La casa automobilistica tedesca Opel, parte del gruppo Stellantis, ha accettato di pagare in Germania una multa di 64,8 milioni di euro per aver venduto automobili con motore diesel dai livelli di emissioni più alti di quelli comunicati all’autorità tedesca di regolazione dei trasporti.
LA MULTA
Come ricostruisce Automotive News Europe, la procura di Francoforte ha imposto la multa a Opel dopo la scoperta, a seguito di un’indagine, che diversi modelli di veicoli a gasolio della casa rilasciavano inquinanti in quantità significativamente superiori a quelle riportate ufficialmente.
COSA HA DETTO OPEL SULLA MULTA
Ma l’avviso di multa, specifica la casa alla Deutsche Presse-Agentur, non contiene accuse di frode o di reato penale; “non contiene nemmeno la constatazione di un dispositivo di disfunzione illegale”.
I PRECEDENTI
Nel 2016 Opel disse a una commissione investigativa tedesca che il proprio minivan modello Zafira era dotato di un software del motore che spegneva i sistemi di trattamento dei gas di scarico in determinate condizioni di velocità e di pressione dell’aria per proteggere il motore.
Nel 2018 l’autorità tedesca dei trasporti ha imposto a Opel l’obbligo di richiamo di quei modelli che avevano emesso livelli significativamente più alti di inquinanti su strada. Opel rispose modificandone il software.
LO SCANDALO DIESELGATE
Il caso Opel è diverso dallo scandalo Dieselgate che, partito negli Stati Uniti, riguardava la manipolazione dei motori diesel effettuata da alcune società automobilistiche (soprattutto la tedesca Volkswagen) con lo scopo di eludere i controlli sulle emissioni dei veicoli.
Oltre a Volkswagen, il Dieselgate colpì anche FCA (oggi Stellantis), che concordò il pagamento di una somma di 800 milioni di dollari al governo americano. Nello scandalo – più precisamente nel caso aperto dalle autorità francesi – sono finite anche Peugeot e Citroën, entrambe parte del gruppo Stellantis.