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Ryanair

Quanto piangono i conti di Ryanair

Ryanair: nei tre mesi chiusi il 30 giugno scorso la perdita netta è stata di 185,1 milioni di euro rispetto a un utile netto di 242,9 milioni registrato nel medesimo periodo dell’anno precedente.

C’è un settore che, senza troppe sorprese, risulta tra i più colpiti dai lockdown seguiti all’infuriare dell’epidemia di Coronavirus: quello aereo. Anche la regina delle low cost Ryanair (Leggi anche: Come ballano le maggiori compagnie aeree a causa del Covid-19) che alla cloche di comando ha Michael O’Leary, si è trovata nel pieno della turbolenza e i dati della trimestrale fotografano una situazione a dir poco travagliata. “È stato il trimestre più difficile della nostra storia”, che supera ormai le tre decadi, ha ammesso Ryanair in una nota, sottolineando che non si può prevedere quanto durerà l’emergenza Coronavirus per cui allo stato attuale non è possibile fornire una guidance per il 2021, che sarà comunque “un anno molto impegnativo”.

COSA DICONO I NUMERI DI RYANAIR

Nei tre mesi chiusi il 30 giugno scorso la perdita netta è stata di 185,1 milioni di euro rispetto a un utile netto di 242,9 milioni registrato nel medesimo periodo dell’anno precedente. La compagnia ha dichiarato di aspettarsi una perdita netta più contenuta per il secondo trimestre con il graduale ritorno ai voli dal 1° luglio. Ryanair ha infatti dichiarato che prevede di operare al 40% del programma normale in questo mese, per arrivare al 60% ad agosto e circa al 70% a settembre.

IL CIELO NON DIVENTERA’ SERENO IN FRETTA

Ma Ryanair non è ottimista. “Non è possibile prevedere quanto a lungo durerà la pandemia e la nostra paura più grande al momento è quella di una seconda ondata in Europa in autunno inoltrato, quando comincia il periodo influenzale”. E ritiene che gli strascichi della pandemia perdureranno ancora per parecchio tempo. Tant’è che paventa per il 2021 un calo del traffico del 60% a 60 milioni di passeggeri da 149 milioni. Nel presentare i conti, il gruppo guidato da Michael O’Leary è tornato nuovamente all’attacco delle altre compagnie aeree, in particolar modo quelle di bandiera, accusandole di ricevere “aiuti di stato illegali” per continuare a operare, sottolineando però di scorgere opportunità per crescere ed espandere il proprio network mentre gli altri riducono il numero dei posti.

ASSAEROPORTI: 120 MILIONI DI PASSEGGERI IN MENO IN ITALIA

“Sebbene le proiezioni di luglio confermino il trend di graduale ripresa (+1,2 milioni di passeggeri nelle prime tre settimane rispetto a giugno 2020), anche per effetto del riavvio di numerosi collegamenti nazionali ed europei, le stime per il 2020, in costante aggiornamento, continuano ad essere riviste al ribasso”, afferma l’associazione Assaeroporti, “le prospettive per gli scali italiani restano negative”. Nel report si precisa poi che “a oggi si prevede che l’anno possa chiudersi con un volume di traffico complessivo pari a circa 67 milioni di passeggeri, ovvero con un -65% sul 2019 e una perdita di quasi 130 milioni di passeggeri rispetto ai 200 milioni previsti prima della pandemia”.

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