L’alleanza tra Volkswagen, primo gruppo automobilistico europeo e Rivian, ormai ex startup di pick-up elettrici, è senz’altro l’accordo che non ci si aspetta. Non c’erano elementi infatti che lasciassero pensare di questo reciproco interesse. Ma è pure un accordo che prova a unire due debolezze.
DUE MOTORI CHE TOSSISCONO
La Casa tedesca infatti è assai debole sul fronte software per via degli innumerevoli problemi della divisione hi-tech “Cariad” che hanno spesso trovato ampio spazio sul magazine e non verranno qui ripetuti.
Rivian – per alcuni osservatori la sola giovane realtà Usa in grado di replicare il successo di Tesla – dopo un exploit brillante che aveva spinto Ford e Amazon a scommettere sulla startup californiana, ha iniziato a perdere colpi e soprattutto commesse, maturando ritardi sulle consegne che hanno spinto l’Ovale blu a disimpegnarsi e il colosso dell’e-commerce a cercare altri fornitori per il rinnovo green della propria flotta di furgoni.
COSA FARANNO VOLKSWAGEN E RIVIAN?
Con il giusto accordo e, soprattutto, con i giusti finanziamenti, però, Volkswagen e Rivian potrebbero risolvere reciprocamente i propri problemi, sconfessando il detto che l’unione di due punti deboli non si trasforma in un punto di forza.
Volkswagen può infatti metterci i capitali, mentre Rivian il know-how tecnologico. Il costruttore tedesco investirà fino al 2026 un massimo 4,67 miliardi di euro nella ormai ex startup californiana di Irvine con tanto di joint venture paritetica per lo sviluppo di piattaforme per auto elettriche.
QUALCHE NUMERO
Nel dettaglio, Volkswagen impegnerà quest’anno 1 miliardo di dollari per acquistare un prestito obbligazionario che sarà possibile convertire in azioni Rivian. Un altro miliardo verrà invece investito nella costituzione della joint venture.
Tra il 2025 e il 2026, Wolfsburg acquisterà titoli Rivian per due miliardi e concederà un prestito da un miliardo alla neonata società congiunta, a condizione che vengano raggiunti traguardi specifici.
L’intenzione di Volkswagen è basare la collaborazione sull’attuale piattaforma software di Rivian per lo sviluppo di Sdv ( software-defined vehicle), il primo dei quali sarà lanciato nella seconda metà del decennio.
CARIAD È GIA’ CARIATIDE?
La Casa di Wolfsburg dovrebbe così lasciarsi alle spalle gli innumerevoli grattacapi nello sviluppo di programmi proprietari giunti da Cariad che hanno portato una delle Case europee più entusiastiche circa la transizione ecologica (deve lasciarsi alle spalle l’onta del dieselgate) a maturare ritardi su ritardi nel lancio di importanti modelli a batteria.
Non è dato sapere che fine farà Cariad, che ha rilasciato le piattaforme software E3 1.1 e 1.2, mentre non dovrebbe mai vedere la luce l’aggiornamento E3 2.0. Con ogni probabilità non verrà dismessa del tutto per non far dipendere il marchio da un fornitore esterno, ma sarà ulteriormente decimata.
L’ULTIMA CHANCE DI RIVIAN?
Rivian finora ha sostanziato i peggiori incubi di ogni startupper: è riuscita a ottenere tantissimo credito dagli investitori, evento più unico che raro, ma poi la startup si è letteralmente afflosciata sotto al peso delle consegne, non riuscendo a rispettarle.
Probabilmente alla base ci sono stati molti, troppi, errori di calcolo. Ma non bisogna nemmeno dimenticare che la crisi dei chip e l’aumento delle materie prime che si sono verificati in rapida successione con la fine della pandemia e l’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, hanno travolto l’intero settore automotive e in particolare le realtà più giovani che non godevano di una posizione di forza rispetto ai propri fornitori.
La pandemia stessa aveva già rallentato i lavori, contribuendo a maturare quei ritardi che le sono costati la fiducia dei primi Big che avevano scommesso su Rivian. Duplice allora il vantaggio per la realtà californiana: riprendersi a livello economico grazie a nuovi capitali che dovranno essere prontamente investiti nell’espansione delle proprie attività e l’apertura al mercato europeo dominato da VW, mercato che finora per la giovanissima realtà di Irvine pareva molto distante.