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Ryanair

Tutte le turbolenze di Ryanair: Enac, rimborsi e perdite virali

Ecco i dossier che cosa preoccupano Ryanair

 

Non è certo un periodo facile, questo, per le compagnie low cost (leggi anche: Ecco come ridecolleranno Alitalia e le altre compagnie colpite dal Coronavirus). Il vettore che attraversa la turbolenza più significativa, al momento, pare essere l’irlandese Ryanair, interessato da una moltitudine di problemi che vanno ben al di là delle perdite per via del Covid-19.

LA BARUFFA CON ENAC

L’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac) ha infatti scritto a Ryanair e, per informazione, all’omologa Autorità irlandese, dicendo che se il vettore di Eddie Wilson non cambierà andazzo potrebbe essere presto lasciato a terra. L’Enac denuncia apertamente “ripetute violazioni delle norme sanitarie anti Covid-19, in vigore, disposte dal Governo italiano a protezione della salute dei passeggeri”.

LE ACCUSE MOSSE DA ENAC A RYANAIR

La lettera dell’Autorità italiana non è da prendere alla leggera perché Enac mette nero su bianco che Ryanair rischia “la sospensione di ogni attività di trasporto aereo negli scali nazionali, chiedendo al vettore di provvedere, contestualmente, alla riprotezione di tutti i passeggeri già in possesso di titolo di viaggio”. Enac ha spiegato al vettore irlandese che le Direzioni Aeroportuali hanno riscontrato che Ryanair “sistematicamente non si attiene alle disposizioni previste in Italia per limitare il rischio sanitario derivante dal coronavirus a bordo degli aeromobili in partenza e in arrivo negli aeroporti nazionali. Non solo non viene osservato l’obbligo del distanziamento tra i passeggeri, ma anche le condizioni che consentono la deroga a tale distanziamento sono disattese”.

COSA RISCHIA RYANAIR

“Ove – si legge – venisse accertata l’ulteriore inosservanza degli obblighi previsti dalle norme nazionali, l’Enac sarà costretto ad applicare quanto previsto dal Codice della navigazione (art. 802 – divieto di partenza) e a imporre la sospensione di ogni attività di trasporto aereo negli scali nazionali, chiedendo al vettore di provvedere, contestualmente, alla riprotezione di tutti i passeggeri già in possesso di titolo di viaggio. Si ricorda che le misure che prevedono sugli aerei, tra l’altro, sia l’obbligo della mascherina, sia il distanziamento (a cui si può derogare se il vettore osserva tutte le condizioni previste dagli allegati tecnici del Dpcm in vigore), sono disposizioni di carattere sanitario, e non aeronautico, che devono essere fatte rispettare dagli stessi operatori a bordo degli aeromobili”.

LA QUESTIONE DEI RIMBORSI

C’è poi il tema dei rimborsi. Per l’amministratore delegato Eddie Wilson, la colpa è tutta delle agenzie online che “chiedono rimborsi da parte dei clienti attraverso identità fittizie e, in alcuni casi, rifiutano di trasferire questi soldi ai clienti”. Nel mirino di Ryanair sono finiti Last Minute.com, Kiwi.com, Last Minute.com, On The Beach e Love Holidays, che per il vettore sono “intermediari non autorizzati”. Per questo invita i clienti a “richiedere il rimborso direttamente a Ryanair”. Ma, come ha recentemente dimostrato un tweet del giornalista Giancarlo Loquenzi, non è facile rientrare della somma spesa nemmeno se ci si rivolge direttamente alla compagnia aerea.

 

RYANAIR FA I CONTI CON LA PANDEMIA

E poi naturalmente ci sono i bilanci della compagnia, colpiti duramente dal virus. Nei tre mesi chiusi il 30 giugno scorso la perdita netta è stata di 185,1 milioni di euro rispetto a un utile netto di 242,9 milioni registrato nel medesimo periodo dell’anno precedente. La compagnia ha dichiarato di aspettarsi una perdita netta più contenuta per il secondo trimestre con il graduale ritorno ai voli dal 1° luglio. Ryanair ha infatti spiegato che prevede di operare al 40% del programma normale in questo mese, per arrivare al 60% ad agosto e circa al 70% a settembre.

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