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Trimestrale Tesla Split

Come mai Covid, materie prime e guerra non bloccano la corsa di Tesla

Nonostante il lockdown a Shanghai, la gigafactory di Tesla non chiude, ma la produzione rallenta per gli intoppi alle filiere. Il rincaro delle materie prime, poi, potrebbe indurre la casa a rivedere il prezzo dei suoi veicoli. Tutti i dettagli.

Nelle ultime settimane a sgonfiare le gomme alle veloci e silenziose Tesla di Elon Musk ci ha provato nuovamente il Covid, piazzandosi in mezzo alla strada dei profitti dell’ex casa californiana, ormai texana (Tesla a fine dicembre era fuggita dal Golden State proprio per le sue restrizioni anti-pandemiche che avrebbero rallentato eccessivamente la produzione e in polemica con la tassazione, a suo dire troppo elevata). Shangai, infatti, com’è noto, è tornata in lockdown. Meno noto è che quella sia ormai la gigafactory principale di Tesla che, pur di non chiudere, si dice che abbia deciso di isolare i propri dipendenti direttamente in azienda, facendoli dormire tra una linea e l’altro (non è comunque la sola azienda a farlo, né una novità in Cina).

SI CORRE, MA LA PRODUZIONE È A SINGHIOZZO

“Le nostre fabbriche – si legge nella relazione agli azionisti – hanno funzionato al di sotto della loro capacità per diversi trimestri poiché la filiera di approvvigionamento è diventata il principale fattore limitante”. Situazione che, visto il pugno di ferro delle autorità cinesi al manifestarsi di poche migliaia di casi e tristemente note vicende ucraine “probabilmente continuerà per il resto del 2022”. Insomma, Tesla ammette di correre col freno a mano tirato. E probabilmente le gigafactory in Texas e a Berlino (fresca di inaugurazione, dopo molteplici ritardi di natura amministrativa che avevano spinto Musk a criticare pesantemente la burocrazia tedesca) non riusciranno a sostituirsi a stretto giro, fattore, questo, che potrebbe compromettere i piani sulla produttività del colosso dell’auto EV, che vogliono un milione e mezzo di auto fuori dalle linee entro la fine dell’anno. Musk, comunque, fa sapere di crederci ancora.

LA CRISI RAGGIUNGERA’ ANCHE LE AUTO EV DI MUSK?

Se a questo si aggiunge che guerra e rincari di materie prime probabilmente costringeranno Tesla a ritoccare a rialzo ancora una volta i listini, la strada potrebbe farsi accidentata. Ma chi malignava che le sparate del suo patron sull’acquisto di Twitter fossero finalizzate a nascondere, anzitutto, una trimestrale sottotono è stato smentito. Non sappiamo che succederà in futuro, quando e quanto la congiuntura colpirà anche le auto EV di Musk, ma quel che è certo è che, con riferimento alla situazione fotografata dai dati resi pubblici oggi, Tesla continua a correre, indifferente, o quasi, a quanto gli accade attorno.

IL PRIMO TRIMESTRE DI TESLA IN NUMERI

Il fatturato del primo trimestre 2022 per Tesla è stato di 18,76 miliardi di dollari, in gran parte, ovvero l’87%, ottenuto dalla vendita di auto mentre il resto è dovuto alle batterie e ai pannelli a energia solare. L’utile è di 3,22 dollari per azioni, mentre le stime si fermavano molto più in basso, a 2,26 dollari. Margine operativo più che triplicato: 19%. Le vetture immatricolate sono state 310.048. Occorre sottolineare che un contributo rilevante è arrivato anche dalla vendita di crediti ambientali, pari a 679 milioni (+31%).

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