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Crisi Chip Automotive STELLANTIS TAGLI

Tutti i tagli di Stellantis per passare all’auto elettrica

Gli ottimi risultati conseguiti dal Gruppo frutto della fusione tra Psa e Fca non sembra salvare i dipendenti Stellantis da una nuova stagione di tagli Stellantis ha appena chiuso un 2022 da record con numeri che giustificherebbero il mega stipendio dell’uomo seduto al posto del conducente, Carlos Tavares. Ma la strada per la transizione ecologica,…

Stellantis ha appena chiuso un 2022 da record con numeri che giustificherebbero il mega stipendio dell’uomo seduto al posto del conducente, Carlos Tavares. Ma la strada per la transizione ecologica, si sa, è lunga e tortuosa: il Gruppo dovrà mettere mano al portafogli per fare investimenti importanti e in molte parti del mondo i sindacati si attendono che Stellantis inauguri una stagione di tagli.

I TAGLI STELLANTIS CHE AGITANO LA UAW

Per una volta, almeno per il momento, il colosso nato nel 2021 dalla fusione di Fiat Chrysler Automobiles e Psa, avrebbe in programma di concentrarsi sui dipendenti statunitensi. Secondo quanto risulta al potente sindacato di categoria United Auto Workers, i tagli che Stellantis vorrebbe operare negli Stati Uniti ammonterebbero 3.500 unità.

Nei prossimi mesi l’Uaw dovrà sedersi al tavolo con Stellantis per il rinnovo del contratto di lavoro quadriennale in scadenza il 14 settembre. In quell’occasione ai rappresentanti dei lavoratori l’azienda dovrebbe chiarire le proprie strategie di produzione in vista del passaggio all’elettrico. Ma, soprattutto, Stellantis dovrebbe ufficializzare i tagli. Secondo fonti citate da Reuters, il Gruppo intenderebbe procedere soprattutto mediante incentivi all’esodo al fine di sfoltire il personale più anziano e almeno parte dei posti aperti dalle uscite volontarie potrebbe essere destinata a riassorbire dipendenti ora sospesi dal lavoro.

LA DIETA ITALIANA

Una strategia in parte simile a quella più volte operata in Italia. In ordine di tempo ha riguardato per esempio 120 addetti della Sevel di Atessa, lo stabilimento dove Stellantis produce i veicoli commerciali leggeri. E’ stato siglato negli scorsi giorni da Stellantis e dalle principali organizzazioni sindacali del comparto (Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr), il contratto di espansione che permetterà, nei prossimi mesi, a 120 dipendenti della ex Sevel ora Fca Italy, di andare anticipatamente in pensione, con un massimo 5 anni di anticipo, e contestualmente consentirà l’assunzione di 40 lavoratori.

“A coloro che decideranno volontariamente di aderire – spiega una nota sindacale congiunta – verrà corrisposto l’anticipo della pensione, a carico dell’azienda, ma materialmente erogato dalla Inps. Sarà garantito un trattamento economico minimo tale da arrivare al 90% della retribuzione annuale per i primi 24 mesi e al 70% per i restanti mesi. Le adesioni dovranno pervenire entro il 31 maggio prossimo per permettere poi all’Inps di verificare i requisiti e chiudere il percorso entro settembre”.

LE CRITICHE DEI SINDACATI

Critica l’Unione sindacale di Base: “Pur comprendendo le ragioni di quanti potranno uscire in anticipo dal 40ennale e massacrante lavoro delle catene di montaggio – ha affermato Romeo Pasquarelli, Usb all’emittente locale AbruzzoLive -, non possiamo non sottolineare che lo riteniamo un arretramento occupazionale perché ciò significherà che ci saranno circa 120 posti di lavoro in meno nello stabilimento, che vanno ad aggiungersi agli 8-900 persi con la mancata conferma degli addetti in staff leasing e degli interinali, ai 3-400 posti occupati da lavoratori in trasferta, negli ultimi due anni. I 40 che verranno assunti a tempo indeterminato da Fca Italy sono presenti in azienda da anni e sarebbero dovuti essere stabilizzati da tempo”.

I TAGLI STELLANTIS IN ITALIA NELL’ULTIMO BIENNIO

Vietato chiamarli licenziamenti. Sono uscite concordate. Concordate coi sindacati, a eccezione di Fiom e in tutto riguarderanno duemila addetti, prevalentemente nell’Ingegneria e nei servizi indiretti, con integrazioni per quei lavoratori vicini alla pensione e incentivi per chi decide di lasciare l’azienda.

È l’ennesima nota stonata che accompagna i risultati del Gruppo, che negli ultimi 12 mesi ha fatto il pieno di utili ma con meno vendite e prezzi più alti: per via dei rincari delle auto, il fatturato di Stellantis è cresciuto del 18 per cento a quasi 180 miliardi di euro nonostante le vendite di auto siano calate del due per cento, mentre in Italia l’ex Fca ex Fiat continua la dieta.

E questo è solo l’ultimo di una serie di tagli posti in essere per ridurre il numero di dipendenti Stellantis in Italia da 52.750 a 45.500. Vale a dire oltre 7mila persone in meno. La riduzione stimata nella corsa all’auto elettrica è intorno al 20% dell’occupazione.

Per quanto riguarda l’uscita anticipata con integrazioni per quei lavoratori vicini alla pensione e incentivi per chi decide di lasciare l’azienda, ricordano dal Sole 24 Ore, la “finestra” resterà aperta fino al 31 dicembre di quest’anno con uno schema che prevede che poco meno della metà delle figure interessate, quasi 900, siano addetti degli Enti centrali e dei servizi commerciali mentre 70 addetti potranno arrivare dal comparto Security. Interessati duecento addetti del polo produttivo di Mirafiori e 320 di Cassino. Mirafiori ha già perso 2.100 persone in questi anni e con l’ultimo accordo ci sono in programma altre 1.200 uscite fino a fine anno.

I SACRIFICI PER L’AUTO ELETTRICA

Che il cambiamento di pelle sia imputabile alla transizione nelle propulsioni è ben documentato da quanto accaduto alla VM di Cento, dove si producono i diesel di grossa cilindrata. Un settore che, viste le nuove politiche ambientali, è arrivato a fine corsa. Stellantis, con tagli e investimenti, si è impegnata alla riconversione del sito: vi svilupperà il settore propulsori industriali e marini.

Si tratta del primo impianto italiano che deve cambiare tipo di produzione e cessare quella legati ai motori tradizionali per auto. Qui gli esuberi dovrebbero ammontare a un centinaio di unità. Ma tutto sommato i sindacati sono soddisfatti per l’intesa raggiunta visto che a rischio erano proprio le sorti dell’impianto.

L’accordo prevede che ai dipendenti che agganciano la pensione entro quattro anni venga riconosciuto un incentivo che si somma alla Naspi per garantire, per i primi due anni, il 90% della retribuzione e, per gli ulteriori due anni, il 70%, più i contributi volontari. Ai dipendenti più lontani dalla la pensione verrà riconosciuto un incentivo variabile a seconda della età, a partire da 24 mensilità più 30mila euro per chi ha almeno 50 anni.

L’accordo ha individuato delle soluzioni su base volontaria, per i lavoratori interessati al trasferimento nello stabilimento di Maserati di Modena, dove si costruirà un nuovo impianto di verniciatura all’avanguardia. Dovrebbero essere circa 140 addetti. E’ stato previsto un contributo per compensare le spese di natura logistica: l’azienda riconoscerà un contributo forfettario che oscilla dai 7.500 ai 15.000 euro. Previsti anche incentivi, volontari, per l’uscita o per accompagnare al pensionamento fino a 48 mesi.

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