme per riannodare questa storia di successo e per far sì che l’auto torni a essere orgoglio dell’Italia, il sogno dell’Italia”, ha proseguito il rappresentante dell’esecutivo Meloni, secondo il quale “la Fiat era ed è a Torino e vogliamo che resti a Torino. Non ci rassegniamo a vederla diventare un museo industriale”.

COSA DICONO I NUMERI

Tant’è, anche gli ultimi numeri della Fim-Cisl fotografano la situazione in tutta la sua mestizia, impedendo di festeggiare serenamente il centoventicinquesimo compleanno della Fiat. La produzione di autovetture nei primi sei mesi del 2024 ha segnato un tonfo del 35,9%, pari a 186.510.

Solo quello relativo ai veicoli commerciali ha messo a segno una piccola crescita del 2% raggiungendo una quota di 117.000 unità: ciò vuol dire che dagli stabilimenti italiani sono usciti appena 303.510 veicoli, un quarto in meno rispetto allo scorso anno, che già aveva fatto registrare numeri allarmanti circa la tenuta occupazionale. Dati che inducono a credere che Fiat la festa l’abbia fatta alla produzione industriale italiana.

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