La Stellantis del nuovo corso, quello di Jean Philippe Imparato, responsabile europeo reggente in attesa di trovare il sostituto di Carlos Tavares, somiglia parecchio a quella vecchia. Del resto lo stesso Imparato aveva vaticinato “sofferenza” per il 2025, definendolo un anno “tosto e duro“. E ad Atessa, dove il Gruppo produce veicoli commerciali, si capisce già il perché di quelle parole dato che Stellantis ha appena dichiarato altri giorni di cassa integrazione.
NUOVA CASSA INTEGRAZIONE AD ATESSA
Durante una riunione la direzione ha comunicato al Comitato Esecutivo composto da Fim-Uilm-Fismic-Uglm-Aqcf, di voler far ricorso “precauzionalmente e in modo preventivo”, a un ulteriore periodo di cassa integrazione ordinaria dal 3 al 16 febbraio 2025.
IL 2024 IN NUMERI DELL’IMPIANTO CHIETINO
Lo stabilimento Stellantis di Atessa, definito nei materiali stampa del Gruppo “il più grande e flessibile impianto europeo di veicoli commerciali leggeri”, le cui linee di produzione sono state recentemente ammodernate per ospitare la nuova generazione di furgoni Fiat Professional Ducato, Peugeot Boxer, Citroën Jumper e Opel/Vauxhall Movano, è in cassa integrazione dal 10 giugno 2024.
La nuova misura interesserà fino a 1.500 dipendenti su circa 4.900 dell’impianto che negli ultimi 12 mesi ha registrato un calo della produzione del 16,6% rispetto al 2023, passando da 230mila a 192mila unità prodotte.
In particolare, secondo la Fiom, negli ultimi due trimestri del 2024, “mediamente 800/1000 lavoratori sono stati in cassa integrazione, prima a seguito di una diminuzione degli ordini dei cabinati, a causa di un calo del mercato dei camper” quindi “da luglio” per via di “un calo produttivo anche sulle produzioni dei van”.
IL 2024 DA DIMENTICARE PER STELLANTIS IN ITALIA
Il sito produttivo di Atessa è stato creato nel 1979 nell’ambito della joint-venture tra Fiat e PSA-Peugeot Citroën. Inaugurato nel 1981, ha una superficie di oltre 1,2 milioni di metri quadrati e potrebbe produrre fino a 1.200 veicoli al giorno. Va infine ricordato che il sito abruzzese è il più grande hub Stellantis a produrre e fornire la base camper: oltre il 70% del parco circolante in Europa è su base Ducato.
Ma a soffrire è la produzione italiana nella sua interezza che nel 2024 è tornata ai numeri del 1956: 475.090 unità (-36,8%) contro le 751.384 dell’anno precedente. Con le sole autovetture che hanno registrato un crollo di 45,7 punti percentuali a 283.090 unità sfornate dalle linee della Penisola.
E IL 2025?
Uno scenario che rischia di ripetersi – come del resto ha già lasciato intendere Imparato – pure quest’anno, con Mirafiori chiusa fino al 20 gennaio i cui sindacati già temono altra cassa integrazione a singhiozzo per poi trasformarsi in solidarietà fino ad agosto, sulla falsariga di quanto già avvenuto nell’impianto Stellantis di Melfi dove le tute blu dovranno convivere con il contratto di solidarietà fino a giugno.
Il traguardo del milione di vetture sfornate in 12 mesi dagli impianti italiani chiesto a più riprese dal governo all’azienda, insomma, si fa sempre più lontano.