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GIUGIARO URSO FIAT

Autoscontro in casa Stellantis: i concessionari contro Tavares su elettrico ed emissioni

I rivenditori di Stellantis hanno scritto a Bruxelles per lamentarsi delle vendite di auto elettriche e chiedere il posticipo delle nuove regole sulle emissioni. Ma Tavares non la pensa come i gestori dei concessionari. Tutti i dettagli.

I rivenditori europei di Stellantis – la casa automobilistica proprietaria di marchi come Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Citroen, Peugeot e Jeep – hanno inviato una lettera alla Commissione europea per lamentare le scarse vendite di veicoli elettrici nei concessionari e chiedere il posticipo delle nuove regole sulle emissioni di CO2, che entreranno in vigore nel 2025.

Secondo l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, però, la normativa non va ritoccata. “Sarebbe surreale cambiare le regole adesso. Tutti conoscono le regole da molto tempo e hanno avuto il tempo di prepararsi, quindi ora è il momento di gareggiare”, ha detto, distanziandosi dai costruttori automobilistici riuniti nell’Acea, l’associazione  presieduta dal capo di Renault, Luca de Meo.

I CLIENTI DEI CONCESSIONARI “RIFIUTANO I VEICOLI ELETTRICI”

Nella lettera a Ursula von der Leyen, come riporta Bloomberg, i rivenditori di Stellantis scrivono che i clienti dei concessionari “spesso rifiutano i veicoli elettrici a causa di preoccupazioni relative al prezzo, all’autonomia e all’accessibilità. Questo ci pone in una posizione contraria a quella del costruttore che rappresentiamo, che rimane ottimista sul rispetto di queste severe normative europee”. Nel testo non viene menzionato esplicitamente Tavares.

IL CROLLO DELLE AUTO ELETTRICHE E LE NUOVE REGOLE SULLE EMISSIONI

Ad agosto le immatricolazioni di auto elettriche nell’Unione europea sono diminuite del 44 per cento su base annua. Le vendite di queste vetture sono fondamentali per assicurare il rispetto delle regole sulle emissioni previste per il 2025, che fissano un limite di 95 grammi di CO2 emessa per chilometro da un veicolo, a livello di gamma.

Le case che sforeranno il valore rischiano multe miliardarie, fino a 15 miliardi di euro.

LA RISPOSTA DI STELLANTIS

In un comunicato di risposta alla lettera dei distributori, Stellantis ha fatto sapere che “lavoreremo con i nostri concessionari per definire il mix perfetto di vendite nei limiti della conformità sulla CO2”.

LA CRISI DI STELLANTIS

Stando al sindacato dei metalmeccanici Fim-Cisl, nei primi nove mesi del 2024 la produzione di Stellantis in Italia è calata di oltre il 31,5 per cento rispetto all’anno precedente, passando da 567.525 unità a 387.600. Tutti gli stabilimenti hanno registrato numeri negativi.

A fine settembre Stellantis ha lanciato un allarme sugli utili per il 2024, rivedendo al ribasso le stime per l’anno intero e motivandolo con la competizione cinese sulle auto elettriche, con le spese per la riorganizzazione delle operazioni negli Stati Uniti e con la crisi più generale del settore.

A seguito del profit warning, Barclays ha rivisto il giudizio sulla società, declassandola da “Overweight” a “Equal-weight” e abbassando il prezzo-obiettivo da 23 a 12,5 euro per azione. “Riconosciamo”, avevano spiegato gli analisti della banca britannica, “che l’entità dell’avvertimento in così poco tempo ha compromesso in modo sostanziale i precedenti risultati di Stellantis, la reputazione del management, la credibilità di azienda”.

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