Soltanto qualche giorno fa aveva fatto rumore la decisione di Stellantis, accusata da sindacati e politici di casa nostra di disinteressarsi del nostro Paese (non era ancora scoppiata la pace con il nostro esecutivo) di investire per la mobilità elettrica in Spagna. Qualcosa di molto simile accade ora in Volkswagen, alle prese con una spending review dalla portata storica che la porterà a chiudere probabilmente diversi stabilimenti europei: il Gruppo a dispetto del rigore autoimposto nel Vecchio continente ha infatti annunciato nuovi investimenti in Canada.
PORSCHE SPINGE PER LA CHIUSURA DI HUB EUROPEI?
Proprio nelle stesse ore in cui i media tedeschi battevano la notizia secondo la quale la famiglia Porsche-Piech (eredi del fondatore Ferdinand Porsche), maggiore azionista del costruttore tedesco di auto sportive, starebbe facendo pressioni per chiudere diverse fabbriche tedesche preoccupata che la crisi possa trascinare a fondo anche l’omonimo marchio, Volkswagen rendeva nota la notizia che l’azienda ha investito 48 milioni di dollari per acquisire quasi il 10% delle quote dell’azienda canadese di litio Patriot Battery Metals.
COSA FA VOLKWAGEN IN CANADA
Si tratta naturalmente di mosse finalizzate all’approvvigionamento di tutto il necessario per la mobilità elettrica nella quale Volkswagen ripete di voler credere ancora, nonostante le difficoltà dell’ultimo periodo.
L’accordo prevede la consegna (e l’impegno dei tedeschi di acquistare) di 100mila tonnellate di concentrato di spodumene, minerale contenente litio, per un periodo di 10 anni. La fornitura avrà inizio una volta che il Progetto Shaakichiuwaanaan in Quebec, attualmente in fase di sviluppo, darà il via alla produzione. L’obiettivo è rifornire PowerCo di Volkswagen sia in Europa che in Nord America.
LA GIGAFACTORY CANADESE
Nel marzo 2023 in cui il gruppo Volkswagen aveva invece comunicato che a St. Thomas, Ontario, Canada, intende avviare una gigafactory in un lotto di oltre 600 ettari dove la propria compagnia PowerCo SE costruirà le batterie per le auto elettriche. Le previsioni sembrano essere rimaste quelle degli annunci in compagnia del Primo ministro canadese Justine Trudeau: apertura nel 2027. La crisi che quest’anno ha travolto il marchio di Wolfsburg, insomma, non sembra aver intaccato i piani canadesi di Vw.
E IN EUROPA?
Nel Vecchio continente invece si spera di riuscire a raggiungere un accordo sulla portata dei tagli col potente sindacato Ig Metall entro Natale, così da porre fine alla tornata di scioperi che stanno rallentando la produzione. I segnali però non sono particolarmente positivi.
La holding dei Porsche-Piech ha anticipato una svalutazione della partecipazione nella Volkswagen (attualmente detiene il 32% circa delle quote per oltre il 53% dei diritti di voto) per un valore tra i 7 e i 20 miliardi di euro e di quella nella Porsche per 1-2 miliardi. Il veicolo ha poi cancellato le precedenti previsioni su profitti annuali tra 2,4 e 4,4 miliardi di euro a causa di attese per un risultato netto “significativamente negativo”.